Qualche anno
addietro mi trovavo in uno dei piacevoli parchi di Bologna in una
giornata di sole autunnale, con il cielo terso e l’aria leggera come
solo quella stagione ci sa offrire. Ero nel pieno svolgimento delle
mie funzioni paterne, intento nella faticosa quotidiana attività
divenuta ormai un rito. “Dai, papà... spingi!”: più che un
incitamento un ordine. Età del beneamato figlio: tre anni; da due il
rito si celebrava con cadenza impressionante. Strumento del rituale:
l’altalena… ormai un incubo. “Spingi! Ancora! Spingi!”. Lì, in quel
bel parco ed in quel periodo, si è manifestata la spiegazione del
fenomeno della “risonanza”.
Non di “sudditanza”, anche se in qualche modo ne percepivo i
confini, né di “baldanza”, appannata dall’indolenzimento del braccio
destro sottoposto ad una sorta di test di resistenza all’uso (avete
presente quei congegni che servono a testare un divano e lo
sottopongono ad un trattamento dove una macchina simula una seduta
spingendo forte sul cuscino per migliaia e migliaia di volte fino al
punto di rottura?), ma proprio di “risonanza”.
Che cos’è dunque la risonanza? Se io do il colpo al momento giusto,
l’altalena sale sempre più in alto. Dare il colpo al momento giusto
significa scegliere la frequenza e quindi la lunghezza d’onda. La
risonanza si ha quando la frequenza della "eccitazione" e' identica
alla frequenza di vibrazione naturale dell'oggetto. Questo è il
motivo per cui si fa rompere il passo ad un plotone di soldati che
marciano su di un ponte. In caso contrario ogni colpo, passo dopo
passo, si somma ai precedenti fino a provocare addirittura il crollo
del ponte, nel caso che si inneschi la risonanza. Questo fenomeno
spiega anche perché un cantante puo' riuscire a rompere un bicchiere
se la frequenza del canto e' identica alla frequenza naturale del
bicchiere stesso. Lo stesso fenomeno spiega anche il motivo per cui
ogni tanto interrompevo le spinte all’altalena (ufff) …, suscitando
proteste e nuovi, potenti incitamenti.
La legge di risonanza è di eccezionale interesse poiché, oltre a
fornire un ottima scusa per genitori stanchi di spingere, si può
applicare a tutto ciò che vibra. E, siccome tutto ciò che esiste
vibra, posso sostenere, senza tema di smentita, che il fenomeno ha
un campo d’azione illimitato.
Nella meccanica celeste, la risonanza orbitale avviene quando due
corpi orbitanti hanno periodi di rivoluzione tali che il loro
rapporto è esprimibile in frazioni di numeri interi piccoli. Quindi
i due corpi esercitano, l'un l'altro, una regolare influenza
gravitazionale. Questo fenomeno può stabilizzare le orbite e
proteggerle da perturbazioni gravitazionali. Per esempio: Plutone, e
alcuni piccoli corpi celesti chiamati Plutini, sono salvati
dall'espulsione da una risonanza 3:2 con Nettuno. Tre rivoluzioni di
Plutone corrispondo esattamente a due rivoluzioni di Nettuno. Gli
asteroidi Troiani si possono considerare protetti da una risonanza
1:1 con Giove. La risonanza orbitale può anche destabilizzare una
delle orbite. Per esempio: c'è una serie di zone quasi vuote nella
fascia di asteroidi chiamate lacune di Kirkwood, dove gli asteroidi
sarebbero in risonanza orbitale con Giove, che ne causerebbe
l'espulsione.
Sembrerebbe che il macrocosmo ed il microcosmo si influenzino
reciprocamente. Così noi stessi, esseri umani che ci poniamo circa a
metà tra i due ordini di grandezza, possiamo entrare in risonanza
con la nostra anima, quella parte di noi vitale, che vuole
funzionare in sinergia con il multiverso, l’universo a più
dimensioni, oppure con la nostra parte egoica, che, pur dotata di
grande forza rischia di creare interferenze e di impedire una sana
autorealizzazione.
Viviamo in un epoca in cui la comunicazione corre a velocità
sempre più frenetica. Giornali, televisioni, cellulari, internet,
films ovunque nel mondo esplodono il loro potenziale comunicativo
producendo talvolta effetti straordinari, sia come potenti mezzi di
“informazione”, che di “disinformazione”.
Ciò che risuona con l’ego interferisce con l’anima. E
viceversa. Fortunatamente i medesimi media concorrono, talvolta,
allo sviluppo delle proprie capacità, della spiritualità e della
coscienza. È il mercato a testimoniare l’aumentare di tale tendenza.
Questo è ciò che la gente legge e guarda sempre di più, ciò a cui è
realmente interessata.
È un'onda che sta rapidamente travolgendo tutti. Le persone
stanno diventando consapevoli del fatto che se
vogliono aprire il terzo occhio “Ajna chakra”, prima devono
concentrarsi sulla necessità ancor più fondamentale di aprire i
primi due! In tal senso assistiamo positivamente ad una formidabile
evoluzione mondiale che va di pari passo con il potenziamento
tecnologico e l’industrializzazione dei Paesi in via di sviluppo,
specie nei Paesi asiatici, che da soli costituiscono i tre quarti
della popolazione sulla Terra.
Tuttavia, non è l’accumulo nozionistico del sapere stravagante
e inutile che porta alla costruzione di qualcosa di essenziale per
la propria esistenza, ma è la scelta di vivere il sapere,
gustandolo, verificandolo e praticandolo fino a sentire che diviene
il proprio sangue, e solo allora, nel momento in cui si trasforma in
conoscenza, diventa parte di sé, si fonde indissolubilmente con
l’essere autentico.
Il gradino successivo che l’umanità si appresta a compiere va
nella direzione della saggezza e risponde alla domanda: "qual è il
miglior uso possibile della conoscenza che abbiamo a disposizione?”
Conoscenza e saggezza devono procedere mano nella mano, poiché
la conoscenza da sola è talvolta peggiore dell’ignoranza.
Purtroppo i tempi sono molto ristretti. C’è una gran fretta di
cambiare le fonti energetiche perché, a forza di bruciare petrolio e
abbattere foreste, stiamo surriscaldando il pianeta alla velocità di
uno tzunami. C’è una gran fretta di cambiare perché con tutte le
armi chimiche, atomiche, battereologiche, radioattive, che stiamo
spargendo ovunque, tra poco non rimarranno più spazi incontaminati.
C’è una gran fretta di cambiare perché la sete di potere e denaro
nel mondo stanno creando odio e divisione tra i popoli, e questi
portano guerre, distruzione e morte. C’è una gran fretta di
trasformare le grandi menzogne in verità, poiché, per dirla con
Goethe, la saggezza sta solo nella verità.
Quali azioni hanno la precedenza in un momento così delicato?
Quando infuria la tempesta non possiamo metterci a fare manutenzione
alla barca: rattoppare le vele, pennellare l’antialga sullo scafo,
stringere viti e bulloni. Qualsiasi marinaio ragionevole si dilunga
nei dettagli e nei particolari quando è comodamente attraccato al
molo in una tranquilla giornata di routine. La tempesta ci obbliga
ad andare al sodo e fare ciò che necessita per superare la
criticità.
Lao-Tsu indica il cammino verso la saggezza in un motto dal
sapore gnostico, ricordandoci che chi conosce gli altri è erudito,
ma chi conosce se stesso è saggio.
Ed allora ecco che si delineano due sentieri da percorrere in
contemporanea. Uno “fuori” da noi e l’altro “dentro” di noi.
Il primo tracciato ci impone un immediato rispetto nei
confronti dell’altro da sé, dai rapporti con i familiari, con i
vicini di casa, con i colleghi di lavoro, le donne con gli uomini e
gli uomini con le donne, gli adulti con i bambini ed i bambini tra
di loro.
Maggiore rispetto per l’ambiente, che significa maggiore
educazione nell’evitare sprechi di acqua, riscaldamento, carburanti
e più attenzione alle attività produttive che devono essere
“sostenibili”.
Un mercato più “equo” e “solidale”. Più gruppi di acquisto
locali e che privilegino le logiche del biologico e del non utilizzo
di veleni negli alimenti. Accorgersi che le politiche economiche del
profitto che guidano le multinazionali sono antitetiche con il reale
benessere degli individui.
Responsabilità, rispetto e servizio devono diventare la base
su cui operano le autorità. Politica, sanità, istruzione, forze
dell’ordine, religione, comunicazioni, informazione sono al servizio
delle persone, per aiutarle a crescere e a realizzarsi. Per gestire
i loro interessi e la vita sociale. Per stare in salute ed in
equilibrio accettando normali alternanze in un sistema dinamico qual
è il corpo-mente-anima . Per insegnare l’amore per la conoscenza e
la verità. Per tutelare dai soprusi. Per orientare l’esistenza verso
un senso più ampio. Per favorire lo scambio di affetti, idee,
emozioni. Per diffondere e informare affinché le scelte possano
essere effettuate.
Il secondo sentiero, quello “dentro”, mostra radici lontane
nei tempi antichi. L’Alchimia, con i suoi segreti metodi allegorici
per trasformare la materia grezza in oro puro, la Cabalà, con il suo
complesso sistema di corrispondenze, le antiche mistiche buddiste,
induiste, sufi, cristiane, taoiste, ma anche egiziane, precolombiane
o sumere ci invitano a camminare su questo sentiero. Oggi, direi che
bisogna correre! E anche forte!
In tal senso, il movimento di pensiero e di ricerca
transpersonale (oltre la sfera riduttivamente “personale”) si occupa
della crescita della persona cosiddetta "sana" e funzionante, e di
quei processi detti di autorealizzazione, di sviluppo delle
potenzialità e capacità dell'essere umano.
Le convergenze, infatti, fra certi approcci psicoterapeutici
della psicologia transpersonale e molte tecniche spirituali
dell'Oriente sono notevoli. Solo per citarne alcune, basti pensare:
l'elaborazione di un modello "olistico", che congiunga la dicotomia
corpo/mente e individuo/ambiente; lo sviluppo dell'insight come
importante mezzo di conoscenza e azione nella realtà; il lavoro con
le energie psicofisiche; l'interesse verso il Sè (una dimensione
d'armonia "numinosa" che trascende e, nello stesso tempo, comprende
sia l’io cosciente sia l’inconscio) e verso i processi d'espansione
della consapevolezza oltre l’incapsulamento egoico (nella
convinzione che l'uomo non è semplicemente un risultato
storico-geografico, ma che contiene in sè il seme dell'eternità); e
così via.
Una parte strutturale della persona ha la caratteristica,
anche a livello funzionale, di essere simile ad un guscio, una
capsula. È costituita dalla parte corrispondente alla corazza
caratteriale di Reich, ed agli strati protettivi definiti in
“Corenergetica” da John Pierrakos, rispettivamente, Maschera dell’io
e Armatura caratteriale. Questa parte dell’organismo rappresenta da
un lato una funzione protettiva, in quanto serve a ridurre le temute
esperienze di abbandono, invasioni o deprivazioni subite nel corso
dell’esistenza, e dall’altro canto, relegando progressivamente l’autoconsapevolezza
dell’individuo nella periferia ed isolandolo dalle autentiche
emozioni, alimenta un circolo vizioso, un loop, del tipo: più i
blocchi si intensificano, più la mente razionale si concentra su di
essi, i quali, a loro volta, assorbono ancora più energia, rendendo
sempre più “duro” e impenetrabile il guscio, la capsula egoica.
Da che cosa è costituita in prevalenza la capsula egoica?
La poliedrica saggezza di Raphael, in accordo con le antiche
tradizioni del sentiero Ved?nta, addita l’ignoranza come
responsabile dell’oscuramento della coscienza nell’uomo, ma questa
può essere distrutta dalla mente; citando Samkara, la stessa mente
che ci ha portati nella schiavitù, ci porterà alla liberazione.
Quali sono i contenuti che normalmente transitano e più spesso
albergano nella mente dell’uomo comune?
La mente è oberata di ricordi, nostalgie, sensi di colpa,
rabbie, gelosie, paure, ansie, preoccupazioni, invidie,
attaccamenti, passioni, desideri, abitudini, e quant’altro.
Gli elementi costituenti la capsula egoica si potrebbero
sintetizzare lungo le seguenti coordinate a tre dimensioni:
- un asse costituito da Io – Tu: questa coordinata rappresenta
tutti i conflitti che nascono da questa dicotomia, il desiderio di
imporsi sugli altri, la tracotante superbia dell’IO maiuscolo che,
più o meno visibilmente, imponiamo sul mondo, l’orgoglio di quando
si afferma: “Io ho fatto”, “Io ho detto”, “Io sono bravo”, … e il Tu
accusatore, discriminante, denigratorio, colpevolizzante,
svalutante, giudicante,…
- un asse costituito da Mio – Tuo: a questa categoria appartiene il
“Mio” avido, possessivo, rapace, sfrontato, geloso, campanilista,
settarista, fazioso, a cui fa il paio un “Tuo” invidioso,
deresponsabilizzante, accusatorio.
- un asse costituito da Ieri – Domani: l’asse “temporale” è
costituito dal “Ieri” delle nostalgie, dei rimpianti, dei sensi di
colpa, dei rammarichi, le delusioni più o meno cocenti. Vi
appartengono quella miriade di vuoti e ripetitivi “chiacchericci”
mentali come “avrei dovuto fare”, “avrei dovuto dire”, “ma perché ho
fatto così”, “perché lui mi ha detto…”, “come si stava bene”,
…D’altra parte il “Domani” rappresenta le ansie, le preoccupazioni,
le fobie, le paure, le aspettative buone o pessime, le illusioni
coltivate con tanta emozione, i castelli in aria…
Si ottiene così la rappresentazione grafica di una capsula
cubica nella quale l’uomo “normale” vive incapsulato, come un
pulcino dentro l’uovo, o la crisalide nel bozzolo, o un feto nella
placenta che attendono, in un esistenza che diventa “stretta”, di
rompere il guscio, il bozzolo o la placenta per venire nuovamente al
mondo in uno stato completamente diverso da ciò che erano prima.
Risonanza transpersonale si può consultare come un manuale,
una mappa per orientarci nell’opera di decondizionamento, che ci
aiuta a togliere quei fastidiosi occhiali scuri che limitano e
distorcono la nostra visione del mondo. Ci offre molte opportunità
per riconoscere e sistematizzare le esperienze che abbiamo vissuto
ed apre a nuovi orizzonti ancora da esplorare. Un contributo alla
liberazione dalle interferenze dell’anima per essere sempre più
cristallini e risuonare con il nostro suono fondamentale, con
l’energia delle persone che amiamo, con le creature del mondo intero
e, a quel punto, partecipando al grande concerto di risonanze
universali.
Qualche anno addietro mi trovavo in uno dei piacevoli parchi
di Bologna in una giornata di sole autunnale, con il cielo terso e
l’aria leggera come solo quella stagione ci sa offrire. Ero nel
pieno svolgimento delle mie funzioni paterne, e non sentivo più la
fatica di spingere l’altalena. Con il minimo sforzo risonante il
seggiolino balzava di qua e di là che era uno spettacolo, sempre più
su, ancora più su….. “basta papà, se no faccio il giro!”.
Poi, per mano, con la gioia nel cuore che ci batteva forte per
motivi diversi, ci incamminammo verso casa.
Giampiero Varetti
L'Autore
Giampiero
Varetti è nato a Torino nel 1958; è psicologo psicoterapeuta,
rebirther, musicista. Interessato alle antiche tradizioni mistiche,
ha seguito il buddhismo con Lama Norbu Rinpoche, l'induismo Sikh con
Yogi Bahjan e Guru Dev Singh (Sat Nam Rasayan - Autoguarigione Sikh),
l'ebraismo mistico della Qabbalà, l'esoterismo cristiano della
Gnosi, Sri Satya Sai Baba.
S'interessa dello
sviluppo della coscienza individuale nell'insieme globale dei
molteplici aspetti che la compongono (prepersonale, personale e
transpersonale) in un'ottica interculturale e integrativa al fine di
far emergere i principi fondamentali comuni delle antiche tradizioni
di tutto il mondo.
Svolge l'attività
privata di psicoterapie individuali a Bologna e tiene seminari,
gruppi di lavoro e conferenze in tutta Italia. Ulteriori
informazioni e maggiori dettagli si possono leggere sul suo sito
web: www.varetti.it
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