Il libro non
si propone d’infoltire il già fitto ed ubertoso sottobosco
dell’erudito “sapere simbolista”. La sua ragion d’essere, più che
dettata dall’intento di mettere in circolazione l’ennesima opera
d’indagine storiografica o di saggistica esegetica sui Simboli,
obbedisce, piuttosto, all’esigenza di fornire orientamenti sul
“quando” e sul “come” del “linguaggio iniziatico”. Questo breve
saggio, infatti, persegue un duplice compito. Il primo s’impernia
sull’organica formulazione di un’ipotesi, per quanto possibile,
comprensibile ed attendibile sul mistero delle origini del
Simbolo. Il secondo si concretizza nell’individuazione di principi
operativi correlati alla funzione di “catalizzatori”
dell’esperienza del Risveglio interiore, assolta dai Simboli da
ère ancestrali. Per adempiere a tali compiti, il lavoro muove da
un postulato imprescindibile: i Simboli, lungi dall’essere il
retaggio fossilizzato di epoche perdute, sono “entità viventi”
attive ed operanti, svincolate dalle leggi del tempo ed, in quanto
tali, sostanziate d’eternità. Ne deriva una congenita attitudine
alla perennità, che conferisce al Simbolo un’inesauribile vitalità
ed un’attualità che si perpetua da millenni, nei millenni.
Michele
Addante nasce a Bari il 26 Agosto 1958.
Fin dall’adolescenza nutre una spontanea vocazione alla ricerca ed
alla sperimentazione nei campi della conoscenza del
soprasensibile. Alla sua formazione culturale giovanile, di
prevalente orientamento tecnico-scientifico, contribuiscono studi
di carattere filosofico ad indirizzo idealistico ed afferenti allo
specifico dominio della parapsicologia. Per accondiscendere alla
sua precipua disposizione interiore incline alla trascendenza,
dopo il conseguimento del diploma di perito industriale, abbandona
gli studi tecnici, ricusandone la prosecuzione in ambito
universitario. A partire dagli inizi degli anni ’80, orienta la
sua ricerca nella direzione dell’esoterismo e del dominio
iniziatico, accostandosi agli autori del “Tradizionalismo
Integrale” quali Julius Evola, René Guénon e Mircea Eliade;
all’Opera Omnia di Giuliano Kremmerz; agli scritti di Éliphas
Lévi e ad alcuni testi alchemici e misteriosofici classici.
Parallelamente a tale filone di studi, approfondisce gli aspetti
esoterici della produzione dantesca, di cui è appassionato
cultore. Intorno al 1991, una serie di vicende esistenziali
travagliate, producono una svolta che propizia il suo incontro con
l’insegnamento di Rudolf Steiner e con l’opera di colui che reputa
il più degno e qualificato interprete italiano del pensiero
steineriano: Massimo Scaligero. Il suo attuale discepolato nella
Scienza dello Spirito segue linee di sviluppo autonome ed
indipendenti dagli apparati esteriormente organizzati di essa.
Tale scelta è coerente con il suo percorso interiore di libero
ricercatore, insofferente verso qualsiasi formale adesione ad
associazioni, movimenti, scuole e “fratellanze” e proclive ad
affidare la personale realizzazione interiore alla saggezza delle
“guide invisibili”, più che alla conquista di “gradi” e
“referenze”. Attualmente è impegnato nella stesura di una
biografia di Rudolf Steiner, che aspira a pubblicare in un
imminente futuro.
|