VI  SONO  PORTE 

CHE  DOVREBBERO  RESTARE  CHIUSE

  

A Ciudad Juarez, città messicana dello stato di Chihuahua, dal 1993 ad oggi sono state assassinate 430 donne e altre 600 sono scomparse e non sono più state ritrovate. Il rituale degli omicidi segue un macabro rituale sempre uguale a sé stesso: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni e strangolamento. I responsabili di questa autentica strage sono, con tutta evidenza, dei membri di sette sataniche che tuttavia godono di protezioni ad alto livello, dal momento che nulla è stato fatto, sinora, per distruggere la loro diabolica organizzazione e i carnefici godono di una incredibile impunità. La vicinanza del confine con gli Stati Uniti non è certo casuale: Ciudad Juarez sorge sulla riva destra del Rio Bravo (per i gringos, Rio Grande del Norte), proprio di fronte alla grande città di El Paso, nel Texas. Altre città coinvolte in torbide vicende di satanismo e omicidi rituali sono Donna, sulla riva sinistra (americana) e Matamoros, sempre sulla riva destra (messicana). Oltre al traffico di droga e a quello di immigrati clandestini che, ogni notte, tentano di penetrare illegalmente nel 'paradiso' yankee, provenienti dai Paesi più poveri di tutta l'America Latina, la frontiera statunitense-messicana è quella ove più attive sono le sette sataniche e dove avvengono le più frequenti sparizioni di esseri umani, parte dei quali vengono poi ritrovati mutilati e assassinati: il tutto in pieno XXI secolo e quasi alla luce del sole.

Nel suo romanzo Dracula, il vampiro, lo scrittore Brtam Stoker affermava per bocca del suo protagonista che la Transilvania - luogo ove sorgeva il castello del malvagio conte - era una regione ove il Diavolo ancora cammina con piedi umani. Fuori della finzione letteraria, si può dire che questo inquietante 'primato' spetti oggi alla città di Donna, che i suoi stessi abitanti ammettono esser divenuta una tipica D-town, Città del Diavolo, per l'alto numero di omicidi connessi ai rituali criminali delle sette sataniche.

"Il 13 febbraio 1999 - scrive Sondra London nel suo libro Vampiri (Milano, Mondadori, 2006, p. 210 sgg. - il ventunenne Pablo Lucio Vasquez fu condannato a morte per l'assassinio di David Cardenas, di dodici anni, trovato privo dello scalpo e smembrato a Donna, città del Texas, proprio sulla riva del Rio Grande davanti alla famigerata Matamoros.

"Vasquez confessò che il 17 aprile dell'anno precedente aveva stordito il bambino colpendolo con un tubo, gli aveva tagliato la gola e l'aveva sollevato, ancora vivo, sopra le sue spalle per berne il sangue fresco che sgorgava dalla ferita.

"Vasquez raccontò al cugino di averlo fatto perché il diavolo gli aveva ordinato di uccidere il bambino e di berne il sangue. L'assassino non aveva fatto alcuna dichiarazione alle autorità circa le proprie convinzioni, ma uno dei membri della sua gang lo descrisse alla polizia come satanista.

"Anche il cugino quindicenne di Vasquez subì l'imputazione di omicidio, mentre altre sei persone, fra cui due zii, furono accusate di favoreggiamento e occultamento delle prove.

"Come al solito, i collegamenti con l'occultismo vennero minimizzati, ma il dipartimento di polizia di Donna aveva individuato nella zona ventitré gang, tre delle quali si autodefinivano sataniche. I loro membri esibivano apertamente simboli diabolici e molti edifici cittadini erano stati graffiti con le cifre 666.

"La maggior parte elle informazioni in possesso del dipartimento provenivano dagli stessi membri delle gang. - Non vengono a spiegartelo direttamente - disse il detective David Fuentes. - Molti sono davvero discreti. È davvero insolito quando qualcuno ti parla della sua affiliazione. Ma quando gli elementi noti del crimine s'incastrano, le conclusioni sono ovvie. -

"Il capo della polizia Miguel Carreon disse che gang legate all'occultismo si erano trasferite nella valle del Rio Grande e avevano organizzato le gang del posto, insegnando loro come eseguire i rituali. - Donna è la prima città ad aprire gli occhi su un problema che è di tutta la valle. -

" - Non siamo ragazzi felici - disse a Carreon il capo diciottenne di una gang, noto con il nome di  Hector. - nessuno ci vuol bene. -

"Hector, che definisce Donna come 'D-town', cioè ' Città del Diavolo', è entrato in una gang a tredici anni. Credeva che 'il diavolo ha potere' e godeva della notorietà. - Siamo famosi. Ci piace - disse. - Quando facciamo qualcosa di cattivo, è davvero cattivo. -

Il satanismo, la magia nera e i sacrifici rituali, anche di esseri umani, sono solo alcune delle forme in cui si esprime la tendenza del mondo contemporaneo a voler aprire delle porte che dovrebbero rimanere ben chiuse: porte dalle quali forze infra-umane altamente negative tendono a penetrare nel nostro piano di realtà allo scopo di dominarlo. Si tratta della maniera più esplicita di evocare tali forze, che si esprimono non attraverso una generica predisposizione al male, come afferma Paolo nell'Epistola ai Romani, ma per mezzo di entità ben precise, che nelle forme regressive proprie della modernità trovano i loro media ideali. Altre maniere sono l'evocazione indiretta, favorita da una malsana curiosità e da un compiacimento psicologico verso le realtà oscure; la pratica della psicnalisi freudiana, specialmente se accompagnata dalla totale inconsapevolezza circa la reale natura delle forze giacenti nel cosiddetto inconscio; la pratica dello spiritismo, della scrittura automatica, la manipolazione delle tavolette ouija, e simili; il deliberato allontanamento dalla verità dell'Essere, del conoscere e dell'esprimere (i tre piani della verità distinti dalla filosofia classica), per un atto di orgoglio satanico e di distorsione del giusto rapporto reciproco fra Dio, uomo e mondo; la sostituzione del fine trascendente, proprio all'essere umano, con una discesa verso i piani di esistenza inferiori, causa ed effetto a un tempo di un abbrutimento della sostanza spirituale e di una orribile distorsione della sua natura di persona fatta a immagine di Dio.

L'evocazione indiretta consiste nel giocare con le porte che dovrebbero restare chiuse, incuriositi dagli aspetti letterari e, per così dire, spettacolari ed emozionanti di quell'altrove. Un buon esempio può essere dato dalla musica rock di tendenza satanica o dalla morbosa curiosità che ha dato vita a un libro che non esiste, il famigerato Necronomicon dello scrittore americano Howard Phillips Lovecraft. Si tratterebbe di un grimorio, di un potentissimo libro di magia nera contenente formule capaci di richiamare dallo spazio profondo un intero Pantheon di divinità blasfeme che abitarono la Terra anticamente e che ne furono poi scacciate, ma che attendono da allora di trovare una porta per farvi ritorno. Sbaglia chi crede che le molte migliaia di persone interessante alla reale esistenza del Necronomicon si balocchino con una curiosità in fondo innocente; al contrario, vi è un legame diretto fra questo genere di curiosità e tutta una serie di 'invasioni psichiche' che sfociano nel delitto rituale. Vi sono moltissimi crimini (come quello della banda di Manson a Bel Air) i cui autori hanno confessato di aver agito in preda a delle 'voci' che erano penetrate nelle loro menti e che ordinavano loro di agore in tali maniere. Solo una forte personalità, dotata di discernimento e animata da ragioni di studio disinteressate, può frequentare simili luoghi della mente senza rimanere impigliata come una mosca nella tela del ragno. La regola è che scherzare con questo genere di passatempi finisce per produrre danni irreversibili e sospinge verso la follia e il delitto. Scrive ancora Sondra London (op. cit., p. 20 sgg.):

"Nel magico mondo delle persone che giocano a fare i vampiri, il Necronomicon è spesso usato a scopo cerimoniale. (…) la funzione degli incantesimi è di indurre una trance, permettendo al lettore di separare il confine che separa il conscio dall'inconscio, incanalando l'energia psichica e la volontà. Per i  creduloni il Necronomicon può fungere da porta d'accesso verso le possibilità infinite di un mondo magico e affascinante, lontano dalle limitazioni della realtà terrena, nel quale è facile credere che si possa plasmare la propria volontà malefica incanalando il rancore e la rabbia.

"Oltre a essere una porta per la mente, il Necronomicon offre anche a queste persone un'occasione per riunirsi, cantare e fare incantesimi. Non c'è nulla di sinistro nei rituali di gruppo; qualsiasi cerimonia devozionale comprende qualche genere di rituale; ma recitando le maledizioni del Necronomicon si invocano i poteri dell'ira, della vendetta e del rafforzamento di una volontà ipertrofica.

"In un paio di crimini molto simili compiuti da gruppi di vampiri adolescenti, le indagini rivelarono che era stato usato il Necronomicon. È opportuno chiarire che non si verificarono fenomeni soprannaturali, non comparvero spiriti invocato, né si manifestarono poteri magici come il volo o l'invisibilità. Ma l'odio evocato con questi rituali era così potente che spinse gli adolescenti oltre il normale ritegno e la tendenza alla buona condotta di ciascuno .Questi ragazzi intossicato si prepararono al crimine recitando formule occulte e si svegliarono dai loro sogni vampireschi in carcere."

Circa gli effetti devastanti e, in senso tecnico, diabolici della psicanalisi freudiana abbiamo già detto in altro luogo (cfr. F. Lamendola, Una forma di magia nera: la psicanalisi), quindi non le ripeteremo adesso. Ci limitiamo ad osservare che, se è vero che molti milioni di persone ricorrono a tale 'terapia' nella speranza di trovare sollievo e magari la liberazione dai propri disagi esistenziali, e il tutto con l'avallo della 'scienza' ufficiale, allora ci troviamo in presenza di uno dei più massicci fenomeni di evocazione delle forze infere che siano mai stati messi in opera dai tempi d'oro della stregoneria, nel XVI e XVII secolo (anche allora, mentre la cosiddetta Rivoluzione scientifica gettava le basi della 'modernità?: una semplice coincidenza?). Si tratta di quella che Guénon ed altri definiscono come una vera e propria pratica di contro-iniziazione: di iniziazione, cioè, non alla vita dei piani spirituali superiori, ma una discesa tenebrosa nei livelli infra-umani, ove stanno acquattate forze ed entità che non si possono ridestare impunemente e dalle quali è difficilissimo risalire, se il 'viaggio' non viene intrapreso sotto una guida sicura (come Virgilio per Dante nella Divina Commedia, o la Sibilla Cumana con Enea nell'Eneide) e nella giusta prospettiva di un movimento dello spirito finalizzato alla purificazione e all'elevazione, liberandone la parte più nobile e spirituale.

La pratica dello spiritismo, della scrittura automatica, delle tavolette ouija e, in generale, quello che una fumosa ideologia New Age si compiace di definire channelling sono attività pericolosissime, perché tendono a evocare direttamente (e buon per loro se non ci riescono, a causa della goffaggine quasi ridicola di tali 'iniziati') le forze infra-umane giacenti nei piani più bassi della nostra dimensione e le entità che, quando si presentano, dubitiamo alquanto che siano ciò che dicono di essere. È incredibile l'incosciente disinvoltura con cui si vedono e odono uomini e donne vantarsi di possedere uno o più 'spiriti guida', evocato con dubbie forme di spiritismo fai-da-te, i quali ispirano opere d'arte come disegni, pitture, poesie o che - dicono - li accompagnano, li ispirano e li consigliano in tutti i frangenti dell'esistenza. Che lo sappiano o no, essi sono degli autentici posseduti, e non necessariamente da forze benefiche. Queste, infatti, disdegnano i cerimoniali di bassa magia e tutto ciò che nasce dall'orgoglio e dall'ambizione umana; è molto più probabile che si tratti di entità malefiche o, nel migliore dei casi, di residui psichici o di larve astrali desiderose di impossessarsi della mente di qualche sconsiderato che crede di poter viaggiare nei livelli coscienziali inferiori come oziosi turisti a caccia di emozioni forti. Nel romanzo L'esorcista di P. Blatty, come si ricorderà (e nel film omonimo), la possessione demoniaca della giovane protagonista ha origine appunto da un 'gioco' con le tavolette ouija; e, benché si tratti solo di una finzione letteraria, il meccanismo descritto è quanto mai verosimile. Certo porte dovrebbero rimanere ben chiuse: chi si diverte ad aprirle, per noia o per curiosità, mette in gioco delle potenze che nessuno può dire fin dove arriveranno…

Un altro genere di orientamento i cui effetti sono assimilabili alla pratica della magia nera è l'allontanamento volontario dalla verità dell'Essere, del conoscere e dell'esprimere. Tale allontanamento prende le forme della Bruttezza che è, in un certo senso, la quintessenza del paradigma regressivo e malefico della modernità. In un saggio purtroppo poco noto dedicato alla figura e all'opera del Beato Angelici (Il beato propagandista del Paradiso, Milano, Rizzoli, 1970o), la scrittrice Elsa Morante osservava che:

"il nostro tempo si caratterizza per la laida esperienza del mostro recente della bruttezza, risparmiata ai nostri predecessori fin quasi di ieri. Bruttezza significa, propriamente, negazione della realtà o alienazione totale dall'intelletto e dalla natura." Cediamo la parola a Mario Possamai Sasso che riassume le tesi della Morante nel volume La luce dell'Angelico e altri saggi (Brescia, Ediz. La Vita del Popolo, 1986, p. 11 sgg.):"Fino dalle origini accanto ai mali esistette il male. Quelli (i conflitti, le devastazioni, la malattia, la morte) sono 'sostanza ella natura, elementi della tragedia reale. Del male, afferma, l'Angelico poteva trovare la spiegazione nei suoi Padri. Dei quali, però, non sembra tenere nel giusto conto, sebbene il contesto offra qualche spunto, l'insegnamento sull'origine del male., la frattura operata dal peccato originale che ha coinvolto tutti i mali e che solo il sacrificio di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, poteva riparare. Non la contiguità con i messaggeri celesti, non il puro bene dell'intelletto che può, dice, elevarsi fino all'Empireo attraverso le sfere superiori. Con il non dare il giusto rilievo al dramma metafisico operato dalla caduta degli angeli dal peccato dei progenitori, rimane sbiadita la Redenzione, il Bene soprannaturale della nuova comunione tra Dio e le sue creature, e pericolano di svigorire gli stessi contenuti della pittura dell'Angelico. In realtà la spiegazione sembra desunta dalla cosmografia dantesca, considerata, però, non come punto di arrivo, architettata come condanna, espiazione e salvezza, bensì come origine del male che devasta la terra; la quale, essendo una 'stazione inferiore del Cosmo' risente della vicinanza all'Inferno, che si trova subito sotto. Male, dunque, per contatto o contiguità. Ma se la bruttezza non è propriamente il Male, non è neppure di qualità puramente estetica. È ferita inferta all'intelletto che non può più agire secondo le leggi che lo strutturano, coordinate al comprendere e a riposare in una seppure relativa verità, è estraniamento dalle leggi che governano la natura, il frutto marcio (donde la laida esperienza) di una insolenza che ha contaminato il centro dell'uomo, ne ha oscurato l'essere, per quello che Baudelaire chiama 'il piacere dello scendere'.

Quest'ultima considerazione ci porta all'ultima delle forme considerate di satanismo implicito, la discesa verso i piani di realtà infra-umani e la distorsione, più o meno consapevole, del giusto rapporto fra gli enti e l'Essere. Tale distorsione è simboleggiata dalla mostruosa contraffazione delle sembianze umane che è stata osservata, talvolta, in alcuni casi di possessione demoniaca, ad es. nel corso dei rituali di esorcismo. Un celebre caso è quello registrato a Nanchino l'11 dicembre 1937 dal sacerdote Michael Strong, alla vigilia della caduta della grande città cinese nele mani dell'esercito giapponese che vi avrebbe commesso, forse, le peggiori atrocità mai accadute nel corso della seconda guerra mondiale. Il fatto è riportato dal teologo Malachi Martin, ex gesuita ed esperto di esorcismi, nel suo libro In mano a Satana (Milano, Sperling & Kupfer, 1978, p. 9 sgg.):

"Mentre la pattuglia incaricata delle ricerche raggiungeva il vecchio deposito di cereali vuoto chiamato Puh-Chi (Una Finestra), il bombardamento di Nanchino era all'apice della sua intensità. Le bombe incendiarie giapponesi stavano incenerendo le case di Nanchino. Erano circa le dieci di sera dell'11 dicembre 1937. Il delta dello Yangtze fino al mare era in mano giapponese. Da Shanghai si estendeva lungo la costa fino a circa tre chilometri da Nanchino una fascia di terreno devastata, immersa in un'atmosfera di morte. Il prossimo obiettivo dell'invasore era la città di Nanchino, per di più priva di difese. La data della sua distruzione era fissata per il 13 dicembre.

"Da una settimana, ormai, gli uomini del distretto di polizia di Nanchino sud stavano cercando Thomas Wu, accusato di aver ucciso in maniera estremamente crudele e ripugnante non meno di cinque donne e due uomini. Thomas Wu, così era stato accertato, aveva divorato le salme delle sue vittime. Dopo una settimana di ricerche infruttuose, padre Michael Strong, missionario e parroco del distretto che aveva battezzato Thomas Wu, avvertì improvvisamente la polizia di aver trovato il ricercato nel vecchio deposito di granaglie Puh-Chi. Ma il capitano della polizia non riusciva a capire il messaggio inviatogli da padre Michael: - Sto celebrando un esorcismo. Prer favore, concedetemi un po' di tempo -.

"Il portone del Puh-Chi era spalancato quando arrivò il capo della polizia. Un gruppetto di donne e uomini raccolti all'ingresso osservavano padre Michael Strong, in piedi al centro del granaio. In un angolo c'era un'altra figura umana, un giovanotto nudo, inspiegabilmente deturpato dai segni di un'estrema vecchiaia, che brandiva un lungo coltello. Sui ripiani lungo le pareti interne del deposito giacevano file e file di cadaveri nudi in stato di putrefazione più o meno avanzata, tutti mutilati in un modo o nell'altro.

"TU! - stava urlando il giovanotto nudo mentre il capitano della polizia si faceva largo a gomitate all'ingresso. - TU vuoi sapere il MIO nome! - Le parole 'tu' e 'mio' colpirono l'ufficiale come due pugni sferrati alle orecchie. Il sacerdote arretrò barcollando, visibilmente sgomento. Ma ciò che impressionò maggiormente il capitano fu il suono della voce del giovanotto. Conosceva benissimo Thomas Wu, ma non l'aveva mai sentito parlare con una voce simile.

" - Nel nome di Gesù - riprese padre Michael con voce debole, - ti ordino… -.

" - Fuori di qui! Levati dai piedi, sudicio vecchio eunuco! -.

"-… di ridare la libertà a Thomas Wu, spirito maligno, e… -.

"Lo porto via con me, pigmeo -, replicò la voce uscita dalla bocca di Thomas Wu. - Me lo prendo. E nessun potere esistente potrà impedircelo. Noi siamo forti come la morte. Nessuno è più forte d noi! E lui vuole venire con noi! Hai sentito? Lo vuole! -.

" - Dimmi il tuo nome… -.

"Le parole del sacerdote furono interrotte da un improvviso rombo. Nessuno dei presenti fu in seguito capace di spiegare come fosse scoppiato l'incendio. Fu come un improvviso e fragoroso attacco, sferrato in base a un segnale prestabilito. Il fuoco era divampato di colpo, estendendosi come un lungo e lucente rampicante sulle pareti del granaio, sul tetto e sul pavimento.

"Il capitano di polizia, penetrato nel frattempo all'interno, afferrò padre Michael per un braccio e lo trascinò fuori.

"La voce di Wu continuò a seguire i due uomini, soverchiando il frastuono. - È tutt'uno. Scemo! Siamo tutti un'unica entità. Lo siamo sempre stati. Sempre. -

"Padre Michael e il capitano erano nel frattempo usciti all'aperto e si voltarono per ascoltare.

" - Siamo tutti una sola persona. Una… -.

"Il resto delle parole fu coperto da un improvviso crollo di travi in fiamme.

"A questo punto, il rettangolo di vetro dell'unica finestra si stava coprendo di fumo e fuliggine. Di lì a pochi minuti sarebbe stato impossibile vedere ancora qualcosa. Padre Michael avvicinò il volto al vetro e tentò di gettare lo sguardo all'interno. Per un attimo vide la faccia di Thomas incollata alla finestra, contorta in un sardonico ghigno di esultanza, ma anche di indicibile sofferenza.

"Fiammate guizzanti lambivano le tempie, il collo e i capelli di Thomas. Attraverso i sibili e scoppiettii dell'incendio, padre Michael lo udì ridere, ma sembrava una risata lontana, appena percettibile. Tra le fiamme, il sacerdote poté ancora distinguere i ripiani lungo le pareti con il loro carico grigio-biancastro di cadaveri. Alcuni sii stavano sciogliendo. Altri bruciavano. Gli occhi dei morti colavano dalle occhiaie come uova rotte. I capelli bruciavano a ciocche. Prima, le dita delle mani e dei piedi, poi membra e corpi interi cominciarono a diventare neri, a dissolversi. E il puzzo. Dio! Quel puzzo!

"Poi l'allucinato ghigno di Thomas scomparve, per cedere il posto a una faccia completamente diversa, a un ghigno diverso. Sul volto del morente cominciarono a comparire per un attimo, in rapida successione, innumerevoli facce che subito scomparivano. Tutte ghignanti. Tutte 'con l'impronta di Caino sul mento', come padre Michael definì il segno caratteristico che lo perseguitò per il resto della vita come un incubo. Ogni paio di labbra era atteggiato nella pronuncia della parola 'una!', l'ultima detta da Thomas. Facce ed espressioni che padre Michael non aveva mai visto in vita sua. Alcune gli parevano conosciute; credette di riconoscerne altre. Facce viste in libri di storia, in dipinti, nelle chiese, sui giornali, negli incubi. Facce giapponesi, cinesi, birmane, coreane, inglesi, slave. Facce vecchie, giovani, barbute, rasate, nere, bianche, gialle, maschili, femminili. A ritmo sempre più veloce. Tutte atteggiate nello stesso ghigno. E ancora facce, facce. Padre Michael si vide passare davanti una fila interminabile di volti nel precipitoso susseguirsi dei decenni, secoli, millenni. Finalmente, la sfilata si fece più lenta finché non comparve l'ultimo volto ghignante, carico di odio. Questa volta, l'impronta di Caino copriva tutto il mento.

"Il vetro della finestra era ormai completamente annerito. Padre Michael non riusciva a distinguere più nulla. - Caino… - cominciò a dire tra di sé: Ma un'intuizione simile a una pugnalata gli troncò la parola nella gola, come se qualcuno gli avesse sibilato la risposta: - Sbagli ancora, idiota! Sono il padre di caino, io. Il padre cosmico delle menzogne, il signore cosmico della morte. Dall'inizio dell'inizio. Io… io… io… io… io… -.

"Padre Michael provò una fitta dolorosa al petto. Una mano spietata gli comprimeva il cuore ostacolandone le contrazioni; nel contempo, un peso insopportabile gli calò sul torace, costringendolo a piegarsi indietro. Udì il sangue che gli pulsava nelle tempie e poi il frastuono di venti impetuosi.

"Braccia robuste strapparono il sacerdote dalla finestra. Appena in tempo. Il granaio era ormai un inferno. Il tetto crollò con gran fracasso. Le fiamme si alzarono trionfanti e si misero a lambire l'esterno delle pareti, divorando tutto ciò che incontravano sul loro cammino."

Abbiamo svolto queste brevi riflessioni non per agitare sinistri fantasmi o per generare ansia e paura, ma per ricordare a ciascuno - e a noi stessi per primi - che è necessario rendersi consapevoli quanto sia importante porsi in un giusto rapporto con la realtà in cui viviamo, quella visibile e quella invisibile; che non esistono scelte morali 'neutre'; e che solo respingendo le sirene di un orgoglio umano ebbro di sé medesimo, delle 'conquiste' della ragione strumentale e della sua enorme capacità di manipolazione sulla natura, possiamo contribuire alla ricomposizione di una prospettiva veritiera fra noi e il mondo, premessa indispensabile alla nostra salvezza.

Francesco Lamendola