Autrice: Maria-Gabriele Woisen

Hermes Edizioni

pagg. 128 - € 12,90

Molte illustrazioni

 

 
 

I Sufi e la Preghiera in Movimento

 

Un libro sintetico, semplice ma illuminante, che spiega la storia, i fondamenti religiosi, le abitudini e molte altre curiosità riguardanti i sufi e la loro danza rotante. Attraverso una gran mole di citazioni di autori importantissimi per questa corrente dell'islamismo, come per esempio Rûmî (1207-1273), e grazie all'ausilio di tantissime illustrazioni, i lettori scopriranno l'essenza dell'insegnamento dei sufi, il loro originale modo di vivere l'esperienza religiosa e mistica, la particolarità del loro abbigliamento e il senso che la danza ha per essi.

Il soggetto della preghiera sembra un tema talmente ovvio da poter apparire relativamente semplice: ma quando lo si osserva più da vicino diventa qualcosa di assai più impegnativo di quanto non si fosse sospettato; ed è perché la preghiera è collegata con tutti gli aspetti della vita spirituale: più ovviamente, beninteso, con la religione, ma si estende poi agli aspetti esoterici e mistici della realizzazione spirituale.

La mistica sufi affonda le proprie radici tra i popoli nomadi della steppa (sufi vuol dire "gente con abiti di lana"), credenti on the road, sempre in viaggio, aperti nei confronti di tutte le religioni e di ogni indirizzo spirituale – venerano anche Gesù come profeta – i sufi fanno voto di povertà e si avvicinano a dio non mortificando il corpo bensì attraverso il cibo, la danza e la gioia.

La grande fioritura culturale degli ordini sufi, la loro poesia e la loro musica appartengono al passato, ma i loro riti si sono mantenuti vivi ancora oggi. Per molti musulmani costituiscono, ora come un tempo, l'unica via mistica che avvicina a Dio, per altri, invece, rappresentano la quintessenza della stagnazione e della decadenza; per di più l'Islam dogmatico vieta la danza e la musica, che costituiscono la peculiarità, lo strumento principe per avvicinarsi a Dio di moltissime comunità sufi. Molti dervisci continuano a vedere nello sheikh, cioè nel capo del monastero, l'incarnazione del puro amore di Dio, il collegamento con dimensioni di esperienze superiori, ma la fiducia nelle sue possibilità ha portato molti seguaci delle confraternite a un fatalismo religioso e sociale.


Maria-Gabriele Wosien, figlia del direttore del corpo di ballo e coreografo Bernhard Wosien, insegna danze sacre con workshop e corsi di formazione in Europa e non solo (abita in Germania, a Monaco di Baviera).

Laurea in slavistica, dottorato sulla fiaba popolare russa (Londra / S. Pietroburgo), iniziazione alla tradizione della danza rotante dei dervisci mevlevi a Londra e in Turchia, viaggi in India, studio della mitologia indiana e delle danze popolari rituali della provincia del Gujarat, numerose pubblicazioni.

 

 

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