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Autore: Andrea Pangos Andrea pangos Editore Pagg. 144 - Prezzo € 12,50
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KARMA E INCARNAZIONE
Brano estratto dal libro:
6.1.4 LA VITA VIVE SE
STESSA
Le idee e
le sensazioni che qualcuno sta vivendo ovvero l’idea e la sensazione di
essere colui che vive, sono conseguenze dell’identificarsi dell’identità
immaginata con il corpo fisico, le emozioni ed i pensieri. Sono
conseguenze del non Discernere la Realtà dall’illusione.
Quando c’È
l’Essere pienamente, l’identità immaginata si è “dissolta”
[1]
e non c’è più un qualcuno (l’io, più precisamente l’identità immaginata)
che immagina di vivere. C’è semplicemente la vita.
Non c’è più: l’io ascolto, l’io parlo, l’io vedo, l’io vivo…, ma esiste
semplicemente l’ascoltare, il parlare, il vedere, il vivere ovvero la
vita.
Se si
interrogasse per mille anni la vita, chiedendole perché vive, ed essa
potesse rispondere, non direbbe altro che: “Io vivo perché vivo”. Questo
perché la vita vive a partire dal suo fondo proprio, e fluisce dal suo
essere proprio: perciò vive senza perché, poiché vive per se stessa.
[2]
La vita esiste di
per sé, ma non c’è nessuno che la vive, non c’è alcun soggetto effettivo
che la vive.
La vita semplicemente esiste come insieme di processi fisici, ma anche
vibratori ed energetici senza che nessuno la viva, anche se in un certo
senso, la “vita vive se stessa”. Però, a causa dell’identificarsi
dell’identità immaginata (con se stessa) e il conseguente formarsi di
concetti ammalianti del tipo: io sono il corpo (fisico), io sono le
emozioni, io sono i pensieri, io sono ciò che provo, io sono questo e
quello… si forma l’abbaglio esprimibile con il concetto: io sono colui che
vive, io vivo. Invece, tutte le vite e nessuna esclusa, sono espressioni
della Reale Identità (Dio, Assoluto, Realtà) di ogni essere umano.
L’identità immaginata causa all’individuo (ovvero a se stessa) l’abbaglio
di essere colui che vive, mentre in Realtà si È Dio (Reale Identità, Sé,
Assoluto, Realtà) che è “di là” della vita e “di là” della Coscienza.
La vita è di per sé un’entità e per essere vita non “ha
bisogno di un’ulteriore entità che la abiti”, non ha bisogno di un’entità
che la viva. La vita è di per sé un’illusione. L’abbaglio che ci sia
qualcuno che la vive, è un’illusione nell’illusione definita vita. In
questo volume, ma anche in generale, le definizioni del tipo: si è in
vita, si vive, è vivo, i vivi… e simili, sono da intendere in senso
metaforico, perché la Reale Identità (di ognuno) non è né viva, né in
vita, né vive... Perciò, per le definizioni come quelle appena elencate,
utilizzo le virgolette: “si vive”, “è vivo”, “i vivi”, “si è in vita”...
6.2 DISCERNERE
PER RESUSCITARE
Chi non
Discerne la propria Reale Identità (Realtà) dal proprio esprimersi
(illusione) e a causa di ciò non esperisce la vita ed il mondo come
illusioni, è già di per sé un “morto vivente” ovvero un “vivo morto”.
Soltanto chi Discerne la Realtà (Reale Identità, Sé, Dio, Assoluto)
dall’illusione (Coscienza e mente) si può reputare “effettivamente vivo”,
non nel senso di essere colui che vive, ma nel senso di colui che ha
“vivificato” e che “vivifica” la vita.
Colui che ha
conosciuto il mondo, ha trovato (soltanto) un cadavere; e colui che ha
trovato un cadavere è superiore al mondo.
[3]
Gesù
[1]
L’identità immaginata si “dissolve”: temporaneamente se si tratta di
scintille o periodi di Essere pienamente e definitivamente quando si
Diviene del tutto, cioè quando la Coscienza individuale Matura del
tutto. [2] La via del distacco, Meister Eckhart, Oscar Classici Mondadori, Milano, 1996, pag. 47.
[3]
Vangelo di Tomaso (56), I vangeli gnostici. Adelphi Edizioni Milano,
1984, pag. 13.
[4]
Vangelo di Filippo, I Vangeli gnostici, Adelphi Edizioni Milano,
1984.pag 53
INDICE:
INTRODUZIONE
INDICE DEI CONCETTI
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