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Antichi Astronauti
Dalle pile
di Babilonia alle piste di Nazca
Modellini di aerei supersonici nell'America precolombiana, pile
elettriche a Babilonia, cinture con borchie di alluminio in Cina,
misteriose leghe metalliche in India. Sono interpretazioni visionarie
o piuttosto la prova, sottovalutata dagli storici ufficiali, di
antiche presenze aliene sul pianeta Terra? Le piste di Nazca nel
deserto del Perù sono i resti di un antichissimo aeroporto frequentato
da astronavi spaziali? Il rilievo Maya di Palenque, nello Yucatan,
ritrae davvero un astronauta al suo posto di pilotaggio? È vero che la
distruzione di Sodoma e Gomorra, riferita nella Bibbia, è stata
provocata da un'esplosione nucleare? Una guida essenziale che offre
elementi documentati a quanti desiderano formarsi una propria opinione
su questi temi, utilizzando gli strumenti forniti dall'archeologia, la
storia e l'antropologia.
Il mistero delle
civiltà avvolte nella nebbia di tempi antichissimi ha sempre
affascinato il grande pubblico. Da qualche tempo, agli studi di tipo
tradizionale si sono affiancate riletture e ipotesi selvagge sui
momenti leggendari del nostro passato: dal Diluvio alla scomparsa di
Atlantide, dal catastrofismo cosmico in epoche storiche, alle
inspiegabili coincidenze tra culture separate da gap spazio-temporali
apparentemente invalicabili.
Questa salva di
"spari nel buio" è dilagata nel cinema e sul piccolo schermo, ha
coinvolto autorevoli case editrici, invaso le pagine dei quotidiani,
alimentando un'intera collezione di periodici scrupolosamente dedicati
a ricostruire, svolta dopo svolta, una specie di "storia alternativa"
dell'Umanità, sempre più distante da quella che viene insegnata a
scuola.
Questo libro è
per tutti coloro che vogliono capire, usando la propria testa, se
davvero la nostra civiltà è stata messa in moto da visitatori
spaziali. Se Atlantide è esistita, perché è andata distrutta e dove si
è inabissata nei flutti. Se Colombo si è limitato a riscoprire
l'America oppure è stato preceduto, e da chi...
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L' autore
William H. Stiebing jr. è professore associato di Storia presso
l'Università di New Orleans. Ha partecipato a spedizioni di ricerche e
scavi in Giordania e Libano.
Oltre a "Antichi astronauti", ha pubblicato due volumi sulla storia
dell'archeologia: "Uncovering the past" e "Out of the desert", sulle
ultime scoperte a proposito dell'Esodo e della conquista della Terra
Promessa da parte del popolo d'Israele.
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Le prime righe del libro
Da quasi mezzo secolo un'astronave staziona nei cieli del nostro
passato. L'ufologia nasce ufficialmente nel maggio 1947 con il
fatidico avvistamento di Kennet Arnold seguito il mese successivo dal
famoso crash di Roswell, ma è stata necessaria ancora un'altra decina
d'anni prima che si affacciasse l'ipotesi di un intervento dallo
spazio esterno nello sviluppo dell'umanità. La data comunemente
accettata per il primo "lancio" del fenomeno è il 1960, quando viene
pubblicato in Francia il libro di Louis Pauwels e Jacques Bergier "Il
mattino dei maghi" (Le matin des magiciens ) con le fantasiose
scorribande nell'insolito della bizzarra coppia composta da un ex
surrealista con inclinazioni occultistiche e uno scienziato dalle
insolite curiosità. Il libro parla di molte cose: alchimia, nazismo
magico, terra cava, misteri delle cattedrali, mummie tibetane e
"angeli di Mons": ma una parte, fra l'altro neppure troppo consistente
è dedicata appunto all'ipotesi che il nostro passato sia stato
punteggiato da visite aliene. Ed è subito un big bang di spericolate
incursioni nella nostra storia antica e soprattutto nella nostra
preistoria più remota.
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La stampa
"Antichi astronauti... non fatevi fuorviare dal titolo. L'autore
confuta punto per punto il ciarpame dei fantarcheologi, smonta
'l'astronauta di Palenque', le 'piste di Nazca', le 'conoscenze
perdute' e riporta il passato nella realtà. Finalmente una boccata di
aria pulita".
(Corriere della Sera, 20.12.98)
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Ne hanno parlato
Rivista Aeronautica, Giornale di Astronomia, Ansa, Agi, Liberal, Il
Tempo, Airone, Tempo Medico, Notiziario UFO, La Nuova
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