Autore: Umberto Capotummino

Edizioni Sekhem

Pag. 365 - Prezzo € 18,50

 
   

L'occhio della Fenice

Sapienza e divinazione dall'antica Cina all'antico Egitto

Frutto d'una lunga e matura ricerca, L'occhio della Fenice é già stato accolto con grande interesse - e prima ancora della sua pubblicazione - dall'egittologo Boris de Rachewiltz e dal filosofo Massimo Cacciari. Umberto Capotummino, docente palermitano e singolare figura di studioso indipendente alieno da ogni conformismo accademico, ci offre con la sua opera un convincente saggio sull'unità della Tradizione, dimostrando in dettaglio - e su basi matematiche - come sia possibile la reductio ad unum fra scuole di sapienza in apparenza così distanti fra loro (e non solo in senso geografico). Ci riferiamo segnatamente al Libro dei morti degli antichi Egiziani all'I King o Libro dei mutamenti dell'antica Cina, indagati da oltre venti anni da Capotummino nei vari aspetti filosofici, esoterici e divinatori.

Ma cos'è mai l'occhio della fenice, il mitico uccello che risorge dalle sue ceneri? Nel Libro dei Morti degli Antichi Egizi l’occhio della Fenice è il simbolo della congiunzione del Sole con la Luna all’interno delle rivoluzioni lunisolari alle quali gli antichi sacerdoti consacravano il magico uccello. Splendente sull’asse del Polo, associata alle piene del Nilo, la Fenice evoca i cicli della rinascita e l’immortalità dello spirito.
Il segreto del suo potere sta nella facoltà d’illuminare il ritorno degli astri sulle loro orbite, al levarsi della stella Sothis (Sirio), sulle acque del Nilo con l’aurora solare.
La magica Fenice, posta alla prua delle Barche sacre, incendia la luce che attraversa nel moto retrogrado dei cieli esoterici governati da Nekhbet e Uadjet ; il dono del suo occhio conferisce, a chi ne conosca il segreto, la visione del destino futuro.

Nell’esoterismo cinese la Fenice è chiamata Fenghuang, il suo nome implica l’unione dell’uccello maschio, feng, con l’uccello femmina, huang, essa splende sull’antico Polo celeste, o, posata sull’albero Wutong, è coordinata in terra alle fioriture stagionali.
La trasformazione del magico uccello è assegnata al fuoco e connessa al ritorno dei solstizi e degli equinozi, sugli assi portanti del Cosmo, nei modelli numerologici dell’ I Ching o Libro dei Mutamenti.

I due mondi, cinese ed egizio, teorizzano entrambi un coerente sistema di archetipi, coevo nella antica elaborazione dei saggi. Nella via cinese la rivelazione è redatta in trigrammi ed esagrammi, ovvero cicli di numeri; nella via egizia la rivelazione è redatta in immagini cicliche, che veicolano le funzioni multiple assunte dagli dei.
Entrambe le culture descrivono un identico cammino magico riferibile al circuito del Cuore, nel quale i cicli di rinnovamento dei cieli si fondono col destino dell’iniziato .
Oggi ognuno di noi può assumere ritualmente la propria trasformazione, e attraverso il mito accedere alla decodificazione dei simboli stessi del percorso iniziatico, pervenendo alla rivelazione nascosta.

Il lettore, come lo sciamano, orientando su sé la ruota sacra del divenire, attiva i simboli con l’apporto del suo vissuto in un “corpo di radianza” che innesca la ruota del destino, ovvero del karma, decifrandone la pulsazione, intesa come numero, le cui potenze sono depositate nei segreti di più tradizioni orientali, esaminate nel presente testo.
Svelato l’ordinamento degli esagrammi, tramandato nel Libro dei Mutamenti dal re Wenn, le potenze del numero sono presentate in una sequenza elaborata al computer, che darà al lettore l’accesso all’ordine delle Formule del Libro dei Morti degli Antichi Egizi e alla relativa Rubrica Divinatoria. Questa iniziazione consente di attivare un positivo schiudersi di forze a chi voglia rinnovare il proprio o altrui destino.
Si riporta, altresì, l’ultimo colloquio dell’autore con il noto egittologo Boris de Rachewiltz il quale esprime il suo autorevole apprezzamento per il rigore della ricerca e l’innovativa rilettura degli antichi testi sacri.

L’autore svela l’ordinamento degli esagrammi, tramandato nel Libro dei Mutamenti, e con il codice in esso nascosto svela i segreti del Libro dei Morti. Un libro elevato e di grande spessore esoterico. 

In ultima analisi, in ogni essere umano esiste la fenice che può ridestarsi e innalzarlo, rendendolo eguale agli Dei nella propria radianza personale. Aveva ragione l'Amleto di Shakespeare: «Ci sono più cose fra cielo e terra, Orazio, di quante non ne sogni tutta la nostra filosofia».



“ Ho letto il libro con estremo interesse”
Prof. Massimo Cacciari

 
 

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