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Autore: Leonardo
Melis Edizioni PTM Pagg. 210 - Prezzo € 15,00 |
Shardana
I Principi di Dan
Ancora una volta Leonardo Melis ci affascina con un
altro bell'esempio di storia "riscoperta". Capace, come solo lui sa fare,
di addurre prove che risulteranno alquanto scomode per qualcuno, l'Autore
condivide col lettore, pagina dopo pagina, quelle prove che hanno
aspettato anche troppi secoli per venire alla luce. E ancora una volta ci
offre una lettura facile e intrigante. Chi erano i Principi di Dan? Erano
gli Shar-dana, i gloriosi "antichi Sardi", che hanno spesso determinato le
glorie degli eserciti degli "antichi Egizi"... e condiviso i segreti dei
figli d'Israele.
Un gran bel libro davvero. Ben scritto e ben
documentato.
Shesonk era un generale dei mercenari Libu e
Shardana di stanza in Egitto, che s’impossessò del potere fondando la XXII
dinastia. Egli, su invito di Jeroboam re del regno d’Israele, vale a dire
delle 10 tribù che si erano staccate dal regno di Roboamo di Juda, invase
la Palestina, puntando dritto su Jerusalem. Arrivato nella capitale si
limitò stranamente a depredare il Tempio, senza saccheggiare la città.
Un comportamento che ci lascia il sospetto che egli cercasse (e trovasse)
qualcosa di molto più prezioso dell’intera città. Shesonk, se non era uno
Shardana, era comunque un loro generale e i Shardana erano a conoscenza
dei segreti d’Israele.
Non dimentichiamo neppure che Jeroboam, perseguitato da Salomone, si rifugiò in Egitto, ospite del faraone Shesonk e una vendetta contro chi aveva cercato di eliminarlo poteva essere proprio il privarlo del bene più prezioso: l’Arca. Abbiamo rintracciato il pettorale di Shesonk: riproduce il faraone assiso sopra la Barca (L’Arca) Celeste, fra i due Cherubini. Una scena che riproduce esattamente quanto custodito nel Sancta Sanctorum, “Dove Jawhe sedeva sul trono fra i due Cherubini”. Pensiamo proprio che, vista l’immagine, ci voglia più coraggio a negare che ad ammettere il collegamento con l’Arca Santa. E sentite un poco cosa affermava Shesonk: “Ho costruito per il Dio una casa misteriosa nella terra di Zahi... ho forgiato una grande statua che vi riposa nel mezzo... e gli Asiatici (Israele, n.d.A.) sono venuti per portare il loro Tributo, che per loro è divino”. Quindi Il faraone-generale aveva anche costruito un tempio dove sistemare quanto aveva sottratto a Israele. E Israele non poteva fare altro che recarvisi per continuare ad adorare il suo Dio. E’ da notare che Israele adorava un Dio invisibile e che stava in ogni luogo e non vi era bisogno di recarsi in Egitto. Se Israeliti e Judei si recavano al tempio costruito da Shasonk, il motivo era uno solo: la presenza dell’unica cosa visibile che essi potevano adorare: l’Arca! Qualsiasi altra immagine era, infatti, vietata. Shesonk e la sua dinastia sembravano animati da uno strano senso di vendetta contro qualcuno. Contro chi? Visto lo scherzetto fatto al regno di Juda, pensiamo che ce l’avessero contro chi aveva oscurato Mose e il culto di Aton da lui promosso. Naturalmente ci riferiamo al “primo culto”, ossia il culto del Signore, di Aton-Adonai. Il trattamento che Juda e le altre tribù riservarono a Mose e alla tribù di Dan è stato oggetto di nostre osservazioni in tante occasioni. La conferma che c’entrassero Mose e Aton, oltre che Dan, l’abbiamo anche da uno dei successori di Shesonk che, cosa importante, ricostruì il tempio di Aton a Bubastis! Il suo nome? Osorkon, lo stesso nome che assunsero alcuni Judici di Arborea (i re Templari della Sardinia)! Da “Shardana i Principi di Dan”
L'Autore: Nato a Setzu, il più piccolo
Comune della provincia di Cagliari, uno dei paesi più antichi della
Sardegna (Setzu = Su Etzu = l'Antico) ai piedi della Jara.
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