L’energia universale in noi di Leonella Cardarelli
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Cosa si intende per energia universale in noi? La religione cattolica con cui noi italiani siamo cresciuti ci ha insegnato che siamo figli di Dio e che siamo a sua immagine e somiglianza. Molti non sanno cosa significa esattamente tutto ciò, quest’affermazione contiene infatti una grande verità: noi siamo composti della stessa materia divina di Dio, siamo dei “piccoli dei”. Questa materia divina di cui ognuno è composto è l’energia universale, ciò vuol dire che ciascuno di noi ha il potere di migliorare la propria vita, di compiere dei piccoli miracoli e di ottenere tutto il bene possibile. Ciò significa inoltre che siamo liberi e soprattutto responsabili della nostra vita. Essere responsabili della propria vita comporta di accettare che non esiste un destino prestabilito: ogni individuo crea la propria realtà con il pensiero, soprattutto con i pensieri inconsci. Il caso non esiste, ogni evento ha un motivo preciso per verificarsi. Quando ci accade qualcosa di sgradevole la colpa non è degli altri o del caso, siamo noi e solo noi che abbiamo attirato a noi quell’evento. Da ciò si evince che per vivere serenamente è necessario coltivare pensieri (ed immagini) positivi e purificare l’inconscio, ad esempio con affermazioni positive da ripetere mentalmente o ad alta voce. Purificare l’inconscio aiuta altresì ad incrementare il benessere fisico: anche i disturbi fisici e psichici sono determinati dal pensiero o da cause inconsce, talvolta anche molto profonde e molto radicate. Purificando l’inconscio si può intervenire sulla causa più profonda del disturbo. Il nostro potenziale attende “solo” di essere risvegliato e naturalmente mentre lo si risveglia e lo si riscopre bisogna farne buon uso. Conviene far buon uso delle proprie energie e del proprio potere personale poiché come si sa da millenni: “il bene attira il bene. Il male attira il male: chi fa del male a qualcuno (anche solo augurando del male) lo riceverà indietro su se stesso, triplicato.” Molte persone che riscoprono in loro potenzialità come telepatia, preveggenza ecc. credono di essere diverse (e superiori) dagli altri, invero ognuno di noi ha queste potenzialità ma non tutti lo sanno e non tutti le hanno risvegliate. Gesù ad esempio, era “semplicemente” un risvegliato. Ma come si fa ad intervenire sull’inconscio e a risvegliarsi? Oltre alle affermazioni positive e al pensiero positivo, esistono delle tecniche che ci aiutano ad attirare in noi l’energia universale, risvegliando il nostro potenziale e purificando l’inconscio: si tratta del Reiki e dello yoga. Lo yoga è considerato, in Occidente, una complementarietà del Reiki in quanto aiuta primariamente a far circolare correttamente l’energia dentro di noi, mentre il Reiki la attira. Credo però che una corretta applicazione dello yoga sia efficace tanto quanto il Reiki, anche se si tratta di tecniche differenti e molto antiche che sono arrivate fino a noi. Il loro scopo, però, non è solo di incrementare le nostre potenzialità e purificare l’inconscio ma è soprattutto di risvegliare la nostra vera essenza che come summenzionato è un’essenza divina. Si sente spesso parlare, ultimamente, di trattamenti Reiki che vengono somministrati per aiutare le persone a guarire: è bene sottolineare che il Reiki non è una terapia, almeno non nel senso ufficiale del termine ma le persone, dopo aver ricevuto uno o più trattamenti, stanno effettivamente meglio: a volte il disturbo passa del tutto, a volte si ha solo, ma comunque, un sollievo. L’efficacia del Reiki è talmente riconosciuta che persino alcuni ospedali, come l’Ospedale Borromeo di Milano, hanno iniziato a praticare questi trattamenti. Anche in Umbria sono stati aperti ambulatori che praticano medicina dolce, tra cui il Reiki. Una scuola molto simile al Reiki è il Pem (Paris Energy Method). Reiki e Pem non vengono considerati uguali ma la finalità è la medesima (cioè il risveglio, la consapevolezza e la riscoperta del proprio potenziale) e le tecniche sono simili tra loro, almeno nel 1. livello. Spiegheremo più avanti, in modo più esaustivo, cosa si intende per Reiki, Pem e yoga. Prima di addentrarci in questa spiegazione, infatti, è bene parlare dei chakra, perno su cui ruotano queste tecniche. La nozione di chakra proviene dalla tradizione filosofica-religiosa induista che considera spirito e corpo legati all’energia cosmica. E’ bene qui evidenziare che l’induismo non è né una filosofia né una religione ma una via di conoscenza, una via di realizzazione, di risveglio. Il termine chakra significa in sanscrito ruota, ruota della vita. I chakra sono dei centri energetici presenti nel nostro corpo. Ve ne sono moltissimi ma i più importanti sono sette. Invero i chakra riconosciuti come tali sono sei e non sette in quanto il settimo non è considerato propriamente tale. I sette chakra si trovano allineati verticalmente nel nostro corpo lungo la colonna vertebrale (detta in sanscrito meru-danda) e si contano dal basso verso l’alto. Abbiamo così: 1. chakra: Muladhara chakra. Si trova nella zona genitale. E’ il chakra del contatto con il mondo materiale, ci conferisce il bisogno di sopravvivere e procreare. Il colore associato al Muladhara chakra è il rosso vivo e la sua pietra è il rubino. La musica adatta a stimolare questo chakra è quella tribale (ad es. il bongo) e i suoni della natura come le onde marine e il canto degli uccelli. 2. chakra: Svadhistana chakra. Si trova nella zona dei reni e dell’osso sacro. E’ il chakra delle energie sessuali, delle emozioni e della creatività. Regola la sfera sessuale e le relazioni amorose. Ci conferisce la volontà di affrontare la vita con entusiasmo. Il colore associato allo Svadhistana chakra è l’arancione e la sua pietra è la pietra di luna. La musica che stimola il secondo chakra è la musica classica o un qualsiasi brano che pizzichi la nostra immaginazione e le nostre emozioni. 3. chakra: Manipura chakra. Si trova sotto l’ombelico. E’ il chakra del plesso solare, cioè della crescita e dell’evoluzione. Regola, inoltre, i rapporti interpersonali. Questo chakra è molto importante poiché il suo equilibrio o squilibrio condiziona tutto il resto del corpo: se Manipura chakra è in equilibrio l’individuo si sente realizzato. Se è in uno stato di squilibrio l’individuo si sente depresso. Il colore associato a Manipura chakra è il giallo e la sua pietra è il topazio. Per stimolarlo sono indicate musiche con vivaci sonorità come il “gong” e le percussioni. 4. chakra: Anahata chakra. E’ il chakra del cuore, si trova al centro del petto. Vi sarà sicuramente capitato di provare una forte emozione, come una fitta al centro del petto, quando avete incontrato per la prima volta la vostra anima gemella o quando avete abbracciato una persona che amate. Questo chakra ci consente di provare sensibilità per la bellezza e l’armonia nelle cose, ci permette di provare l’amore ad alti livelli. Quando questo chakra è in equilibrio non proviamo più la smania di possesso ma proviamo amore incondizionato ed altruismo. Il colore abbinato a questo chakra è il verde e la pietra è lo smeraldo. Per armonizzare Anahata chakra è adatta la musica classica o le melodie sacre. 5. chakra: Vishudda chakra. E’ il chakra della gola, ci consente di comunicare e di esprimere i nostri sentimenti, anche con il pianto, il riso e la rabbia. Questo chakra è associato al colore azzurro, la sua pietra è il turchese. Per stimolarlo si possono ascoltare musiche corali o il suono delle onde del mare. 6. chakra: Ajna chakra. Si trova in mezzo alle sopracciglia. E’ il chakra del “terzo occhio”. Il terzo occhio si trova in mezzo alle sopracciglia e ci conferisce l’intuizione. Sono poche le persone che hanno aperto il terzo occhio. Sviluppare Ajna chakra significa sviluppare l’intuizione ed elevate capacità di memoria. Il colore di Ajna chakra è l’indaco e la pietra ad esso associata è lo zaffiro blu. Come musica è indicata la musica indiana, quella sacra e quella classica. 7. chakra: Sahasrara chakra. Si trova al di sopra della nostra testa. E’ detto anche “chakra della corona” o “loto dai mille petali”. Quest’ultimo chakra non è considerato propriamente tale in quanto rappresenta l’universalità dell’essere umano e si attiva solo allorquando l’individuo si separa dal mondo materiale. Questo chakra, infatti, ci mette in contatto con il divino. Il colore associato al Sahasrara chakra è il bianco, la pietra è il diamante e la musica adatta a far vibrare suddetto chakra è … la nostra voce interiore. Reiki, Pem e Yoga si basano sullo studio dei chakra e ci aiutano a mantenerli in attività e a far fluire correttamente l’energia in noi attraverso essi. E’ importante aver cura dei chakra poiché un loro malfunzionamento o uno spostamento di essi potrebbe cagionare dei disturbi fisici e psichici. Lo yoga è una via di realizzazione molto antica fondata in India. E’ più antico del Reiki e del Pem. Lo yoga risale infatti ai tempi dei Veda (testi sacri indiani), quindi a circa 4000 anni fa. E’ errato dire che lo yoga “completa” il Reiki perché lo yoga è già completo in sé. Il mondo occidentale non ha capito appieno il significato profondo dello yoga perché lo considera come una ginnastica e forse è anche per questo che viene considerato una complementarietà del Reiki.. Il termine yoga significa in realtà “unione con il divino”. Ci sono otto fasi dello yoga, tra cui anche il movimento fisico, per cui in Occidente lo yoga è considerato una ginnastica che fa star bene il corpo ma lo yoga non è solo questo: lo yoga cambia il nostro paradigma mentale facendoci capire che ciò che viviamo attraverso i nostri sensi non è la vera realtà ma un’illusione. Le otto fasi dello yoga (o otto discipline) sono: -Yama (astinenze, intese come ad esempio astenersi dalla violenza) -Niyama (osservanze, come purezza e studio di sé) -Asana (postura corretta e rilassamento) -Pranayama (regolazione del respiro) -Pratyahara (la mente si concentra su se stessa e si ha una completa padronanza dei sensi) -Dharana (concentrazione) -Dhyana (meditazione) -Samadhi (trance) Lo yoga considera la nostra vera identità (chiamata in India Atman) di natura divina. Oggi esistono vari tipi di yoga ma lo scopo è sempre lo stesso: riconoscere e realizzare la nostra essenza divina Tra i vari tipi di yoga vale la pena menzionare il kundalini yoga, particolarmente noto ed importante in quanto è un percorso lento e tortuoso della trasformazione del sé. Si ritiene che il kundalini yoga sia il padre di tutti i tipi di yoga. Lo yoga praticato in Occidente non è come quello praticato in India. Per lo yoga è necessaria non solo una certa filosofia di vita ma anche una certa flessibilità fisica che noi occidentali non possediamo. Per noi sono più consigliati il Reiki e il Pem. In Occidente lo yoga non richiede particolari iniziazioni che si ricevono invece nel Reiki e nel Pem e a differenza di queste due scuole non permette di somministrare trattamenti ad altri. Il Reiki è un insieme di tecniche fondate dal maestro giapponese Mikao Usui, nato nel 1865 e morto nel 1926. La parola Reiki è formata dal termine Rei che significa energia universale e Ki che significa energia di ogni essere vivente. La leggenda narra che Mikao Usui era mosso dalla voglia di conoscere il modo in cui Gesù riusciva a guarire le persone, così meditò su antichi testi indiani e buddisti contenenti simboli e metodi di guarigione e dopo 21 giorni ebbe un’illuminazione. Da quel giorno attorno a lui si verificarono miracoli. Il Reiki più che una tecnica è un insegnamento, è un modo per renderci responsabili della nostra vita e per insegnarci che siamo causativi. E’ una via di conoscenza e certo non si può negare che sia anche un insieme di tecniche per acquisire maggiore benessere psicofisico. Il Reiki è qualcosa che va oltre le religioni. Alcuni studiosi di testi antichi hanno avanzato l’assunto che il Reiki fosse già nel DNA degli uomini che abitarono il nostro pianeta prima di noi, come i Lemuri. Ciò vuol dire semplicemente che le civiltà anteriori alla nostra erano maggiormente evolute e consapevoli della loro essenza divina. Oggi i seminari di Reiki si compongono di tre livelli. Ogni livello si distribuisce nell’arco di due giorni (solitamente un week-end). Tra un livello e l’altro è consigliato attendere circa due mesi. Durante il primo livello si ricevono quattro iniziazioni e si apprende a percepire l’energia dei chakra, a fare autotrattamenti e trattamenti per gli altri. Nel secondo livello si impara a fare trattamenti a distanza. Dopo il terzo livello si diventa master Reiki e si possono insegnare ad altri le tecniche Reiki. Il termine Pem (http://www.parisenergymethod.com/pem/intro.html) sta per Paris Energy Method. E’ una scuola fondata da Paolo Oddenino Paris, psicologo e ricercatore nel campo della crescita personale. Il Pem è una via di realizzazione in cui si apprendono tecniche energetiche e trattamenti energetici per noi e gli altri. Tali tecniche aiutano a risvegliare la nostra coscienza e ad aumentare la consapevolezza. Essendo Paris ancora in vita, il Pem, a differenza del Reiki, può essere considerato più dinamico. Paris infatti crea sovente seminari nuovi come ad esempio Il rubino, seminari per vincere le paure, le mani eteree ecc. Paolo Oddenino Paris è stato iniziato a questa strada dal maestro Martin e la loro storia è simile a quella di Carlos Castaneda e don Juan. Il Pem si basa molto sulla libertà personale (insegna infatti ad essere e a sentirsi liberi)e si concentra sulla causatività del pensiero. Si compone di 10 livelli ed ha anche un’Accademia a Trofarello (TO) denominata Accademia di crescita personale (http://www.crescitapersonale.com/). Primo livello di Reiki e primo livello di Pem sono molto simili per quanto concerne le tecniche (trattamento dei chakra ecc.) ma è soprattutto la finalità ad essere la medesima: la libertà, il risveglio, che è anche la stessa finalità dello yoga. Che si scelga il Reiki, il Pem o lo yoga si sceglierà bene… quindi… buon risveglio!!! Leonella Cardarelli leonellacardarelli@virgilio.it
Bibliografia Albanese, M. Lo Yoga, Milano, Xenia edizioni, 1998 Centro Reiki e Cultura bioenergetica (a cura di), Reiki è amore, Calzetti-Mariucci editore, Assisi (PG), 1998 Colli, L. Chakra. Gemme di energia vitale, Colognola ai Colli (VR) Demetra edizioni, 1996 Lutge L., Yoga Kundalini, Diegaro di Cesena (FC), Macro edizioni, 1999 Mantovani, M. Il grande libro del reiki, Milano, Edizioni Mondadori, 1997
Webgrafia http://www.liberamenteservo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=509 http://www.parisenergymethod.com/pem/intro.html http://www.vocinellanotte.org/
Per le notizie sul Pem: Riviste El Nagual, ricevute dalla Scuola europea di crescita personale.
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