Il Terzo Reich sta
crollando e Hitler ordina ad un ufficiale delle SS di
raggiungere Agartha, il
mitico Regno Sotterraneo, fonte dei Poteri occulti
di cui il Nazismo si sente investito.
Un viaggio
attraverso Asia Centrale e Tibet, al cuore delle mitologie
pagane, in cerca del
segreto magico cui il Führer affida la sua ultima
disperata scommessa.
Un cammino
insondabile verso il mistero, durante il quale le certezze
dell’ufficiale tedesco si sciolgono poco a poco all’ombra
dei fantasmi del passato e della condizione umana.
Abel Posse è nato a Cordoba, Argentina, nel
1934. Diplomatico di carriera, studioso di politica
internazionale e scrittore, è autore di numerosi romanzi di
successo tradotti in molte lingue tra cui I cani del
Paradiso, La Passione secondo Eva, Diari
di Praga, L’inquietante giorno della vita.
Con Il Viaggiatore di Agartha ha ottenuto diversi
premi e il libro si è trasformato in un vero e proprio
oggetto di culto.
Al movimento
nazionalsocialista si sono volute forzatamente attribuire
origini filosofiche, prendendo a pretesto il famoso
Superuomo teorizzato da Friedrich Wilhelm Nietzsche.
Indubbiamente, nella visione pessimistica del filosofo
tedesco, che vede concettualmente il mondo occidentale e,
soprattutto, l’Europa come una colossale messinscena,
considerando che i suoi valori come la scienza, il progresso
e la religione siano privi di fondamento e abbiano una
natura esclusiva di finzione, il nazismo trovò la base per
la definizione di un uomo nuovo, depurato dai vizi borghesi
d’origine e quindi di razza pura, senza mescolanze che ne
possano minare l’identità.
In realtà le origini di questa ideologia si trovano nella
Società di Thule, di carattere segreto, fondata nel 1910 da
Felix Niedner, sotto l’influenza degli scritti di Lanz von
Liebenfels, un miscuglio di paganesimo nordico, di
antisemitismo, di teosofia. Questa setta si ispirò al
buddismo tibetano, deformandolo ed adattandolo alle sue
esigenze di potere, nonché alle teorie esoteriche di Helena
Petrovna Blavatsky, celebre medium, che asseriva di essere
in rapporto telepatico con gli antichi “Maestri
sconosciuti”, i superstiti di una razza eletta, che sarebbe
vissuta in Asia Centrale, fra il Tibet e il Nepal, e che si
sarebbero rifugiati a causa di un’immane catastrofe in una
zona desertica, fondando una civiltà sotterranea, la mitica
Agartha.
Ora i seguaci di Thule miravano, attraverso contatti
extrasensoriali, a collegarsi con questa sorta di
superuomini, al fine di ricreare la razza superiore.
Tutto questo preambolo è indispensabile per la comprensione
del libro di Posse, un autentico capolavoro, in parte
romanzo, anche storico, in parte fine analisi dell’identità
dell’autentico nazista.
In un anno, il 1943, in cui le sorti della guerra già si
avviano alla sconfitta per il Reich, Hitler affida una
missione difficile e disperata a un giovane delle SS:
trovare la mitica Agartha e con i poteri dei suoi
superuomini ribaltare le sorti del conflitto.
E’ un’avventura nel mistero, un lungo viaggio per strada e
all’interno di sé in cui il protagonista vedrà cadere una a
una le certezze dell’ideologia e Agartha in un certo senso
rivelerà il magico potere di far riacquistare all’uomo la
consapevolezza dei suoi limiti, l’impotenza di fronte a
fatti ed eventi più grandi di lui.
Altro motivo di interesse è la progressiva immedesimazione
del personaggio principale con un agente inglese, Wood, di
cui ha preso l’identità, dopo che questi, catturato in
Francia, è stato ucciso dai nazisti.
Prima le osservazioni, poi i dubbi e infine i raffronti fra
il tedesco e l’inglese, finiscono per incrinare la
monoliticità del primo, il tutto narrato con una finezza
psicologica di grande effetto.
La vicenda si svolge in un territorio in cui il tempo non ha
senso, ci sono sì albe e tramonti, ma non esistono giorni
della settimana, né mesi, né ore, tutto appare avulso dai
concetti dell’uomo per così dire evoluto, in un’unione
cielo, terra e anima che porta piano piano a un’infinita
beatitudine e anche l’aspetto sessuale appare sfrondato da
relazioni complesse e caotiche, in una naturalezza completa
che finisce per costituire un altro mezzo per giungere
all’equilibrio perfetto.
Per chi teme di trovarsi di fronte a qualche cosa di
fantastico senza alcun fondamento dico solo che c’era chi
credeva, c’era chi basava i suoi concetti distorti su un
esoterismo a tratti raffinato, a tratti volgare.
Invece, per coloro che possono paventare una certa
pesantezza, evidenzio che la struttura narrativa è agile e
snella e si avvale di un ritmo e di una serie di cambi di
scena propri dei libri di avventura.
Non posso dimenticare, poi, la straordinaria capacità
dell’autore nel rappresentarci un mondo sospeso fra sogno e
realtà, con immagini di deserti, di alte montagne, di riti
tibetani che sembrano scorrere davanti ai nostri occhi
stupiti e ammirati.
E sta proprio in questo la grandezza del libro di Posse:
l’aver parlato di un tema così difficile come l’esoterismo
nazista attraverso una struttura narrativa propria del
romanzo, rendendolo così gradevole e maggiormente
accessibile, senza che con questo si sia corso il rischio di
esaltare Hitler e i suoi seguaci, visti come i protagonisti
di un delirio immane in un crepuscolo di pretesi dei.
Termino dicendo solo che questo libro è imperdibile e che
dopo averlo letto nasce magicamente il desiderio di
intraprendere questo viaggio.
Fonte: Qlibri.it