Quali sono le origini delle migrazioni precolombiane e da dove arriva
l’enigmatica civiltà dei Costruttori di tumuli in Nord America, per
lungo tempo sottovalutata in nome di un malinteso eurocentrismo? Chi
ha scoperto “davvero” l’America: Cristoforo Colombo, i vichinghi, i
celti, i cinesi, gli africani o una delle dodici Tribù perdute
d’Israele? I libri dedicati alla cosiddetta archeologia misteriosa
affollano gli scaffali delle librerie e non c’è quasi giorno che
nuove, audaci ipotesi non si affaccino dalle pagine dei giornali o
delle riviste sui buchi neri del nostro passato ancestrale. Ma quanto
c’è di vero in queste stuzzicanti supposizioni? Quanto di
scientificamente provato e quanto di falso? Orientarsi e selezionare
il grano dal loglio non è facile, anche perché la merce buona è
mescolata con quella fasulla e la polarizzazione tra sostenitori
entusiasti e scettici ad oltranza lascia poco spazio per meditate
prese di posizione.
Il libro si propone di fornire al lettore curioso una guida critica ma
non preconcetta al mondo dell’archeologia: fornendogli gli strumenti
metodologici indispensabili per separare gli spari nel buio della
pseudoscienza dalle reali – e spesso ancor più stupefacenti – scoperte
dei veri detective del nostro passato.
L’autore Kenneth L. Feder è docente dal 1977 alla Central Connecticut
State University a New Britain, dove è attualmente titolare di
cattedra. Specializzato in archeologia delle popolazioni del New
England, è autore di molte opere di divulgazione, tra le quali questo
libro giunto negli Stati Uniti alla quinta edizione.
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Dalla Prefazione
Frodi, miti e presunti misteri sul passato dell’umanità sono bersagli
mobili per quanti si dedicano alla ricerca scientifica di antichi
reperti. Liquidati in un sito, spuntano all’improvviso in un altro
sotto spoglie diverse. Per esempio i creazionisti, disposti a credere
che orme di giganti umani non possano trovarsi nello stesso livello
stratigrafico assieme a orme di dinosauri, seguiteranno a credere
nella possibilità di scoprire un pezzo dell’Arca di Noè. Gli
aficionados di Atlantide potranno anche accettare che la ricerca
geologica sul fondo dell’Atlantico escluda la presenza, in quei
fondali, di un continente sommerso, ma sosterranno che esistono mura
imponenti, strutture e strade nelle profondità del Mar dei Caraibi.
Quando i test archeologici non trovano conferma all’ipotesi di
un’antica presenza europea nel New England, archeologi improvvisati
dichiareranno che proprio la mancanza di una evidenza fisica convalida
tale presenza; la spiegazione, secondo loro, è che quei siti sono
stati puliti secondo un preciso rituale. Di conseguenza, gli
archeologi debbono continuamente rispondere a nuove frodi, nuovi miti
e misteri (o magari anche vecchi, ma confezionati in maniera diversa).
Lo scopo principale di questo libro non è tuttavia quello di
“smascherare” una serie di affermazioni sull’antica umanità non
supportate da fatti. La sua utilità risiede piuttosto nell’uso di
interessanti e spesso divertenti frodi archeologiche, miti e misteri
per mostrare come, attraverso il metodo scientifico, si possa
veramente arrivare a conoscere quanto è accaduto nel passato. cosa c’è
di nuovo Per rispondere all’esigenza di continuo aggiornamento, in
questa edizione sono state inserite alcune nuove sezioni.
Le domande più frequenti
Sin dal 1978 ho tenuto un corso sugli argomenti discussi in questo
libro. Una generazione di studenti mi ha posto domande sulle questioni
più importanti qui trattate. Per affrontare queste problematiche, ogni
capitolo ha una sezione dedicata alle “Domande più frequenti”, seguita
da una breve discussione.
Il meglio sul web
L’avvento di Internet ha provocato un’esplosione di frodi, miti e
misteri in archeologia. Il web – informale, non controllato, non
filtrato, a ruota libera – ha consentito un’ampia diffusione di
informazioni sul passato dell’umanità. Ma queste stesse
caratteristiche comportano che, con la stessa celerità, possano essere
diffuse false interpretazioni a un numero sempre maggiore di persone.
Una diceria sulla scoperta dell’Arca di Noè o sul recupero di cadaveri
extraterrestri nelle piramidi egizie, può apparire sugli schermi di
tutto il mondo praticamente nello stesso istante in cui viene
fabbricata. Storie incredibili sul passato dell’uomo non hanno più
bisogno di passa-parola o di editori senza scrupoli per essere
diffuse: chiunque possieda un computer, un modem e un provider
Internet può urlare al mondo intero tutte le sciocchezze che vuole. La
buona notizia è che anche gli archeologi possono urlare le loro
risposte. Esistono molti siti web che presentano le autentiche
scoperte archeologiche e alcuni replicano in maniera esplicita alle
sciocchezze che perseguitano la nostra disciplina. Ogni capitolo di
questo libro offre “Il meglio sul web”: una selezione di siti (con
relativo indirizzo Internet) scelti da musei, archeologi (dilettanti e
professionisti) e istituti universitari. Se cercate il bizzarro,
l’assurdo o l’improbabile, non cercateli su questa lista. Questi siti
sono stati creati da persone che conducono ricerche sul campo,
analizzano luoghi e manufatti e sono impegnati nell’interpretazione
scientifica del nostro passato.
Esercizi di ragionamento critico
Ogni capitolo fornisce anche un certo numero di “Esercizi di
ragionamento critico”, grazie ai quali cerco di indurre il lettore ad
applicare il metodo e il ragionamento scientifico alle questioni
sollevate dagli specifici temi affrontati nel capitolo. Le domande
permettono di verificare la comprensione dei concetti principali.
Test di realtà
Come può fare un lettore a verificare la veridicità di qualunque
incredibile affermazione diffusa dai mezzi di informazione di massa?
Per favorire questa operazione, ho elencato una serie di interrogativi
utili per valutare la credibilità delle varie notizie.
• Qual è l’origine di una particolare dichiarazione o scoperta?
Proviene dall’articolo di un giornale accreditato da scienziati
esperti in quel campo specifico? La storia appare su una rivista
seria, a vasta diffusione, che annovera tra i suoi collaboratori degli
scienziati? O su un articolo scritto da un giornalista esperto in
divulgazione scientifica? È stata diffusa da un telegiornale o una
serie televisiva prodotti da una rete nazionale o da una qualche
organizzazione che poggia su basi scientifiche? Queste sono tutte
fonti di cui possiamo fidarci; sono mezzi di informazione che vagliano
i fatti e applicano il metodo scientifico. Può darsi invece che la
notizia provenga da un sito web anonimo o da un gruppo affiliato a
qualche organizzazione politica o religiosa. In questi casi non
possiamo nutrire altrettanta fiducia.
• Chi conferma la verità della notizia? Uno scienziato professionista?
Si tratta di un archeologo, di un antropologo o di uno storico? È bene
ricordare che uno scienziato non esperto nel campo specifico non è
preparato a verificare una scoperta archeologica o a darne
un’interpretazione. Anche scienziati specializzati in archeologia,
antropologia o storia possono commettere errori, ma sempre meno di chi
non ha una competenza specifica in questi campi.
• L’analisi della notizia usa le procedure del metodo scientifico? Le
ipotesi si basano sull’osservazione e sono confermate da una
documentazione oggettiva? È stato applicato il Rasoio di Occam? Chi
propone una qualche interpretazione, sostiene forse che è il risultato
di una rivelazione o di una intuizione? Rinvia a “tempi più maturi” le
prove di quel che dice?
• Sono stati consultati altri esperti? E come hanno reagito? Ci sono
altri scienziati convinti della notizia? Ne esistono altri che invece
si dichiarano incerti o scettici, ma comunque interessati? Ve ne sono
infine altri ancora convinti che l’affermazione è infondata? Si è
tenuto conto di altri punti di vista o di altre interpretazioni? È
sempre un errore accettare l’autorità di uno scienziato solo perché ha
una laurea o insegna in qualche università prestigiosa. Quando alcuni
ricercatori professionisti che lavorano in quel campo sono scettici è
buona norma condividere quell’atteggiamento, almeno fino a quando non
vengono fornite nuove prove che confermino la validità della notizia.
• La documentazione presentata è sufficiente a dimostrare la verità di
quanto asserito? Oppure permangono gli stessi dubbi che avevano
accompagnato la nascita della notizia?
Per analizzare le nuove idee sul passato dell’umanità è buona norma
usare la stessa attenzione che si avrebbe quando acquistiamo una
vettura usata. Il nostro pensiero razionale conta, ma lo scetticismo
per affermazioni non sostenute da una seria documentazione è di
rigore.
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