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Gli Dèi:
Angeli o Alieni? (parte
seconda)
(Papiro Tulli, particolare)
Nel
1934, il Papiro (denominato Papiro Tulli dai suoi scopritori) fu notato presso un
antiquario egiziano di nome Tano, da monsignor Augusto Tulli e suo fratello Professor Alberto Tulli (che all’epoca era il direttore del Museo Egizio
del Vaticano). Con l’aiuto del direttore del Museo del Cairo, l’abate Etienne
Drioton, i due riuscirono a ottenere di copiarlo e di tradurre il testo ieratico in geroglifico, visto che il prezzo
richiesto non era abbordabile. L’impresa riuscì alla perfezione, e oggi questa
perfetta copia è conservata al Museo Egizio del Vaticano.
Nella copia non appaiono le cancellature
“volutamente fatte” sull'originale, proprio su alcuni passaggi importanti, quasi
che se ne volesse rendere poco comprensibile il significato. Dopo una prima
traduzione fatta negli anni ‘50, nella quale emerse che si parlava di
avvistamenti di oggetti volanti, nel 1964, grazie a una lettera inviata dal
Professor Solas Boncompagni - studioso di clipeologia - al
giornale "Settimana Incom" (dove segnalava l’esistenza del papiro e della
traduzione pubblicata da due riviste inglesi[1]), nel N° 1 della rivista
italiana “Clipeus” venne pubblicata la traduzione dal geroglifico all’italiano, arricchita da esaurienti note
esplicative.
“… il
ventiduesimo giorno del terzo mese d’inverno, alla sesta ora del giorno, gli
Scribi, gli Archivisti e gli Annalisti della Casa della Vita si accorsero che un
cerchio di fuoco…[lacuna]. Dalla bocca
emetteva un soffio pestifero, ma non aveva “testa”, il suo corpo misurava una
pertica ed era silenzioso. E i cuori degli Scribi e degli Archivisti tutti
furono atterriti e confusi ed essi si gettarono nella polvere col ventre a
terra…[lacuna] essi riferirono allora la cosa al Faraone. Sua Maestà ordinò di…[lacuna] è stato esaminato…[lacuna]
ed egli stava meditando su ciò che era accaduto, che era registrato nei papiri
della Casa della Vita. Ora, dopo che fu trascorso qualche giorno, ecco che
queste cose divennero sempre più numerose nei
cieli d’Egitto. Il loro splendore superava quello del sole ed
essi andavano e venivano liberamente per i quattro angoli del cielo… [lacuna].
Alta e sovrastante nel cielo era la stazione
da cui andavano e venivano questi cerchi di fuoco. L’esercito del Faraone la osservò a lungo con lo stesso Re. Ciò accadde dopo
cena. Di poi questi cerchi di fuoco salirono più che mai alti nel cielo e si
diressero verso il Sud. Pesci e uccelli caddero allora dal cielo. Grande
fenomeno che mai a memoria d’uomo fu in questa terra osservato… [lacuna] ed il
Faraone fece portare dell’incenso per rimettersi in pace con la
Terra… [lacuna] e quanto accadde il Faraone diede ordine di
scriverlo e di conservarlo negli Annali della
Casa della Vita, affinché fosse ricordato per sempre ai posteri…”
Papiro Reale di Torino (particolare)
Sempre il Professor Solas Boncompagni, mentre si dedicava allo studio di
antichi testi egizi, scoprì tre oggetti rotondi volanti (sopra una barca con rematore che
portava offerte) in una rappresentazione tratta dal Libro dei morti,
riprodotta nel Papiro Reale di Torino. Si trova nel
capitolo LX, che si conclude con le seguenti parole: “Io approdo al momento
[giusto] sulla terra, all’epoca stabilita, secondo tutti gli scritti della
Terra, da quando la Terra è esistita e secondo quanto ordinato da [lacuna]
venerabile.”[2]
Molti artisti hanno “dipinto” gli U.F.O.
I quadri più famosi sono: la Madonna di
Foligno di Raffaello; l’Annunciazione di Carlo Crivelli;
l’Esaltazione della Croce di Pietro della Francesca; la Natività
del Pinturicchio; il Miracolo della neve di Masolino da Panicale; la
Tebaide di Paolo Uccello, e molti altri; oltre ai quadri, ci sono anche
affreschi, murales, litografie, incisioni, arazzi, gioielli, statue, esposti in
musei e chiese di tutto il mondo, dove l’autore ha voluto immortalare
l’inequivocabile passaggio di un mezzo volante. Merita una particolare attenzione il
quadro di Masolino da Panicale, dove il “Miracolo della neve” rammenta la
“lanugine” bianca – documentata anche oggi ed esaminata chimicamente - che
appare talvolta dopo l’apparizione di un UFO
(allo stesso tempo questo fenomeno ricorda la “manna” biblica… piovuta dal cielo).
Oggetti volanti sono stati incisi nel Sichuan sulle pareti delle antiche tombe di una misteriosa minoranza etnica, gli “Yi”; la loro forma “insolita” è molto simile ad un UFO Nel capoluogo Xichang, si trova “tutt'ora” un’importantissima base spaziale, e si dice che quella sia la piattaforma di lancio migliore del mondo. Nella lingua Yi le parole andare e venire erano rappresentate con disegni inequivocabili. Appare chiaro che, almeno nel passato, questa zona fosse perfetta anche per atterrare (e non solo per decollare).
Cos’hanno concluso gli scienziati, a proposito degli avvistamenti di
U.F.O. ? La risposta è semplice (e scontata):
si tratta di un fenomeno di suggestione collettiva, di allucinazione o di
“illusione culturale”… di massa.
E
pensare che negli ultimi 50 anni sono stati denunciati – complessivamente in
tutto il mondo - centinaia di migliaia di avvistamenti UFO dei quali, solo in Italia, oltre 9.000;
sembra impossibile che TUTTE QUESTE PERSONE abbiano immaginato di vederli, dato
che gli avvistamenti continuano
incessantemente alla media di 150 all’anno…
Gli "dèi" vanno e vengono da millenni sul nostro pianeta!
[1] Flying Saucers Uncensored e The Doubt.
[2] Il Giornale dei Misteri N°
214.