Come si attua un Karma... oltre l'illusione
Immaginiamo di avere un libro del tutto particolare, narrato al presente e così
bene che il lettore, scorrendolo, si immedesimi con il protagonista della storia
narrata e la viva nei minimi particolari provando sensazioni, pensieri, emozioni
così vive da dargli l'idea e il "sentire" di una vita reale; le
stesse ansie, i dubbi, i problemi.
Il lettore apre la prima pagina del libro e s'immerge nella storia narrata,
storia che all'inizio è lineare.
E' detto, nelle prime pagine: "il bimbo nasce". Il bimbo è il
protagonista ed il lettore, man mano che questa creatura comincia a percepire il
mondo che la circonda, allo stesso modo, attraverso a quegli occhi che si
dischiudono, vede e "sente" in modo frammentario ciò che lo scrittore
narra. Ma, come ho detto prima, lo vede e lo sente in modo reale, tanto che
s'immedesima nella storia stessa che vi è narrata, pagina su pagina, al
presente.
Il protagonista cresce ed ecco che la narrazione presenta un lato singolare: lo
scrittore, al punto in cui il protagonista manifesta le prime possibilità di
scelta, non prosegue una sola narrazione, ma scrive due o più storie parallele.
Così, ad esempio, fatti i primi studi, allo scrittore è venuta l'idea di
mutare il carattere del personaggio, farne un uomo che desidera studiare; ed
allora scrive una storia in cui il protagonista frequenta i vari tipi di scuola
e la storia si sviluppa in un determinato modo.
Però scrive anche un'altra storia in cui il protagonista non sente il richiamo
dello studio e desidera dedicarsi ad una vita di lavoro manuale, meno
intellettuale ma tuttavia sufficiente per garantirgli da vivere.
Certo che la storia in cui si narra che il protagonista segue questa vita umile
è diversa dall'altra storia in cui invece il protagonista segue una vita
intellettuale e presenta certi aspetti che l'altra storia non ha o viceversa; di
guisa che se il protagonista lo si segue in una delle due storie, sarà
gioco-forza per lui avere certe esperienze che non sono invece nell'altra
storia.
Ma ecco che il lettore, immedesimandosi di volta in volta nella narrazione che
si sussegue nelle pagine del libro, giunge al punto in cui le storie diventano
due. E deve operare una scelta.
Supponiamo che scelga la storia in cui il protagonista non è attratto dalla
vita di studio, ma segue un lavoro materiale che comporta fatica, fatica fisica.
Ed io vi ho detto che la storia è narrata così bene che chi la legge
s'immedesima con il protagonista e quindi vive questa vita di fatica.
"Ma - direte voi - dell'altra storia, che ne è?". L'altra storia è lì,
al pari di quella scelta dal lettore ed ha le stesse magiche possibilità, tanto
che se il lettore, anziché avere scelto quella che ha scelto avesse scelta
l'altra, sarebbe stata dal lettore vissuta allo stesso modo e gli avrebbe dato
la medesima sensazione di "realtà".
Ecco come si attua, quindi, un karma: operando una scelta non si sceglie un
unico fotogramma, ma scegliendo quel fotogramma s'imbocca una strada che conduce
l'individuo a percorrere tutte quelle situazioni cosmiche legate fra loro; una
strada tracciata che si fonda sulle leggi, così come la storia narrata nel
libro si fonda sulla narrazione dell'autore.
Direte voi: "Beh, certo che il protagonista dell'una o dell'altra storia ha
sviluppi diversi".
Supponiamo che, però, sia seguendo l'una storia che l'altra, nel protagonista
si raggiunga una maturazione, uno sviluppo identico.
Le esperienze sono state diverse; il protagonista della prima storia, quella
faticosa, impiegherà forse più tempo per giungere ad una meta, ma vi giungerà
egualmente.
Né si possa dire che una storia sia più bella dell'altra: entrambe siano
belle.
Né si possa dire che una storia sia stata più pensata dell'altra: entrambe
allo stesso modo siano create.
Né si possa dire che una storia anziché l'altra sia più presente nella mente
dell'autore: entrambe lo siano.
La scelta è lasciata al lettore il quale, che legga l'una storia anziché
l'altra, per quella magica possibilità, come l'interprete, raggiungerà
egualmente una maturazione interiore.
Cioè, secondo la nostra supposizione il protagonista avrà esperienze diverse,
ma egualmente svilupperà.
Ebbene, ha un senso chiedere che età ha il protagonista? Ha un senso chiedere
se questi è morto, una volta che si è giunti alle ultime pagine del libro? Ha
un senso chiedere se no esiste più, dal momento che la storia è narrata al
presente?
Evidentemente no. Perché il lettore, se riaprirà a caso una pagina di una
variante del racconto, tornerà a vivere la situazione ivi rappresentata, e in
modo tanto vivo e reale da avere la viva sensazione di totale esistenza. La
storia è narrata al presente, dunque ogni pagina è un "essere".
Possiamo dire "la storia è trascorsa"? Possiamo dire che chi la legge
ha finito di leggerla; ma se in fondo in fondo meditiamo, vediamo che ogni
pagina è sempre; e che rileggendo la prima pagina, nuovamente la storia ha
inizio, ma solo per chi scorra la prima pagina. Così come la storia ha fine per
chi l'ultima pagina ha terminato di leggere.
E può darsi che due creature leggano una stessa storia in cui due sono i
protagonisti, l'una immaginandosi ed immedesimandosi in uno di questi e l'altra
nell'altro protagonista? Ebbene, tutto è chiaro finché i lettori seguono la
vicenda leggendo sulla stessa pagina; ma nessuno e niente può impedire ai due
lettori protagonisti di seguire la storia con diverse pagine di distanza, così
l'uno sarà alla prima pagina e l'altro verso l'ultima.
L'uno potrà scegliere una variante della storia, l'altro l'altra variante e
provare sempre - da come l'opera è scritta bene - la sensazione di viverla
veramente. Viverla accanto all'altro protagonista quando il lettore che a questo
protagonista s'immedesima, è distante molte e molte pagine anche della variante
della storia che egli sta leggendo.
Meditate su questa strana conversazione. Pensate che la storia può essere il
Cosmo con tutte le situazioni cosmiche ed ogni situazione un fotogramma: che il
lettore è l'individualità; che il protagonista o i protagonisti, sono
l'individuo a gli individui; che lo sviluppo obbligato della storia è il karma
e il modo in cui si attua. E forse, in questa comparazione, un po' di luce sarà
in voi.
* * *
La situazione cosmica rimane sempre presente con il "sentire" degli
individui che in essa vi sono rappresentati, cristallizzato. Tutto presente
sentito e vissuto dall`Assoluto. Solo l'individuo, per circoscrizione di
percezioni, di consapevolezza, ha il senso del trascorrere, del passare. Ma in
realtà così non è.
Autore:
Umberto77
www.scienzeantiche.it
Estratto
dal libro “Oltre l’illusione” – Edizioni Mediterranee