Autore: Joseph Jacobs

Elfi Edizioni

Pagg. 192 - Prezzo € 16,50

 
 

 

FATE CELTICHE

Storie di Fate Scozzesi e Irlandesi

raccolte da Joseph Jacobs
e illustrate da John D. Batten

 

Le storie popolari celtiche sono le più numerose e le più antiche di tutta l'Europa. Sono storie di esseri fatati come fate e goblin, oppure storie di eroi o, ancora, di animali parlanti, giganti, dwarfs, ecc. Tutte con un alto contenuto simbolico.  


RIPETI QUESTE PAROLE

tre volte con gli occhi chiusi:

e vedrai

ciò che vedrai

 

 

 
Indice:

 

Introduzione                                                                                 pag.      5
Prefazione                                                                                     pag.      6
Connla e la fanciulla fatata                                                          pag.    10
Guleesh                                                                                          pag.    13
Il campo di boliauns                                                                      pag.    28
Le donne con le corna                                                                   pag.    31
Conall Yellowclaw                                                                          pag.    34
Il pastore di Myddvai                                                                   pag.    44
L’allegro sarto                                                                                pag.    47
La storia di Deirdre                                                                       pag.    50
Albero d’Oro e Albero d’Argento                                                pag.    64
Il corteggiatore di Olwen                                                              pag.    68
Jack ed i suoi compagni                                                                 pag.    78
La Shee An Gannon ed il Gruagach Gaire                                  pag.    85
Il cantastorie in difficoltà                                                              pag.    92
La Fanciulla del Mare                                                                    pag.  101
Una leggenda di Knockmany                                                        pag.  109
Jack ed il suo padrone                                                                   pag.  118
La storia di Ivan                                                                             pag.  125
Andrew Coffey                                                                                pag.  129
La battaglia degli uccelli                                                                 pag.  133
La bollitura dei gusci d’uovo                                                          pag.  146
Il ragazzo con la pelle di capra                                                       pag.  148
Note e riferimenti                                                                            pag.  156

Sondaggio                                                                                          pag.  185

 


 

Introduzione

 

Nella traduzione di questo libro dall’originale in lingua Inglese, abbiamo omesso alcune storie in quanto, troppo simili a favole vere e proprie di tradizioni anche ben conosciute o assolutamente non contenenti esseri fatati o tradizioni in qualche modo caratteristiche dei Celti, non abbiamo ritenuto potessero essere d’interesse per il lettore. Abbiamo invece conservato le lettere illustrate a capoverso come nell’edizione originale, perché le consideriamo molto belle e certamente degne di essere viste, nonostante per la maggior parte non siano adattabili alla traduzione italiana: molto spesso, infatti, troviamo frasi iniziali quali: “There was a time” come in Guleesh, dove infatti vediamo la T all’inizio della storia che è stata però tradotta con “Vi era un tempo”.

Siamo certi che questo piccolo “espediente” non tolga nulla alla bellezza ed al godimento di queste storie realmente molto caratteristiche.

Buona lettura!!

 

                                                           Gli Editori


 

Prefazione dell'Autore

Lo scorso anno, nell’approntare per i giovani un  libro di storie di Fate Inglesi ho trovato difficoltà nel raccoglierle. Questa volta, nell’offrire questi esempi del ricco folklore dei Celti di queste isole, la mia preoccupazione è stata piuttosto la selezione. In Irlanda si è cominciato a raccogliere le storie folcloristiche locali prima che in qualunque altro paese in Europa e Croker ha trovato un’intera scuola di successori in carleton, Griffin, Kennedy, Curtin e Douglas Hyde. La Scozia vanta il grande nome di Campbell, che ha tuttora validi seguaci in MacDougall, MacInnes, Carmichael, Macleod e Campbell di Tiree. Il Galles non ha nomi paragonabili a questi; in questa area i Cimri hanno mostrato meno vigore dei Gaedeli. Forse l’Eisteddfod, che ha offerto degli splendori alla collezione di storie folcloristiche del Galles, può eliminare questa inferiorità. Nel frattempo, il Galles deve accontentarsi di essere in qualche modo rappresentato tra le Storie di Fate dei Celti, mentre l’estinta lingua della Cornovaglia ha contribuito con una sola storia.

Nell’effettuare la mia selezione, ho cercato principalmente rendere le storie caratteristiche. Sarebbe stato semplice, specialmente prendendo da Kennedy, riempire un volume di “Goblin dei Grimm”  a' la Celtique. Ma ci si può stancare anche di cose del genere, per quanto belle, ed io ho perciò evitato, nei limiti del possibile, le formule più familiari della letteratura folcloristica. Per fare questo ho dovuto allontanarmi dalle zone dell’Irlanda e della Scozia in cui si parla lingua inglese e mi sono posto come regola l’inclusione di storie prese esclusivamente da contadini Celti che non sanno parlare tale lingua.

Posta questa regola, ho proceduto subito ad infrangerla. Il successo di un libro di fate, sono convinto, dipende dalla giusta miscela di divertimento e romanticismo: Grimm e Asbjörnsen, e solo loro,  conoscevano questo segreto. Ma i contadini Celtici che parlano Gaelico amano raccontare storie in qualche modo tristi: una volta tradotte e stampate, con mia sorpresa le ho trovate fortemente carenti di umorismo. Per la parte divertente di questo libro ho dovuto quindi rivolgermi principalmente al contadino Irlandese della zona sotto il dominio degli Inglesi; ed a quale fonte migliore avrei potuto attingere?

Per le storie più romantiche sono dipeso dai Gaelici e, siccome so di Gaelico tanto quanto un parlamentare Irlandese Nazionalista, sono dovuto dipendere dai traduttori. Ma mi sono sentito più libero di loro, che generalmente sono molto letterali nella traduzione, di cambiare, infiorare o modificare l’originale. Sono andato persino oltre. Affinché le storie potessero essere caratteristiche Celtiche, ho posto un’attenzione particolare a quelle tra esse che si trovano ad entrambi i lati del Canale del Nord. Nel ri-narrarle, non ho avuto scrupoli nell’interpolare qua e là una versione Scozzese ad una variante Irlandese della stessa storia o viceversa. Confido che gli studiosi di Celtismo mi perdoneranno per i cambiamenti che ho dovuto apportare.

Le storie raccolte in questo volume sono più lunghe e dettagliate di quelle Inglesi che ho raccolto lo scorso Natale. Quelle romantiche sono certamente più romantiche e quelle divertenti magari più divertenti, nonostante vi possa essere spazio per opinioni diverse in merito. Questa superiorità delle storie folcloristiche Celtiche è dovuto sia alle condizioni sotto cui sono state raccolte sia ad una innata superiorità dell’immaginazione popolare. Le storie popolari in Inghilterra sono agli ultimi stadi dell’esaurimento. Le storie popolari Celtiche sono state raccolte mentre la pratica del narrare storie è ancora in pieno vigore, nonostante tutti i segni indichino che i suoi giorni sono contati. Ragione ulteriore per raccoglierle e registrarle fino a che vi è tempo per farlo. Nel suo complesso, l’industria dei raccoglitori di folklore Celtico è da lodare, come si può vedere dalle Note e Riferimenti alla fine di questo volume. Tra questi, vorrei richiamare l’attenzione allo studio della leggenda di Beth Gellert, la cui origine credo di avere riconosciuto.

Mentre mi sono sforzato di rendere il linguaggio di queste storie semplice e libero dagli artifici librari. Non mi sono sentito libero di ri-narrarle in stile Inglese. Non mi sono fatto scrupolo di conservarne il Cestismo e qui e là vi sono parole Celtiche che non ho spiegato tra parentesi – una pratica che ogni brav’uomo dovrebbe aborrire. Alcune parole sconosciute al lettore aggiungono solo efficacia e colore locale alla narrazione, come il signor Kipling ben sa.

In questa mia selezione vi è una caratteristica del folklore Celtico che mi sono sforzato di rappresentare, perché è pressoché unica al giorno d’oggi in Europa. Da nessun’altra parte vi è un corpo si tradizioni orali così vasto e consistente riguardo agli eroi nazionali e mitici come tra i Gaeli. Solo le byline, le canzoni degli eroi della Russia, eguagliano in estensione la quantità di conoscenza riguardante gli eroi del passato che tuttora permane tra i contadini che parlano Gaelico in Scozia ed Irlanda. E le storie e le ballate Irlandesi hanno questa peculiarità, che alcune di loro esistono tuttora e datano circa un migliaio di anni. Ho scelto come esempio di questo tipo la storia di Deirdre, raccolta alcuni anni or sono tra i contadini Scozzesi ed in cui sono stato in grado di inserire un passaggio preso sa una pergamena Irlandese del XII secolo. Avrei potuto riempire altri volumi ancora con tradizioni orali simili riguardanti Finn (il Fingal dell’ “Ossian” di MacPherson); ma la storia di Finn, come viene narrata al giorno d’oggi dai contadini Gaelici, merita un volume a parte, mentre le avventure dell’eroe Ultoniano Cuchulain potrebbero facilmente riempirne un altro.

Mi sono sforzato di includere in questo volume le storie migliori e maggiormente tipiche raccontate dai migliori maestri delle storie folcloristiche Celtiche: Campbell, Kennedy, Hyde e Curtin ed a queste ho aggiunto le storie migliori scovate da altre parti. In tal modo spero di avere messo insieme un libro contenente sia le storie migliori dei Celti che le più conosciute. Sono stato in grado di fare questo solo grazie alla cortesia di coloro che detenevano il copyright di queste storie. Lady Wilde mi ha gentilmente concesso l’uso della sua efficace versione de “Le donne con le corna” e devo ringraziare in particolar modo i signori MacMillan per il diritto di usare le “Legendary Fictions” di Kennedy ed i signori Sampson Low & Co. per l’uso delle storie del signor Curtin.

Nel fare la mia selezione ed in tutti i momenti dubbiosi del procedimento ho attinto alla vasta conoscenza del mio amico Mr. Alfred Nutt per quanto riguarda tutte le branche del folclore Celtico. Se questo volume servirà a rappresentare agli Inglesi la visione ed il colore, la magia e l’incanto del folclore popolare Celtico, questo sarà dovuto in larga misura alla cura con cui il signor Nutt ha controllato questo incedere. Con lui al mio fianco, ho potuto avventurarmi in regioni dove i non-Celti camminano a proprio rischio.

Infine, devo ancora una volta rallegrarmi della collaborazione del mio amico, Mr. J.D. Batten, nel dare forma alle creazioni del folclore. Nelle sue illustrazioni, egli si è sforzato di conservare il più possibile l’ornamentazione Celtica; egli è un’autorità per tutti i dettagli dell’archeologia Celtica. Il destino dei Celti nell’Impero Britannico somiglia fortemente a quello dei Greci tra i Romani: “Essi continuavano a combattere, ma cadevano sempre”. Tuttavia il Celta prigioniero ha reso schiavo il suo catturatore nel regno dell’immaginazione. Il presente volume cerca di riportare la prigionia ai suoi primi anni. Se potrà avere successo nel dare una visione comune di ricchezza immaginativa ai figli dei Celti e dei Sassoni di queste isole, avrà fatto molto di più per una vera unione dei cuori di quanto hanno fatto tutti i nostri politici.

                       

Joseph Jacobs