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MONDO
PARALLELO
Il
viaggio che si sta per intraprendere con questo libro catapulterà il lettore
in una nuova visione del mondo e della sua concezione.
Un
racconto nato dopo lunghi anni dalla collaborazione di tre giovani artisti
(Antonio, Roberta, Samuela) che hanno dato un’interpretazione alquanto
particolare alle parole "vita" e "sogno".
Mondo
Parallelo
nasce da fantastici viaggi, da luoghi lontani, da forti emozioni, da
infiniti colori, da tutto ciò che ognuno ha saputo rappresentare in questa
missione.
Parlare
di missione è solo l’inizio o forse è solo l’arrivo da un luogo lontano, da
un posto dove neanche l’immaginazione può arrivare.
Ogni
tratto di quest’opera è rappresentata dal suo sogno e dal suo colore, dalle
sfumature più illuminanti alle ombrosità di ogni personaggio, che si trova
in maniera alquanto strana da incontrarsi con gli altri personaggi e a
vivere in un unico puntino di questo universo così grande.
Charles,
il protagonista, un tipo alquanto bizzarro e molto sognatore vede la propria
vita cambiare di colpo ma neanche se ne rende
conto e viaggio per quel mondo che si apre all’istante dinanzi a sé alla
ricerca della perfetta magia…
Prefazione di Genny Biondo
«Era una domenica come tante.»
è la frase che introduce questo racconto visionario di un viaggio che, in
realtà, ha solo fugaci legami con la dimensione quotidiana ed il presente.
La meta proposta dalla narrazione è decisamente più ambiziosa: partire
dallo sbando in cui sembra versare l'odierna umanità per risalire, in un
percorso a ritroso, sino all'origine di questo squilibrio, al primo passo
falso che ha condotto la civiltà ad un vivere permeato di guerra, violenza
e soprusi. Tematiche a dir poco epiche, che potrebbero preludere ad
un'opera dai toni roboanti e dall'atmosfera intrisa di scenari
apocalittici, sono - al contrario - riportate ad un livello di scrittura
estremamente colloquiale, quasi a voler facilitare l'avvicinamento del
lettore alla trattazione di questioni solitamente viste come astruse,
complicate, e quindi deputate ad altri generi letterari. Sin dall'inizio,
la figura di Charles - protagonista del tutto 'probabile' e realistico -
aiuta a calarsi nell'intrecciarsi delle vicende. In fin dei conti, le
prime pagine tratteggiano le vicende di un personaggio giovane che si
muove sullo sfondo di una città caotica come tante, alle prese con una
vita da single - con annesso il tipico vuoto nel frigorifero, piuttosto
che il solito disordine in casa - e che fa degli incontri inconsueti ma
non impossibili.
Charles viene descritto da subito come un tipo infinitamente curioso,
caratteristica che gli servirà a portare alle estreme conseguenze le
numerose stranezze che continuano a capitargli lungo il racconto. E la
serie di peripezie inizia con Aglaia: questa ragazza che sembra aver perso
memoria di tutto, persino della propria identità, tanto da vedersi
costretta a 'inventarsi' un nome.
L'imbattersi di Charles in questa nebbiosa ragazza non si limita ad un
momentaneo incrocio di vite: Charles non si lascia semplicemente sfiorare
dagli eventi ma li assorbe, li vive con totale pienezza integrandoli nella
sua vita, addirittura modellando la sua esistenza attorno a ciò che il
destino sembra riservargli un giorno dopo l'altro. Non c'è diffidenza in
questo modo di vivere, nessuna titubanza, nessuna remora, quanto piuttosto
un buttarsi a capofitto che - attenzione! - non è sventatezza ma voglia di
capire; quasi Charles sospetti che le avventure di cui si trova
continuamente protagonista non siano che indizi criptati da decifrare per
arrivare alla verità.
Di che verità si tratti, tuttavia, al lettore non viene detto. Eppure si
intuisce che la narrazione soggiace ad un disegno volutamente labirintico:
così come Charles pazientemente accetta di vivere - e di non rifuggire -
le paradossali situazioni in cui finisce con l'invischiarsi, chi legge è
invitato a lasciarsi coinvolgere dai bizzarri aneddoti e a seguire
fiduciosamente il percorso creato da Antonio, Roberta e Samuela per
condurlo al loro Mondo parallelo. A tratti sembra di smarrirsi tra la
selva di trame che s'intrecciano: numerosi sono i flash sulle vite di quei
personaggi che accompagnano Charles per un tratto del 'viaggio'; ma pur
essendo racconti di vite 'vere' che tendono a catturare l'attenzione di
chi legge, sono destinati a rimanere inconclusi, come tanti fili di cui
teniamo in mano solo un capo senza riuscire a individuarne la coda. Questo
perché il cammino di Charles travalica l'importanza del singolo, tendendo
all'universale. Il vero e proprio climax del testo - il punto in cui si
sfalda definitivamente l'illusione che il racconto si mantenga su di
un'unica dimensione, quella del reale va certamente collocato al terzo
capitolo, Il silenzio. Se fino a questo punto era stato possibile
stabilire delle giustificazioni razionali allo strano andamento delle
vicende, con Il silenzio la narrazione approda al sur-reale. Si
susseguono, da qui in poi, i richiami al genere fantasy sia di tipo
letterario che cinematografico: un fantasy quasi favolistico che si
intreccia con alcuni momenti di vera e propria fantascienza.
L'alternarsi tra 'realtà' e 'fantasia' - nella precarietà dei confini - è
reso dal continuo susseguirsi di fasi di sonno e di veglia che scandiscono
quasi ritmicamente il racconto del protagonista e delle avventure che
sembrano capitargli. Ed è così che il lettore si trova attanagliato
dall'atavico dubbio 'sogno o verità?' nell'affrontare Il tempio, dove
l'assurdo diventa totalizzante. Qui Charles varca finalmente le soglie del
Mondo parallelo, dell'esistenza del quale aveva sinora avuto solo un
susseguirsi di indizi.
La scena, questo trovarsi immerso in un mondo che non si riesce a
riconoscere come umano, evoca le immagini di un recente - e bellissimo -
film: Big fish di Tim Burton, tratto da un libro di Daniel Wallace.
Incamminatosi per un angusto sentiero, William Bloom - personaggio
abilmente interpretato da Ewan McGregor - si trova a sbucare in una sorta
di villaggio modello in cui la vita sembra scorrere sotto i dettami
dell'ordine più assoluto, dove vige una concordanza tra gli uomini
talmente estrema da apparire forzata: una sorta di 'mondo parallelo',
probabilmente sempre esistito a pochi passi dalla vita 'reale' di William,
raggiungibile semplicemente grazie alla voglia di calcare sentieri nuovi,
intraprendere percorsi diversi. Come William, anche Charles si trova
d'improvviso catapultato in uno scenario sconosciuto sullo sfondo del
quale egli rivive alcune 'fantastiche' situazioni che rievocano grandi
casi letterari. L'umanità che popola questo strano mondo appare totalmente
omologata: tutti indossano gli stessi abiti, manifestano degli
atteggiamenti 'robotizzati', e non hanno neppure dei normali nomi, bensì
dei numeri che li contraddistinguono. Se già questi passi rimandano a
1984, il parallelismo con il celebre romanzo è ribadito nel descrivere la
sensazione di essere defraudato dei propri intimi pensieri, come se
qualcuno riuscisse ad accedervi ed impossessarsene dall'esterno, alla
stregua del Grande Fratello di orwelliana memoria.
Estraneo in questo mondo che si limita ad osservare senza capire, Charles
prosegue il viaggio durante il quale è catapultato in un marasma di
sensazioni paradossali; ed ecco che, laddove si legge del suo sprofondare
improvviso in un burrone, sovvengono l'inizio del viaggio di Alice nel
Paese delle Meraviglie: «La tana per un po' proseguì diritta come una
galleria, poi sprofondò improvvisamente, così improvvisamente che Alice
non ebbe neppure un istante per fermarsi che già si trovò a precipitare in
quello che sembrava un pozzo profondissimo» (Lewis Carrol, Alice nel Paese
delle Meraviglie e Al di là dello specchio, Torino, Einaudi, 2003, pag.6).
E ancora, le sensazioni della piccola Alice che cresce a dismisura sino a
restare incastrata nella stanza, sono le stesse che prova Charles mentre
percorre il corridoio le cui pareti sembrano stringerglisi addosso.
Ma i rimandi letterali spaziano da Carrol, ad Asimov, laddove il
protagonista e i suoi amici si trovano "sospesi nello spazio (.)
circondati dal nulla"; alle avventure di Harry Potter uscite dalla penna
di J. K. Rowling - quando Charles è posto davanti a più porte e deve
scegliere attraverso quale continuare il proprio folle viaggio, proprio
come Harry in L'ordine della fenice.
Quando il viaggio del nostro 'eroe' sembra ormai ampiamente racchiuso nel
limbo della fantasia viene introdotto nella narrazione il tipico 'oggetto
mediatore' cioè quell'elemento che nel genere letterario fantastico viene
utilizzato come costante tra la dimensione reale' e quella 'sur-reale' in
modo da mantenere il lettore nel dubbio sull'effettivo piano di
interpretazione. In Mondo parallelo, questo compito viene affidato ad una
scatola: a Charles l'arduo compito di recuperarla se desidera perpetuare
l'esistenza di quel mondo che egli ha sempre conosciuto come reale, come
l'unico possibile. Ricatapultato di nuovo alla vita di sempre, alla sua
casa, alla sua città ed ai suoi amici, il protagonista parte per portare a
termine la missione affidatagli. Non è solo in quest'ultima e decisiva
parte della sua avventura: il suo cammino si intreccia con le sofferenze
degli amici di sempre, con le bislacche vite di Thelma e Sefira; arriva
persino a scoprire di avere una sorella. E sono questi gli ultimi
personaggi 'reali' del racconto, testimoni assieme a Charles del
progressivo sprofondare dell'umanità nel caos. Forte nella convinzione di
non poter lasciar andare in pezzi questo mondo pur 'pazzo' ma che è pur
sempre il suo mondo, curioso come ha dimostrato di essere sin dall'inizio,
il nostro protagonista insiste a proseguire quel viaggio a cui è stato
chiamato da un'altra dimensione, anche quando questo significherà
abbandonare completamente la dimensione degli uomini. Charles va sempre
avanti, non si guarda mai indietro: vuole scoprire il perché dell'ormai
prossima fine di tutto. E sarà nel Regno Sotterraneo che scoprirà le cause
del declino dell'umanità e con esse l'origine della sua specie: è
possibile che si tratti davvero tutto di un gioco? Un crudele - mal
riuscito - esperimento? Sul serio la Terra non è che un pianeta al quale
sono stati rifilati gli 'uomini', vale a dire gli scarti del 'paradiso' o
meglio della Città Eterna? Difficile capacitarsi di tante stranezze.
Ma forse l'umanità è stata sottovalutata: alcuni Grandi, in effetti,
avevano decifrato il superiore disegno. Ma forse non basta: svelato
l'arcano, anche i Grandi restano comunque mere pedine.
Ma sarà questa la realtà o è tutto un sogno di Charles?
Gli Autori:
La siglia ARS raccoglie le speranze e le ambizioni di tre giovani artisti
(Antonio Carena, Roberta Braghini e Samuele Ballabio) amici e compagni che
vivono e lavorano in Lombardia. I tre hanno cominciato a collaborare per
caso perché non si può programmare la nascita di un sogno né, tanto meno,
chiedere che questo avvenga in un determinato momento della propria vita.
La loro storia si concretizza in questo libro che è la loro prima
produzione: Antonio è l'autore dei testi, Roberta ha disegnato le immagini
e Samuela ha scritto le poesie.
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