IL CONTE DI GABALIS, OVVERO: IL PRIMO "RAPIMENTO" DOCUMENTATO DELLA STORIA di Giorgio Pattera (Biologo, resp. indagini scientifiche CUN)
Gli appassionati di cronache ufologiche sono portati di solito a ritenere che il primo "caso" di abduction, ad opera di presunti extraterrestri, sia quello dei coniugi Betty e Barney Hill, avvenuto tra Indian Head e Ashland (U.S.A.) il 19 settembre 1961. In realtà, per un accanito bibliòfilo qual era Roberto Balbi, non è stato difficile più di tanto appurare che il primo episodio di rapimento alieno, storicamente documentato, risale all'epoca di Carlo Magno, intorno all'anno 800, quando Agobardo era vescovo di Lione. Narra l'abate Montfaucon de Villars, nell'opera "Entretiens sur les sciences secrètes (Conversazioni sulle scienze segrete)", edita a Parigi nel 1670: "Avvenne che un giorno, a Lione, si videro scendere dalle "navi aeree" tre uomini e una donna; tutta la città si raduna lì intorno, grida che quelli sono stregoni e che Grimoaldo, duca di Benevento, nemico di Carlo Magno, li manda per rovinare le messi della Francia e gettare veleni sulle frutta e nelle fontane. I quattro innocenti hanno un bel dire, per difendersi, che sono dello stesso paese e che sono stati rapiti poco prima da "uomini prodigiosi"; questi li hanno portati a bordo di "navi aeree" di mirabile struttura e mostrato loro "meraviglie inaudite", pregandoli infine di riferire tali cose ai concittadini. Il popolo, ostinato, non volle ascoltare la loro difesa... Stava per gettarli nel fuoco, quando il brav'uomo Agobardo, vescovo di Lione, che aveva acquistato molta autorità quand'era stato monaco in quella città, accorse al clamore. Avendo udito l'accusa del popolo e la difesa degli imputati, sentenziò gravemente che l'una e l'altra erano false: non era vero che quegli uomini erano "scesi dall'aria" e quello che dicevano di avervi veduto era impossibile; la qual cosa valse loro la vita. Il popolo, infatti, credette più alla parola del buon padre Agobardo che ai suoi propri occhi; si calmò, rimise in libertà i quattro "ambasciatori dei Silfi (*) " ed accolse con ammirazione il libro che Agobardo scrisse per confermare la sentenza che aveva pronunciato. Così la testimonianza dei quattro "rapiti" fu resa vana". Questo - aggiungiamo noi - fu con ogni probabilità il primo tentativo documentato di cover-up nella storia dell'ufologia, conclusosi, fortunatamente per i testimoni, con esito positivo. Soluzione, questa, assai poco frequente, in un periodo storico in cui tutto ciò che era incomprensibile e non giustificabile dalla mente umana "puzzava" inesorabilmente di "satanico" e veniva bruciato, senza mezzi termini, sulla pubblica piazza, insieme con "streghe e stregoni", a torto o ragione implicati nelle "diaboliche" vicende. É incredibile il numero dei malcapitati che il furore popolare, ispirato da tali fanatismi, trascinò al supplizio, mettendoli a morte con l'acqua o, preferibilmente, col fuoco "purificatore". La qual cosa, con le dovute modifiche, continua a succedere anche ai giorni nostri, per la serie "... cambiano i suonatori, ma la musica rimane la stessa...": il "fuoco liberatore" è impersonato, stavolta, dalle categoriche smentite della NASA o dalle cattedratiche affermazioni di Margherita Hack...
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