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GNOSI ED ERESIE
di Antonio Bruno
Quando il cristianesimo "ortodosso" cominciò ad affermarsi, a partire dalla metà del II secolo d. C., l'élite pastorale in cui si strutturò la neonata Chiesa Cattolica iniziò ben presto a bollare d'eresia tutti coloro che si definivano sì cristiani, ma che seguivano Vangeli e testi segreti diversi ed ulteriori ai quatto Vangeli canonici che gli ortodossi hanno cominciato ad imporre ai fedeli.

La parola "imporre" non suoni pesante: è un dato di fatto che la Chiesa Cattolica è nata come prevaricazione su altre correnti di pensiero cristiano e che ha usato da subito l'arma dell'eresia per relegare in una sorta di ghetto coloro che professassero tali scelte alternative di fede.
Ad esempio, il vescovo ortodosso Ireneo, che fu a capo dell'episcopato lionese attorno al 180 d. C., denunciò energicamente come "colmo di bestemmia" i Vangeli gnostici, come quello di Tommaso, o quello "di Verità".
Cinquant'anni dopo, Ippolito, docente a Roma, scrisse un'opera poderosa dal titolo "Confutazione di tutte le eresie", in cui si esponevano ampie motivazioni per ritenere empi e bestemmiatori coloro che si ponevano al di fuori del consesso cattolico ortodosso.
Fortunatamente, in Alto Egitto, qualcuno che era al corrente di questa situazione, forse perché direttamente coinvolto in qualità di monaco del vicino monastero di San Pacomio, pensò bene di mettere i libri proibiti in un luogo sicuro: una giara sepolta nella terra per quasi 1600 anni.
Mi riferisco ai libri scoperti a Nag Hammadi nel 1945 e che costituiscono per molti la prova dell'esistenza, subito dopo la morte di Gesù, di un cristianesimo ben diverso da quello che è giunto fino a noi e di un corpus di credenze che la chiesa ha sempre osteggiato e cercato di sopprimere in ogni modo.
Non è mia intenzione, in questa sede, di esaminare dettagliatamente i punti sostanziali delle differenze dottrinali fra i Vangeli ortodossi e gli scritti gnostici, piuttosto vorrei portare l'attenzione sulla specificità dello gnosticismo e del pensiero da cui deriva, ossia la "gnosi".
Come ho detto, i primi cristiani, quelli che più tardi si posero al di fuori dell'altro gruppo, più forte e prevaricatore, che si sarebbe chiamato "Chiesa Cattolica", furono chiamati "gnostici", poiché "gnosi", in greco "gnosis", significa "conoscenza".
Esiste, pertanto, una realtà basilare che forma l'oggetto della conoscenza e coloro che non ne sanno nulla, o non ne vogliono sapere, sono detti "agnostici". Letteralmente "agnostico" significa "che non conosce", al contrario di "gnostico" che vuol dire "che conosce".
C'è poi un'altra distinzione che va tenuta presente: la lingua greca distingue tra conoscenza scientifica o speculativa (es.: conosce la matematica) e conoscenza derivante da osservazione diretta o esperienza (es.: mi conosce, ti conosco...), ovvero l'essenza stessa della gnosis.
Ecco, ad esempio, cosa scrive Eliane Pagels, una degli studiosi che ha contribuito al restauro ed alla restituzione dei papiri di Nag Hammadi:

"L'uso gnostico del termine potrebbe essere tradotto con 'intuito', poiché la gnosis implica un processo intuitivo di conoscenza in sé. E conoscere sé stesso, sostengono gli gnostici, significa spesso conoscere la natura ed il destino degli umani. Per il maestro gnostico Teodoto, attivo in Asia Minore intorno al 140-160 circa, lo gnostico è colui che è arrivato a capire 'chi eravamo , e cosa siamo divenuti; dove eravamo... verso dove ci stiamo affrettando; da cosa veniamo affrancati; cos'è nascere, e cos'è rinascere'. Ma conoscere se stesso, al livello più profondo, è allo stesso tempo conoscere Dio; questo è il segreto della gnosi. Un altro maestro gnostico, Monoimo, afferma: 'Abbandona la ricerca di Dio e la creazione e le altre questioni dello stesso genere. Cercalo prendendo te stesso come punto di partenza. Impara chi è dentro di te a rendere ogni cosa sua propria e a dire: Mio Dio, mia mente, mio pensiero, mia anima, mio corpo. Conosci le fonti del dolore, della gioia, dell'amore, dell'odio... Se indaghi attentamente queste questioni le troverai in te stesso.' Quel che Muhammad Alì scoprì a Nag Hammadi è, a quanto pare, una biblioteca di scritti, quasi tutti gnostici. Benché dichiarino di offrire un insegnamento segreto, molti rimandano alle Scritture dell'Antico Testamento... Le differenze, tuttavia, sono impressionanti. Gli ebrei ed i cristiani ortodossi affermano che un abisso separa l'umanità dal suo creatore: Dio è assolutamente altro. Ma alcuni autori gnostici di questi vangeli lo contestano: la conoscenza di sé è conoscenza di Dio; l'io e il divino sono identici. Inoltre, 'Gesù il Vivente' di questi testi parla di 'illusione' e di 'illuminazione', non di peccato e pentimento come il Gesù del Nuovo Testamento. Invece di venire a salvarci dal peccato, viene come una guida, ad aprirci la strada della comprensione spirituale. E quando il discepolo ha raggiunto l'illuminazione, Gesù smette di essere il suo maestro spirituale: sono divenuti eguali, addirittura identici." (Elaine Pages, I Vangeli Gnostici)

Scusate, ma io preferisco il Gesù gnostico...
Tra l'altro, alcuni studiosi hanno ipotizzato un forte influsso, sul pensiero degli gnostici, da parte del Buddismo. Molti insegnamenti propri della gnosi hanno parecchi punti in comune con quanto veniva fin da quei tempi predicato dai maestri buddisti.
Edward Conze, studioso di buddismo, ci ricorda che "i buddisti erano in contatto con i cristiani di Tommaso (cioè i cristiani che conoscevano ed usavano scritti quali il Vangelo di Tommaso) in India meridionale." Già a quei tempi esistevano vie commerciali fra il mondo greco-romano e l'Estremo Oriente, pertanto non credo sia scartabile in assoluto l'influsso dei tanti missionari buddisti che facevano proselitismo soprattutto ad Alessandria.
Però, altri studiosi escludono che la gnosi sia completamente di derivazione buddista. Un influsso, una qualche forma di interazione o simbiosi è certamente probabile, ma non si vede per quale motivo i due sistemi non avessero potuto svilupparsi autonomamente.
Io propendo decisamente per questa interpretazione "mediata" dei fatti. D'altronde, il pensiero umano segue delle intuizioni "naturali", potrei dire. Segue, cioè un percorso intuitivo-spirituale che è comune a qualsiasi popolo ed a qualsiasi latitudine.
Gnosi ed esoterismo, pertanto, hanno non pochi punti in comune e ciò che dispiace è vedere come fatto storicamente accertato la sistematica sopraffazione e repressione da parte della Chiesa Cattolica di ogni sapere esterno al suo sistema.
Non ho nessun problema a dichiararmi convinto che il cattolicesimo è nato per opera di sopraffazione e che, pur rappresentando solo un aspetto parziale del messaggio messianico (scelto autonomamente sulla base di calcoli non propriamente spirituali od esegetici) ha la paradossale pretesa di dirsi "universale", ovvero, appunto, cattolico.
In realtà noi tutti, liberi pensatori, siamo figli della gnosi, una peculiarità dello spirito pensante che è sempre emersa, pur con connotazioni diverse, nel corso della storia umana.
Non lasciamoci intrappolare dai sistemi e dalle strutture, lasciamo libero il nostro spirito di respirare la conoscenza.
Come dice ancora la Pagels, "Coloro che chiamarono lo gnosticismo eresia adottavano - coscientemente o meno - il punto di vista di quel gruppo di cristiani che si autodefinivano cristiani ortodossi. Ma eretico può essere chiunque abbia una concezione che qualcun altro avversa o denuncia."...
Se le cose stanno così, viva l'eresia, più forte di ogni oppressione, più bruciante di ogni rogo...

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