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Quando nel 1994 uscì Il
mistero di Orione l’autore sconvolse i suoi lettori e la comunità
scientifica con la sua ormai celebre teoria di una correlazione tra le
piramidi di Giza e le stelle. Mentre gli effetti di quella teoria sono
ancora oggi tangibili, con Il codice egizio Bauval si spinge
oltre, rivelandoci il «Grande Progetto Unitario» che coinvolge i
templi dell’Alto Egitto.
Secondo l'autore, il fulcro della vita filosofica, scientifica e
spirituale dell’Antico Egitto è stata la comprensione del
funzionamento dell’universo, il Maat, e dei suoi meccanismi, le
stelle. Per questo motivo lo studio degli antichi scienziati è stato
quello di riprodurre sulla Terra un’esatta copia delle costellazioni.
Da qui la disposizione lungo il Nilo, una Via Lattea in Terra, delle
piramidi, le quali, lette in questa prospettiva, assumono significati
nuovi e diversi: non tombe, ma sorta di «stazioni di controllo» per
l’osservazione dei moti celesti se non addirittura, come la piramide
di Saqqara, per l’interazione con essi.
Molto si è scritto su «come» gli egizi possano aver allineato con tale
precisione i loro monumenti, ma Robert Bauval vuole rispondere alla
domanda più fondamentale: «perché?»
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"A che cosa servono le
piramidi d’Egitto risalenti all’Antico Regno? Quale poteva essere il
loro scopo? Perché nel loro interno vi sono bassi cunicoli e condotti
lunghi e stretti a fondo cieco oltre a corridoi, gallerie e camere che
sono vuoti e spogli? Perché erano allineate alle stelle secondo
calcoli astronomici?
Fino a un’epoca molto recente la teoria più comune offerta dagli
egittologi era che le piramidi fossero tombe, enormi sepolcri intesi
principalmente a ospitare i corpi dei re defunti. È sorprendente
notare come tale teoria sia rimasta praticamente incontestata per
quasi due secoli, e questo nonostante l’inquietante particolare che
all’interno delle piramidi non sia mai stato trovato il corpo di un re
(né uno scheletro, né un teschio, e nemmeno un frammento d’osso) come,
del resto, all’esterno. Eppure, stranamente, gli indizi che
suggerivano un utilizzo assai più elevato rispetto a quello di
semplici sepolture erano numerosi, sotto gli occhi di tutti e facili
da osservare e valutare. E questi indizi parlavano chiaramente di una
connessione con le stelle..."
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Un nuovo,
straordinario libro di Robert Bauval, nel quale l'Autore continua la sua
incessante ricerca iniziata con: "Il Mistero di Orione", in cui aprì una
nuova pista pionieristica di studio indipendente (e per taluni
eretico) descrivendo le correlazioni stellari tra le 3 piramidi di Giza
e le 3 stelle della Cintura di Orione... e cercandone il motivo. Oggi, con
Il Codice Egizio, Robert va oltre la Piana di Giza, cercando altri indizi e
scoprendo perché gli antichi Egizi pensavano che la loro terra fosse uno
"specchio del cielo"...
Questo libro è un ulteriore
lavoro ILLUMINANTE di questo autore di cui non ci saziamo mai di
leggere, che abbiamo personalmente conosciuto e di cui abbiamo ampliamente
parlato nella sezione
CERCHIO INVICTUS di questo sito.
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