I Celti rappresentano un
sostrato culturale pan-europeo spesso misconosciuto e oggetto di
speculazioni fuorvianti. A livello spirituale, artistico,
psicologico, sociale e letterario essi costituiscono infatti una
sorta di inconscio che permea tutta la storia d'Europa, come una
corrente sotterranea che, se politicamente e geograficamente è
oggi relegata a un livello marginale, dimostra però una vitalità
sempre nuova nei secoli e per il presente. Basti pensare che
l'Irlanda è l'unica ad aver parzialmente conquistato
l'indipendenza fra le sei nazioni celtiche moderne. Di Celti poi
si parla spesso a sproposito, in modo strumentale, e quasi sempre
al passato; in questo, la loro sorte non è poi tanto diversa da
quella dei Nativi d'America.
Questo libro è opera di uno dei
massimi esponenti del Ricostruzionismo Celtico, il movimento sorto
nei paesi anglosassoni che mira a ricostruire e attualizzare le
pratiche spirituali degli antichi Celti, sia del periodo pagano
che di quello cristiano. Nato nell'ambito del più ampio movimento
neopagano americano, il Ricostruzionismo Celtico se ne differenzia
nei modi e nelle pratiche; i suoi esponenti infatti si basano
esclusivamente sulla solidità dei dati archeologici, storici e
letterari, cui aggiungono quel tanto di creatività necessaria per
colmare i vuoti per eseguire rituali e cerimonie. Dopo aver mosso
i primi passi su Internet, questo movimento ha trovato espressione
in studiosi come Alexei Kondratiev, il quale ha il merito di
impiegare la propria vastissima conoscenza storica e linguistica
per cercare di smascherare gli errori e le imprecisioni contenute
in gran parte della letteratura in materia. In questo, la sua
autenticità trova pochi eguali.
Alexei
Kondratiev insegna lingua
Irlandese, Mitologia Celtica e altre materie "celtiche" presso l’Irish
Art Center di New York, ed è collaboratore della rivista Henge of
Keltria e di IMBAS, l’organizzazione per il ricostruzionismo
celtico.
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