ULTIMI GIORNI PER VEDERE L'ILIADE AL COLOSSEO
ROMA. Al Colosseo va in scena l'Iliade.
fino al 25 febbraio 2007
L'idea è davvero seducente e circola da tempo tra i
massimi studiosi di archeoloogia classica, al punto che anche in Svizzera si
sta preparando un'iniziativa del genere, tuttavia non ancora in calendario.
La mostra "Iliade", organizzata dalla Soprintendenza
archeoloogica di Roma (9 settembre - 25 febbraio, catalogo Electa) nel
Colosseo, per la cura di due celebrità del settore come Angelo Bottini, il
soprintendente, e Mario Torelli, ordinario di storia dell'arte greca e romana
all'Università di Perugia, espone oltre settanta reperti a illustrare quello
che fu il più noto e celebrato poema dell'antichità.
"E' uno dei grandi temi su cui si è formata la cultura classica", spiega
Torelli, e contiamo di riuscire a portare pezzi notevoli", ma il punto nodale,
prosegue, è un altro: "ciò che più ci interessa è l'idea della diffusione
capillare, in profondo, della "imagerie" omerica, qualcosa su cui il mondo
antico ha lavorato moltissimo, Per secoli, fino alla fine dell'antichità,
l'Iliade di Omero è sempre stata un punto di riferimento".
La forte centralità del tema, che del resto ha caratterizzato tutta la serie
di esposizioni allestite negli ultimi anni al Colosseo, non comporta l'assenza
di pezzi straordinari, come dimostra la raffinatezza dell'"Afrodite Charis"
del Museo Palatino o le scariate pitture pompeiane e splendide ceramiche
attiche a figure rosse richieste per illustrare i momenti salientidella
narrazione.
Uno dei grandi temi che gli antichi hanno privilegiato è quello di Teti che
consegna le armi al figlio Achille, paradigmatico per la classe aristocratica
perchè ne giustifica "per concessione divina" l'uso delle armi. "E' un tema
ricorrente, ricorda Torelli, che la mostra tenta di presentare nella sua
complessità, individuando la diversità di spirito e di orizzonte con cui lo
stesso soggetto viene ripreso da un greco del V sec. a.C. piuttosto che da un
romano del II d.C.".
Guerra e amore, eroi e dei
"Cantami, o diva, del Pelide Achille l'ira funesta
che infiniti addusse lutti agli Achei", così l'incipit del poema graffito
con i primi versi in un'epigrafe del Museo Nazionale Romano che accoglie il
visitatore, accompagnata da alcuni ritratti del mitico Omero, tra cui quello
famoso dei Musei Capitolini,
La mostra "Iliade" si divide in varie sezioni: la fortuna, i protagonisti
ripartiti in "dei" e in "eroi" greci e troiani, gli antefatti e la vicenda
vera e propria.
Recuperare l'integrità filologica del racconto non è sempre semplice perchè
alla fine sono ben pochi gli episodi dei 24 libri celebri e ripetuti
nell'antichità. E se per gli dei la ricerca iconografica è più facile, per gli
eroi è molto più complessa perchè celati il più delle volte dietro immagini
idealizzate, come nel caso dell'Achille identificabile nella testa del
Diroforo del Museo Barraco.
I prodromi della storia, con gli antefatti che scatenarono la guerra, non
possono prescindere da Paride ed Elena, con uno specchio da Preneste (da Villa
Giulia) a raccontare della "vanitas" femminile, il ratto scolpito in un
rilievo dei Vaticani e il sacrificio di Elena raffigurato nel "Quadro della
Casa del Pittore Tragico di Pompei" in prestito dal Museo archeologico di
Napoli.
Quindi statue e teste in marmo di dei ed eroi, dalla ninfa Teti, nella
versione di Palazzo Massimo, a Priamo con Cassandra in una pittura pompeiana
sempre da Napoli, alla tragica Andromaca della lastra del Museo archeologico
di Reggio Calabria. E poi le scene d'amore e di guerra, fino al tragico
epilogo con Achille che trascina il corpo di Ettore e la supplica di Priamo
per riavere il corpo di suo figlio.
Fonte: Il Giornale dell'Arte