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MARIA DI MAGDALAE IL GRANDE SEGRETO TEMPLAREdi Ugo Cortesi |
Riflettendo
su
fatti
storici
e biblici, seppure
personalmente
ritenga
che
la Bibbia
(nella
sua
seconda
parte: N.T.)
non
sia un
documento
“molto veritiero”,
ma certamente
uno
scritto
che seppur
postumo ai tempi,
è
uno
dei
pochi
che
raccontano,
a
volte in modo leggendario
e mitico,
un
pezzo
di
storia
dell’umanità.
Non
parlerò
della
discendenza
merovingia
dalla
dinastia
di Gesù e
quindi
di
Davide per
il fatto
che,
non
solo lo metto
in dubbio,
ma
ritengo
sia
una delle
“bufale”
più grandi
che
da circa
un secolo
e mezzo
qualcuno
cerca
di propinare.
Bisogna
ben
considerare
il
rovesciamento
delle
lettere,
specialmente
quelle
indicanti
un
nome,
poiché
si
tratta
di
un
uso
che
i
Templari
facevano
per
indicare
nomi
o
personaggi
che
"volutamente",
da
parte
di
chi ne
aveva
interesse,
erano
stati
male
indicati
nei
secoli.
Non
dico
che
Saunière
fosse
un
neotemplare,
di
certo era
a conoscenza (anche
prima
dei
suoi
ritrovamenti)
di
storia
templare,
stante
la
sua amicizia
ed i diversi
incontri
con il
deputato
Camillo
Dreyfus,
massone-templare
e direttore de’ La Nation
di Parigi.
Maria, dall’ebraico Miryam e dal greco Mariam o Maria (nella Bibbia dei Settanta, nei vangeli e negli Atti degli Apostoli) era un nome molto diffuso in Palestina ai tempi di Gesù e la si trova in iscrizioni antichissime scavate nelle regioni vicine, la cui più importante è la “mrym” indicata nelle tavolette di Ugarit (XV-XIV secolo a.C.) scoperte a Ras Shamra sulla costa fenicia. L’analisi della radice semitica, alla quale i filologi la fanno risalire, Maria potrebbe significare “ribelle”, “amara” o “forte”, ma anche “colei che si innalza” o che “è innalzata” oppure ancora “profetessa” o “Signora”. La tradizione cristiana di San Gerolamo la fa derivare dall'ebraico “mar yam” (goccia di mare), in latino stilla maris, o Stella maris, “stella del mare”, con cui viene pure indicata la madre di Gesù, chiamata Maria Vergine. Stella Maris era pure il nome di una nave templare che solcava la rotta di “Ofiuco”, legata alla storia (o leggenda come molti ritengono) delle sette sorelle, alle quali si deve collegare la fondazione dell’Ordine delle sorelle di Maria Maddalena (anno 1224), ad opera del Cavaliere Templare Rodolfo di Worms.
Il Nuovo Testamento cita sei donne col nome di Maria, le cui più importanti sono Maria la madre di Gesù e Maria Maddalena o di Magdala.
Magdala
era
il
suo
luogo
d'origine,
ubicato
sulla
costa
occidentale
del
lago
di
Tiberiade,
nei pressi
dell'attuale
Magdal.
Gesù l'aveva
liberata
da “sette demoni”,
cioè
da
una
folla
di
spiriti
malvagi
e
la donna
lo
seguì nelle
sue
peregrinazioni
mettendosi
al
suo servizio.
Il
ruolo
più
importante,
se
così
lo
si può
chiamare,
Maria
di
Magdala
lo ebbe
quando
fu
presente,
nel
giorno
del
Sabato,
alla
sepoltura
del
Maestro.
Dato
che
la
religione
ebraica
vietava,
al sabato,
qualsiasi
attività,
il rito
funebre
fu celebrato
il giorno
successivo. Quando Maria
di
Magdala
tornò
sul
posto
con
una
o
più donne
(sei
pie
donne)
portando
oli
ed
aromi
per
cospargere
il
morto, trovò
la tomba
aperta
e vuota. Questa
è
l’indicazione
dei
Vangeli
e della Chiesa,
ma non
dei
Templari. La
tradizione
della
Chiesa
cattolica
identifica
la
Maria
Maddalena
“liberata
dai sette
demoni”
con
Maria
di
Betania
o
con
la “peccatrice”
che
unse
di
balsamo
la testa di
Gesù.
Questa
ipotesi,
sostenuta
da Gregorio
Magno,
non
trova fondamento
nei testi evangelici. Diversa è la circostanza in cui Gesù ricevette l'omaggio dell'unzione, a Betania, da una donna di nome Maria, sorella di Marta. Cita,
infatti, Luca nel suo Vangelo: “Gesù
si trovava a Betania
nella
casa
di
Simone il lebbroso.
Mentre
stava
a mensa,
giunse
una
donna con
un
vasetto
di alabastro,
pieno di
olio
profumato
di
nardo genuino
di gran
valore;
ruppe
il vasetto
di
alabastro
e
versò l’unguento
sul suo capo. Ci furono
alcuni
che si sdegnarono
fra di
loro:
“Perché
tutto questo
spreco
di
olio
profumato?
Si
poteva
benissimo
vendere
quest’olio
a
più
di trecento
denari
e
darli ai
poveri! ”.
Ed erano
infuriati
contro
di lei.” Sarebbe
molto
strano
che
Luca,
citando
Maria di
Magdala
e
Maria
(di Betania),
sorella
di
Marta,
non
dica
che
era una peccatrice
e
non precisi
mai
che si
trattava
della
stessa
persona. Ci sono racconti popolari provenzali che narrano che, Maria Maddalena sbarcò nella località detta “les Saintes-Maries- de-la-Mer”, in compagnia di Marta e Lazzaro, fuggiti dalla prima persecuzione scatenata da Erode Agrippa contro i cristiani. Si sarebbe poi ritirata nei pressi di Marsiglia nella grotta chiamata “la Sainte Baume” dove sarebbe morta per poi essere sepolta a Saint-Maximin. E’ nell’XI secolo che i benedettini di Vezelay cominciano a diffonderne il culto di Maria Maddalena, asserendo di essere i custodi delle sue reliquie, a loro consegnate per proteggerle dai Saraceni che più volte erano sbarcati in Provenza. La storia potrebbe essere verosimile, ma come asserisce Anatole France: “Tutte le storie che non contengono menzogne sono mortalmente noiose”. La verità Templare è invece un’altra. Tornando
alla
differenza
fra
le
due
Marie,
Maria
Magdalena
e
Maria
di
Betania,
quest’ultima
era
la
sorella
di Lazzaro,
l'amico che
Gesù,
sempre
secondo
i
Vangeli,
resuscitò.
Quando
Gesù
si
trovava
a
Gerusalemme,
frequentava
abitualmente
la casa
a Betania,
un
villaggio
adiacente
alla
città
santa
dove
questa
Maria
abitava
con
Marta.
Pochi
giorni
prima
della
crocifissione,
Gesù
si
trovava
a
Betania,
invitato
da
Simone
il lebbroso,
quando
Maria,
per
ringraziarlo
e
rendergli
omaggio
gli
versò
sulla
testa
e
sui
piedi
un
prezioso
balsamo
che
asciugò
con
i
suoi
capelli.
Le
circostanze
sono
molto
diverse
anche
se l’ospitante
si
chiamava
anch'egli
Simone,
un
nome
del
resto
molto
diffuso.
Questo
Simone di
Galilea
è detto
“fariseo”
e
non
“lebbroso”.
D'altra
parte
l'unzione
di
profumo,
era
un
onore
che
veniva
tributato
non
di rado
agli
ospiti
di
rango.
La
“peccatrice”
intervenuta
al
banchetto
presso
il
fariseo
Simone
è una
donna
ben
diversa
da Maria
di
Betania.
Quest'ultima
ci
è
presentata
come
una
donna
dolce,
delicata,
tranquilla,
attenta
all'insegnamento
di
Gesù e
sua
amica mentre
l’altra
viveva
una vita
di lussuria,
per di
più
in Galilea,
ben
distante
da Betania. Per
restare
nell’argomento
delle
Marie,
ne
esiste
un’altra
che
nulla
ha a
che
fare
con
le prime
due,
ma
ha
a
che
fare
con Gesù
essendone
parente.
Si
tratta
di
Maria
“madre
di
Giacomo
il
Minore”
e
di
Giuseppe,
la
stessa
donna
che
Matteo
chiama
“l'altra
Maria”.
Faceva
parte
del
gruppo
delle
“pie
donne”
che
seguirono
Gesù
dalla
Galilea
“per
servirlo”
e
assisterlo
con
i loro
beni
.
I
vangeli
sinottici
collegano
sempre
la
sua
presenza
a
quella
di
Maria
di
Magdala
. Matteo
e
Marco
la
indicano
fra
i
fedeli
che
osservavano
da
lontano
la
crocifissione
di
Gesù
sul
Golgota.
Questa
terza
Maria
potrebbe
anche
essere
la
stessa
che
Giovanni
indica
come
“sorella”
di Maria,
madre
di
Gesù,
che
le
stava
al
fianco
ai piedi
della
croce.
Quindi
la
zia
di
Gesù.
Sta
di
fatto
che
sia
questa
Maria
che
la
Maddalena
assistettero
alla
tumulazione
di Gesù
e
ritornarono
il
giorno
dopo
con
altre
cinque
pie
donne
per
cospargerne
il
corpo
di
balsami,
ma
trovarono
la cripta
vuota.
Ma
anche
questa
non
è
la verità
Templare. E’ molto improbabile quanto asserisce Raban Maar e cioè che Maria Maddalena fosse di sangue reale perché di famiglia asmonita. La famiglia degli Asmonei, che comprendeva pure i Maccabei, terminò nel 40 a.C. quando Erode fu proclamato re di Giudea. Inoltre gli asmonei prediligevano le cose terrene, le proprietà e le ricchezze, all’ideale religioso. Quindi è molto improbabile che Maria Maddalena, che non risulta discendere da Erode, fosse di famiglia asmonita. Veniamo ora alla vita religiosa di Gesù, basandoci sia ai Vangeli che ai ritrovamenti di Qumran. Per completezza del discorso, ripeto alcuni punti di quanto già indicato in un altro mio scritto: "Yesuha ben Josep detto Gesù – un grande comunista”: Non c’è alcun dubbio che Gesù fosse un ebreo esseno, come del resto lo era la massima parte degli ebrei a quel tempo. Gli Esseni erano una discendenza delle dodici tribù di Israele ed erano appunto coloro che hanno scritto e nascosto i rotoli del Mar Morto. I rotoli rappresentano non solamente un atto religioso e quindi un documento di fede, ma una vera e propria ricchezza storica di comportamento e di cronaca. Questi documenti sono databili in un tempo che va dal IV secolo a.C. fino ad un periodo che può stabilirsi fra il 70 ed il 132 d.C. Gli Esseni si attenevano a due Regole principali, La Regola della Comunità e la Regola della Guerra, i cui testi, quasi integrali, si trovano fra i rotoli di Qumrân, e sono già stati tradotti e pubblicati. Da ciò deriva che gli Esseni, che erano portatori del verbo del Signore, di Abramo e di Mosè, non erano poi così propensi a porgere l’altra guancia, sebbene in maggioranza fossero religiosamente miti e politicamente moderati. Facevano parte di una frangia degli Esseni, gli Zeloti, ossia gli zelanti della legge sia divina che umana. Addirittura lo storico romano Giuseppe Flavio, enumerando le correnti del periodo ebraico, mette gli Zeloti al quarto posto dopo i Sadducei, i Farisei e gli stessi Esseni, di cui appunto gli Zeloti erano una derivazione e che quindi pure essi seguivano le regole della Comunità e della Guerra. Come riferisce lo storico e studioso C. Roth, gli Zeloti costituivano un partito di gelosi e feroci custodi della legge e dell’indipendenza politica degli Ebrei. Gli Zeloti erano apertamente antagonisti dei Romani e non avrebbero mai accettato la pace con gli stessi, poiché li ritenevano usurpatori del loro territorio e del loro popolo. A loro interno, gli Zeloti, avevano una frangia estremista, quella dei Nazorei o Nazirei (da Nazor il Maestro di Giustizia) e si rifiutavano di pagare le tasse ai Romani (Kittim o Kthjjm), manifestando il diritto di uccidere chiunque, non ebreo, oltrepassasse i limiti dei cortili del Tempio. Un’altra importante figura era quella del Sacerdote Empio. Quando
Gesù
compì
i 30
anni
di età,
fu
eletto
Maestro
di
Giustizia
poiché
così
prevedeva
la
Regola,
Gesù
fu eletto
Maestro
di
Giustizia
e nello
stesso
periodo,
Paolo
era
il
Sacerdote
Empio.
Per
capire
bene
le
due
figure,
il
Maestro
di
Giustizia
era
colui
che
presiedeva
alla
vita
politica
e
religiosa
della
comunità,
faceva
sì
che
le
regole
gli
usi
fossero
seguiti
da
tutti,
era
responsabile
delle
attività
umane,
decideva
il
da
farsi,
era
giudice
e
comminava
le
pene.
Per
la
sua
“attività”
si
atteneva
alle
decisioni
del
Consiglio
poiché
le facoltà
personali
erano
molto
limitate.
Il Sacerdote
Empio,
invece,
presiedeva
alla
vita
religiosa
della
comunità,
faceva
proposte,
ma non
aveva
facoltà
di
intervenire
nelle
attività
sociali. Quindi
fra
Paolo
e
Gesù,
il
più
“mite”
era
il
primo.
Alcuni
hanno
ritenuto,
forse
per
questioni
di
parte
e religiose,
di
attribuire
i
testi
al
cristianesimo-primitivo,
ma diversi
studiosi,
fra
i
quali
Margoliout
e
Fitzmyer
ritengono
i
testi,
anche
quelli
scritti
successivamente
(come
il
Documento
di Damasco)
di
origine
zelota,
nazorea
ed
ebionita,
almeno
fino
al
300
d.C.
quando
la
maggior
parte
dei
seguaci
di
questi
gruppi,
divenuti
ex-ebraici,
confluisce
in quel
movimento
più
propriamente
chiamato
cristianesimo. Il
periodo
di
vita
di
Gesù
può
essere
datato,
secondo
l’attuale
calendario,
dal
2-3
d.C.
fino
al
34-35.
La
vita
di
Gesù
è
di
circa 32-33
anni e
cioè
2-3
anni
dopo
il
periodo
di pieno
sacerdozio
voluto
dalle
Regole. Gli
Esseni,
Zeloti
e
Nazorei,
al
tempo
di
Gesù
erano
poco
più
di
quattromila,
sparsi
un po’
dovunque,
ma
specialmente
sulla sponda
occidentale
e settentrionale
del Mar
Morto
(Plinio
il Vecchio). Veniamo
ora
a quelli
che
erano
i
precetti
che
tutti
dovevano
seguire,
vale
a
dire
i
dettami
della
Regola
della
Comunità
e
di quella
dell’Assemblea. Per
capire
meglio
l’argomento,
che
sarà
poi
legato
ai ritrovamenti
di
Saunière,
citerò
fra
parentesi
alcuni
punti
di
alcuni paragrafi
rilevati
dal
testo
qumranico
della
Regola
della
Comunità. Par.
II
-
:
I
sacerdoti
benediranno
tutti
gli
uomini
della
sorte
di
Dio
che cammineranno
integralmente….(2)
-
I leviti
malediranno
tutti
gli
uomini
della
sorte
di
Belial…..(5)
– Nota:
I
membri
della
Comunità
erano
divisi
in
tre
categorie
fondamentali:
sacerdoti,
leviti
e
laici (tutti
gli
uomini). Par.
III -
: Per
il saggio
affinché istruisca
e ammaestri
tutti
i
figli
della
luce
….
e
sul
tempo
della loro
retribuzione. (13,14,15).
- In
una sorgente
di luce
sono le origini
della
verità e
da
una
fonte
di tenebra
le
origini
dell’ingiustizia.
(19)
- Par.
IV -
: … e
nascondere
fedelmente
i misteri
della
conoscenza:
questi
sono gli
elementi
fondamentali
dello
spirito
per
i figli
della
verità che
sono
nel
mondo.
(6) Par.
VI
-
:
…l’inferiore
obbedirà
al
superiore
per
quanto
concerne
il
lavoro
e
il
denaro;
mangeranno
in
comune,
benediranno
in comune
e
delibereranno
in
comune
(2,3)
-
E
allorché
disporranno
la
tavola
per
mangiare
o
il
vino
dolce
per bere
(5)
–
Nota:
Il vino
dolce
o
meglio
il mosto
era
usato
solamente
dai nazorei. Par.
VIII -
: Nel
consiglio della
comunità
ci saranno
dodici uomini
e
tre sacerdoti
perfetti
in ogni
cosa manifestata
da
tutta
la legge,
per
praticare
la
verità,
la giustizia……(1
– 2)
–
Nota:
I
12 uomini
erano
laici
che
rappresentavano
le
12
tribù
di Israele.
--
Questo
è
il
muro
provato,
la
pietra
d’angolo
inestimabile!
Non
vacilleranno
le
sue
fondamenta
né
saranno
mosse dal
loro
posto.
(7 –
8)
- Nota:
su questo
punto
è
bene
citare
anche
Isaia
28,16:
“Guardate!
Pongo
in Sion
una pietra,
una
pietra
scelta,
angolare,
preziosa,
quale
fondamento:
chi
vi crederà
non
vacillerà”. Par.
IX
-
:
Sarà
una
persona
piena
di
zelo
per lo
statuto
e
per
il
suo
tempo,
per
il
giorno
della
vendetta
e
per
compiere
il beneplacito
di Dio
in
ogni
opera
delle
sue mani
e in
ogni
sua
attività
(23,24) Par.
XI
-
:
…il
mio
occhio
contempla
una
saggezza
nascosta
all’uomo,
scienza
e
pensieri
prudenti,
celati
ai
figli
di
Adamo…(6).
Gli
Esseni,
Nazirei
e
Zeloti
rappresentavano
le
classi
sociali
più
deboli
e
si
contrapponevano
alle
altre
tribù
israelite,
in particolare
dei
Farisei
e
Sadducei,
che
erano
un’elite
religioso-politica.
Per
questi
ultimi,
quindi,
Gesù
ed
i suoi
discepoli
esseno-nazirei
erano
personaggi
scomodi,
al
punto
non
solo
di
contrastarli,
ma di
eliminarli.
Eliminando
però
il
loro
Capo,
gli
altri
sarebbero
venuti
a miti
consigli.
Dopo
torneremo
su
questo
punto,
ma prima
è bene
indicare
la temporalità
del noviziato
per capire
il
perché
Gesù
cominciò
a predicare
all’età
di
30 anni.
Le
norme
di
comportamento
erano
dettate
dalla
Regola
dell’Assemblea
che
delinea
appunto
il
cammino
per
chi
veniva
ammesso
allo
studio
nella
comunità.
Citerò
i punti
essenziali
di
detta
Regola: -
Allorché
giungeranno,
raduneranno
tutti
gli
arrivati,
dai
bambini
alle
donne,
e
leggeranno
alle
loro
orecchie
tutti
gli statuti
del
patto e
li istruiranno
in tutte
le
loro
disposizioni,
affinché
non
sbaglino
commettendo
inavvertenze.
(I- 4,5) -
Fin
dalla
sua
giovinezza
lo
si
istruirà
sul
libro
della
meditazione
e,
secondo
la
sua
età,
lo
ammaestreranno
sugli
statuti
del patto,
ed egli
riceverà
la sua
educazione
nelle
loro
disposizioni
per dieci
anni.
(I-7,8) -
All’età
di
venti
anni
passerà
tra
gli
arruolati,
entrando,
in
base
alla
sorte,
in
mezzo
alla
sua
famiglia,
in comunione
con
l’assemblea
santa….(I-9) -
All’età
di
venticinque
anni entrerà
a
partecipare
alle
strutture
fondamentali
dell’assemblea
santa…(I-13) -
All’età
di
trenta
anni
potrà
essere
promosso
ad
arbitrare
una
lite
e un
giudizio,
a
prendere
posto
tra
i
capi
delle
migliaia
di Israele,
tra i
comandanti
delle
centurie
e i
comandanti
delle
cinquantine…(I-14) -
Ma
nessun
uomo
poco
dotato
entrerà
nel
sorteggio
per
accedere
a
un
posto
sopra
l’assemblea
di
Israele
per
emettere
una
sentenza
o
per
assumere
una
carica
dell’assemblea
o
per
accedere
ad
un
posto
nella
guerra
destinata
ad
abbattere
le nazioni.
(I-20,21) -
Questa
sarà
la
seduta
dei
notabili,
chiamati
al convegno
per
il
consiglio
della
comunità,
quando
Dio
avrà
fatto
nascere
il messia
in mezzo
a loro.
II-11,12)
– Nota
: Il
messia
esseno
non
è
una
personalità
celeste,
ma il
Maestro
di Giustizia
del momento.
Gesù
è stato
Maestro
di Giustizia. -
E
quando
si
raduneranno
alla
mensa
comune
oppure
a
bere
il
vino
dolce,
allorché
la
mensa
comune
sarà
pronta
e
il
vino
dolce
da bere
sarà
versato,
nessuno
stenda
la sua
mano
sulla
primizia
del
pane
e
del
vino
dolce
prima
del
sacerdote, giacché
egli
benedirà la
primizia del
pane e
del vino
dolce e
stenderà per
primo la
sua mano
sul pane...(II-
Riporto
pure
alcuni
passi
della
Regola
della
Guerra,
a
testimonianza
che
gli
Esseni,
Zeloti
e
Nazorei
non
erano
poi
tanto
propensi
a
porgere
l’altra
guancia,
specialmente
a
coloro
che
li
opprimevano
o
invadevano
la
loro
terra.
Erano
buoni
e pii,
ma
si
facevano
rispettare
anche
con
le armi.
Questo
documento
è
importantissimo
per
capire
il perché
anche
i Romani
avevano
astio
nei
confronti
degli
Zeloti
e
Nazorei,
prediligendo
invece
la
casta
del
sinedrio
che
meglio
si adeguava
alle
risoluzioni
politiche
di
Roma.
-
E
questo
è
il
libro
della
Regola
della
Guerra.
L’inizio
si
avrà
allorché
i
figli
della
luce
porranno
mano
all’attacco
contro
il partito
dei
figli
delle
tenebre,
contro
l’esercito
di
Belial,
contro
la
milizia
di
Edom,
di
Mohab,
dei
figli
di
Ammon…..…
contro
le
milizie
dei
Kittim
di Assur….(I-1,2)
-
Nota
:
I
Kittim
o
Kthjjm
(di
Assur)
sono
stati
individuati
nei
Romani
che venivano
in Palestina
dal
nord. -
E
dopo
la
guerra
se
ne
andrà
di
là,
contro
tutte
le
milizie
dei
Kettim
in Egitto
(I-4)
– Nota:
A quell’epoca
i Romani
avevano
già
occupato
parte
dell’Egitto. - Verità
e
giustizia
risplenderanno
per
tutti
i
confini del
mondo,
illuminando
senza
posa
fino a quando
saranno
finiti
tutti
i tempi stabiliti
per le
tenebre. (I-8). La gente
seguiva
i
suoi
insegnamenti,
lo
andava
ad
ascoltare
durante
il
suo
peregrinare,
abbandonando
quella
che
era la
linea
ufficiale
della religione
ebraica
e
cioè
i
dettami
del
Sinedrio.
Il Sinedrio era una
congrega
religiosa
composta da sacerdoti
e da saggi;
in pratica
erano
coloro
che determinavano
le linee
politiche
e religiose
che
il popolo
doveva
seguire.
Nessuno
più
ascoltava
i
sacerdoti del Sinedrio
per
accorrere
invece
dove
predicava
Gesù.
Quindi
Gesù,
come
già detto
in precedenza,
era
diventato
scomodo.
Per
questo viene
inquisito
e condannato
a
morte
dal Sinedrio. A tal proposito
per
poter poi
continuare
il
discorso
che
lega
Gesù,
Maria Maddalena
e
i Templari
citerò
alcuni
brani
dei - Cospirazione del Sinedrio; -
Cattura; - Gesù
davanti
al sinedrio
(per Matteo Marco
e Luca); - Gesù
davanti
a Anna e Caifa
(solo
per Giovanni); - Crocifissione; - Agonia
e morte; - Sepoltura; -
Risurrezione. Certamente
molti
di voi
avranno
già
letto questi passi,
ma
vi
chiedo
di
rileggerli
per
rinfrescarvi
la
memoria,
tenendo
conto
che
sono
dichiarazioni
riconosciute
dalla
chiesa
e
quindi
non
si
parli
di
irriverenza
da
parte
di
alcuno.
Indicherò
i capitoli
ad
uno
ad uno nell’ordine
sopra
indicato
ed
ognuno
riferito
ai
quattro
estensori
(Matteo,
Marco,
Luca
e
Giovanni)
nella
stessa sequenza. •
Cospirazione
del Sinedrio: MATTEO
- Capitolo 26 - VII. PASSIONE
E RISURREZIONE - Complotto
contro Gesù 1 Terminati
tutti
questi
discorsi,
Gesù
disse
ai
suoi
discepoli: 2 “Voi
sapete
che fra due giorni
è Pasqua
e che
il Figlio
dell’uomo
sarà
consegnato per
essere
crocifisso”. 3 Allora
i sommi
sacerdoti
e
gli anziani
del popolo
si riunirono
nel
palazzo
del sommo
sacerdote, che
si chiamava
Caifa, 4 e tennero
consiglio
per arrestare
con un inganno
Gesù
e farlo
morire. 5 Ma
dicevano:
“Non
durante
la festa,
perché non
avvengano
tumulti
fra
il popolo”. MARCO -
Capitolo
14
- V. LA PASSIONE
E LA RISURREZIONE DI GESÙ - Complotto contro
Gesù 1 Mancavano intanto
due giorni alla
Pasqua
e agli
Azzimi
e i sommi
sacerdoti
e gli
scribi
cercavano
il modo di
impadronirsi
di lui
con inganno,
per ucciderlo. 2 Dicevano infatti: “Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo”.
LUCA - Capitolo 22 - VI. LA PASSIONE - Complotto
contro Gesù
e tradimento
di Giuda 1 Si avvicinava
la festa
degli
Azzimi,
chiamata
Pasqua, 2 e i
sommi
sacerdoti
e gli
scribi
cercavano
come toglierlo
di mezzo,
poiché
temevano il
popolo. 3 Allora
satana
entrò in Giuda,
detto Iscariota,
che
era
nel
numero
dei Dodici. 4 Ed
egli andò a discutere
con i sommi sacerdoti e i capi
delle
guardie sul
modo di
consegnarlo
nelle
loro
mani. 5 Essi
si rallegrarono
e si
accordarono di dargli
del
denaro. 6 Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.
GIOVANNI -
Capitolo
11- I
capi
Giudei
decidono
la morte
di Gesù 45 Molti
dei Giudei
che
erano venuti
da Maria,
alla
vista di
quel
che egli
aveva
compiuto,
credettero
in lui. 46 Ma alcuni
andarono
dai farisei
e riferirono
loro
quel che
Gesù
aveva fatto. 47 Allora
i sommi
sacerdoti e i farisei
riunirono
il sinedrio e dicevano: “Che facciamo?
Quest’uomo
compie
molti
segni. 48 Se
lo
lasciamo
fare
così,
tutti
crederanno
in
lui
e
verranno
i
Romani
e
distruggeranno
il nostro
luogo
santo
e la
nostra nazione”. 49 Ma uno di loro,
di nome
Caifa, che era sommo
sacerdote
in
quell’anno,
disse
loro:
“Voi non
capite
nulla 50 e non considerate
come
sia
meglio
che muoia
un solo
uomo per
il
popolo
e non
perisca la nazione
intera”. 51 Questo
però
non lo disse
da
se
stesso,
ma
essendo sommo
sacerdote
profetizzò che Gesù
doveva
morire per la
nazione 52 e non
per la nazione
soltanto,
ma anche
per
riunire
insieme
i figli
di Dio che erano dispersi. 53 Da quel
giorno
dunque decisero
di ucciderlo. 54 Gesù pertanto
non
si
faceva
più
vedere
in
pubblico
tra
i Giudei;
egli
si
ritirò di là
nella
regione
vicina
al
deserto,
in
una città chiamata
Efraim,
dove
si trattenne con
i
suoi
discepoli. •
Cattura: MATTEO
- Capitolo
26 - VII. PASSIONE E
RISURREZIONE
- L’arresto di
Gesù 47 Mentre parlava
ancora,
ecco arrivare
Giuda, uno
dei
Dodici,
e con
lui
una gran
folla
con
spade
e
bastoni,
mandata
dai
sommi
sacerdoti
e dagli anziani
del
popolo. 48 Il traditore
aveva
dato loro questo
segnale
dicendo:
“Quello
che
bacerò,
è lui;
arrestatelo!
”. 49 E subito
si avvicinò
a Gesù
e disse:
“Salve,
Rabbi!
”. E lo
baciò. 50 E Gesù
gli
disse: “Amico,
per questo sei
qui! ”.
Allora
si
fecero avanti e misero
le mani
addosso
a
Gesù
e lo
arrestarono. 51 Ed
ecco,
uno
di quelli
che erano
con
Gesù,
messa
mano
alla
spada,
la estrasse
e colpì
il
servo
del
sommo
sacerdote
staccandogli
un orecchio. 52 Allora
Gesù
gli disse:
“Rimetti
la
spada
nel
fodero,
perché
tutti quelli che
mettono mano
alla
spada
periranno
di spada. 53 Pensi
forse che io non possa
pregare
il Padre
mio,
che
mi darebbe
subito più di
dodici
legioni
di angeli? 54 Ma come
allora si
adempirebbero
le Scritture,
secondo
le quali
così deve avvenire? ”. 55 In quello
stesso
momento
Gesù disse
alla
folla:
“Siete
usciti
come contro
un brigante,
con
spade e bastoni,
per
catturarmi. Ogni
giorno stavo seduto
nel
tempio
ad insegnare,
e non mi
avete arrestato. 56 Ma tutto
questo
è
avvenuto
perché
si
adempissero
le
Scritture dei
profeti”.
Allora tutti
i discepoli,
abbandonatolo,
fuggirono. MARCO -
Capitolo 14- V. LA
PASSIONE E
LA RISURREZIONE
DI GESÙ - L’arresto di Gesù 43 E
subito, mentre ancora
parlava,
arrivò Giuda,
uno dei
Dodici, e con lui una
folla
con
spade
e bastoni
mandata
dai
sommi sacerdoti,
dagli
scribi
e dagli
anziani. 44 Chi
lo
tradiva
aveva
dato loro
questo
segno:
“Quello che bacerò,
è lui; arrestatelo
e
conducetelo
via
sotto
buona
scorta”. 45 Allora
gli si
accostò
dicendo:
“Rabbi”
e lo baciò. 46 Essi
gli misero
addosso le mani
e lo
arrestarono. 47 Uno dei presenti,
estratta
la spada,
colpì
il servo
del sommo sacerdote e gli
recise
l’orecchio 48 Allora
Gesù disse
loro: “Come contro
un
brigante,
con
spade
e bastoni
siete venuti a prendermi. 49 Ogni
giorno
ero in mezzo a voi
a insegnare
nel tempio,
e non mi
avete
arrestato.
Si
adempiano dunque
le Scritture! ”. 50 Tutti
allora, abbandonandolo,
fuggirono. 51 Un giovanetto però
lo seguiva, rivestito
soltanto
di un lenzuolo, e lo fermarono. 52 Ma egli,
lasciato
il lenzuolo, fuggì
via
nudo. LUCA
- Capitolo 22 - VI. LA PASSIONE
- L’arresto
di Gesù 47 Mentre
egli
ancora
parlava,
ecco
una
turba
di
gente;
li
precedeva
colui
che
si
chiamava
Giuda,
uno
dei
Dodici,
e
si accostò a Gesù
per baciarlo. 48 Gesù
gli disse:
“Giuda,
con un
bacio
tradisci
il Figlio
dell’uomo? ”. 49 Allora
quelli
che
eran
con
lui,
vedendo
ciò che
stava
per
accadere,
dissero: “Signore,
dobbiamo
colpire
con
la
spada? 50 E uno di
loro
colpì
il servo del sommo
sacerdote e gli
staccò
l’orecchio
destro. 51 Ma Gesù
intervenne dicendo: “Lasciate,
basta
così!
”. E toccandogli l’orecchio,
lo guarì. 52 Poi
Gesù
disse
a
coloro
che
gli eran
venuti
contro,
sommi
sacerdoti,
capi
delle
guardie
del
tempio
e anziani: “Siete usciti
con spade e bastoni
come contro un brigante? 53 Ogni giorno
ero
con
voi nel
tempio
e non
avete
steso le mani
contro
di me; ma
questa
è
la
vostra
ora,
è
l’impero delle
tenebre”. GIOVANNI - Capitolo
18 -
2. LA PASSIONE
- L’arresto di Gesù 1
Detto questo,
Gesù uscì con
i suoi
discepoli
e andò
di
là dal
torrente
Cèdron,
dove
c’era
un giardino nel quale
entrò con
i suoi discepoli. 2 Anche
Giuda, il traditore,
conosceva
quel posto, perché
Gesù vi si ritirava
spesso con i
suoi
discepoli. 3 Giuda
dunque,
preso un
distaccamento di
soldati e delle
guardie
fornite
dai
sommi
sacerdoti
e dai farisei,
si
recò
là con lanterne,
torce
e armi. 4 Gesù
allora, conoscendo
tutto
quello
che gli
doveva
accadere,
si fece innanzi
e disse loro:
“Chi
cercate?
”. 5 Gli risposero:
“Gesù,
il Nazareno”.
Disse loro Gesù:
“Sono
io! ”. Vi era
là con
loro
anche Giuda, il
traditore. 6 Appena
disse
“Sono io”,
indietreggiarono
e caddero a
terra. 7 Domandò
loro
di
nuovo:
“Chi cercate? ”. Risposero:
“Gesù,
il Nazareno”. 8 Gesù
replicò:
“Vi ho
detto che
sono
io. Se dunque
cercate
me, lasciate
che questi se ne vadano”. 9 Perché
s’adempisse
la parola
che
egli
aveva
detto: “ Non
ho perduto
nessuno
di quelli
che mi hai dato ”. 10 Allora
Simon
Pietro,
che
aveva una
spada,
la
trasse
fuori
e colpì
il
servo del
sommo
sacerdote
e gli
tagliò l’orecchio
destro. Quel
servo si chiamava
Malco. 11 Gesù
allora
disse
a Pietro: “Rimetti
la tua
spada
nel fodero;
non
devo
forse
bere
il calice che
il Padre mi
ha dato? ”.
•
Gesù
davanti al sinedrio
(per Matteo Marco e Luca): MATTEO
- Capitolo 26 - VII. PASSIONE
E RISURREZIONE - Gesù davanti al sinedrio 57 Or quelli che
avevano
arrestato
Gesù,
lo
condussero
dal
sommo
sacerdote
Caifa,
presso
il quale
già
si
erano
riuniti
gli scribi
e gli anziani. 58 Pietro
intanto
lo
aveva
seguito
da
lontano
fino al
palazzo
del sommo
sacerdote;
ed
entrato
anche lui,
si
pose a sedere
tra i
servi,
per vedere la
conclusione. 59 I sommi
sacerdoti
e tutto
il sinedrio
cercavano
qualche
falsa
testimonianza
contro
Gesù,
per condannarlo
a morte; 60 ma non
riuscirono
a trovarne
alcuna,
pur
essendosi
fatti avanti molti
falsi testimoni. 61 Finalmente
se
ne
presentarono
due, che
affermarono:
“Costui
ha dichiarato:
Posso
distruggere
il
tempio
di
Dio
e ricostruirlo
in tre
giorni”. 62 Alzatosi il sommo
sacerdote
gli
disse: “Non rispondi
nulla? Che cosa
testimoniano
costoro
contro
di te? ”. 63 Ma
Gesù
taceva.
Allora
il sommo
sacerdote
gli
disse:
“Ti
scongiuro,
per
il
Dio
vivente,
perché
ci
dica
se
tu
sei
il 64 “Tu l’hai
detto,
gli
rispose
Gesù, anzi
io
vi dico:
d’ora
innanzi
vedrete
il
Figlio
dell’uomo
seduto
alla
destra
di
Dio,
e venire
sulle
nubi del
cielo ”. 65 Allora il
sommo sacerdote
si
stracciò
le vesti dicendo:
“Ha
bestemmiato!
Perché abbiamo
ancora bisogno
di testimoni?
Ecco,
ora
avete
udito la
bestemmia; 66 che ve
ne pare? ”. E quelli risposero:
“È reo
di morte!
”. 67 Allora gli sputarono
in faccia
e lo
schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, 68 dicendo:
“Indovina,
Cristo! Chi è che ti ha percosso?
”. MARCO -
Capitolo 14 - V. LA PASSIONE E
LA RISURREZIONE
DI GESÙ - Gesù davanti al
sinedrio 53 Allora
condussero
Gesù dal
sommo
sacerdote,
e là
si riunirono
tutti i
capi
dei sacerdoti, gli
anziani e
gli scribi. 54 Pietro
lo
aveva
seguito da lontano,
fin
dentro
il
cortile
del
sommo
sacerdote;
e se
ne
stava
seduto
tra i servi,
scaldandosi
al fuoco. 55 Intanto
i capi
dei
sacerdoti
e
tutto
il sinedrio
cercavano una
testimonianza
contro
Gesù
per
metterlo
a
morte,
ma
non la trovavano. 56 Molti
infatti attestavano
il falso
contro di lui e
così le
loro testimonianze
non erano
concordi. 57 Ma alcuni
si alzarono
per testimoniare
il falso
contro di lui,
dicendo: 58 “Noi
lo abbiamo
udito
mentre
diceva:
Io
distruggerò
questo
tempio
fatto
da
mani d’uomo e in
tre giorni
ne edificherò
un altro non fatto
da mani d’uomo”. 59 Ma nemmeno
su questo
punto
la
loro testimonianza
era concorde. 60 Allora
il sommo
sacerdote,
levatosi
in
mezzo
all’assemblea,
interrogò
Gesù
dicendo:
“Non
rispondi
nulla?
Che
cosa
testimoniano
costoro
contro
di te?
”. 61 Ma
egli
taceva e
non
rispondeva nulla. Di nuovo il sommo
sacerdote
lo
interrogò dicendogli:
“Sei
tu
il
Cristo,
il
Figlio di
Dio benedetto?
”. 62 Gesù
rispose:
“Io
lo
sono! E vedrete il Figlio
dell’uomo 63 Allora
il sommo
sacerdote,
stracciandosi
le vesti,
disse:
“Che
bisogno abbiamo
ancora di testimoni? 64 Avete udito
la bestemmia;
che ve ne
pare?
”. Tutti
sentenziarono
che
era reo
di morte. 65 Allora alcuni cominciarono
a sputargli
addosso,
a coprirgli
il volto, a
schiaffeggiarlo
e a dirgli: “Indovina”.
I servi
intanto
lo percuotevano. LUCA
- Capitolo 22 - VI. LA PASSIONE
- Gesù
davanti
al sinedrio 66 Appena
fu
giorno,
si riunì
il
consiglio degli
anziani
del
popolo,
con
i sommi
sacerdoti e
gli scribi; lo condussero
davanti
al sinedrio
e gli dissero: 67 “Se tu
sei il Cristo,
diccelo”.
Gesù rispose:
“Anche
se ve lo
dico,
non mi crederete; 68 se vi
interrogo,
non mi
risponderete. 69 Ma da
questo
momento
starà
il Figlio
dell’uomo
seduto
alla
destra
della
potenza di Dio”. 70 Allora
tutti esclamarono: “Tu dunque
sei il
Figlio di Dio?
”. Ed
egli
disse
loro:
“Lo
dite voi
stessi:
io lo
sono”. 71 Risposero:
“Che
bisogno abbiamo
ancora
di testimonianza? L’abbiamo
udito noi
stessi
dalla
sua bocca”. GIOVANNI - Capitolo
18 -
2. LA PASSIONE
- Gesù
davanti ad
Anna
e a Caifa. 12 Allora
il distaccamento
con il comandante e le
guardie
dei Giudei
afferrarono Gesù,
lo legarono 13 e lo condussero prima
da Anna: egli
era
infatti suocero
di Caifa,
che
era
sommo
sacerdote
in
quell’anno. 14 Caifa poi era quello
che
aveva
consigliato
ai Giudei:
“È meglio
che
un uomo solo
muoia
per il
popolo”. 15 Intanto
Simon
Pietro
seguiva Gesù
insieme con un altro
discepolo.
Questo
discepolo
era conosciuto
dal sommo
sacerdote
e
perciò
entrò
con
Gesù
nel
cortile
del sommo sacerdote; 16 Pietro
invece
si
fermò
fuori,
vicino
alla porta.
Allora quell’altro discepolo,
noto al sommo
sacerdote,
tornò
fuori, parlò alla
portinaia
e
fece
entrare
anche
Pietro. 17 E la
giovane
portinaia disse
a Pietro:
“Forse
anche
tu sei
dei
discepoli
di
quest’uomo?
”. Egli
rispose:
“Non
lo sono”. 18 Intanto
i servi
e le guardie avevano acceso
un
fuoco,
perché
faceva
freddo,
e
si
scaldavano;
anche
Pietro
stava
con loro
e si scaldava. 19 Allora
il sommo
sacerdote
interrogò
Gesù
riguardo ai suoi
discepoli
e alla
sua dottrina. 20 Gesù gli
rispose:
“Io ho
parlato al mondo
apertamente;
ho
sempre
insegnato
nella
sinagoga
e nel
tempio,
dove
tutti
i Giudei
si riuniscono,
e non ho mai detto nulla di nascosto. 21 Perché interroghi
me? Interroga
quelli
che hanno
udito
ciò che ho detto loro;
ecco,
essi sanno che
cosa
ho detto”. 22 Aveva
appena
detto questo,
che
una
delle
guardie
presenti diede
uno
schiaffo
a
Gesù,
dicendo:
“Così
rispondi
al sommo
sacerdote?
”. 23 Gli
rispose
Gesù: “Se ho
parlato
male,
dimostrami
dov’è
il male;
ma se ho parlato
bene,
perché
mi percuoti?
”. 24 Allora
Anna lo
mandò
legato
a Caifa,
sommo
sacerdote. •
Crocifissione: MATTEO
- Capitolo
27 - La crocifissione 32 Mentre
uscivano,
incontrarono
un uomo
di Cirene,
chiamato
Simone,
e lo
costrinsero
a prender
su la
croce di lui. 33 Giunti
a un luogo detto Gòlgota,
che
significa
luogo
del cranio, 34 gli diedero
da bere vino
mescolato
con fiele;
ma egli,
assaggiatolo, non ne
volle
bere. 35 Dopo
averlo quindi
crocifisso,
si spartirono le sue
vesti
tirandole a sorte. 36 E sedutisi,
gli facevano la guardia. 37 Al di
sopra
del suo
capo,
posero la motivazione
scritta della
sua condanna:
“ Questi è Gesù,
il re
dei Giudei”. 38 Insieme
con lui furono crocifissi
due ladroni,
uno
a destra
e uno
a sinistra.
MARCO - Capitolo
15
- La
crocifissione 24 Poi lo
crocifissero
e si divisero
le sue
vesti, tirando a sorte
su
di esse
quello
che ciascuno dovesse
prendere. 25 Erano
le nove
del mattino
quando
lo crocifissero. 26 E l’iscrizione
con il
motivo
della
condanna
diceva:
Il re dei Giudei. 27 Con lui
crocifissero anche due
ladroni,
uno alla
sua destra e
uno alla
sinistra.
LUCA
- Capitolo
23 -
La crocifissione 33 Quando
giunsero
al luogo
detto Cranio,
là crocifissero
lui e
i due
malfattori,
uno a destra
e l’altro
a sinistra. 34 Gesù
diceva:
“Padre,
perdonali,
perché
non
sanno
quello
che
fanno”. Dopo essersi
poi
divise
le
sue vesti,
le
tirarono a
sorte. GIOVANNI - Capitolo
19 - La
crocifissione 17 Essi
allora presero
Gesù
ed
egli,
portando
la croce,
si avviò
verso
il luogo
del
Cranio,
detto
in ebraico
Gòlgota, 18 dove lo
crocifissero
e con
lui altri
due, uno
da una parte e uno dall’altra, e
Gesù
nel mezzo. 19 Pilato
compose anche
l’iscrizione
e la
fece
porre sulla croce;
vi era
scritto:
“Gesù il Nazareno,
il re dei
Giudei”. 20 Molti
Giudei
lessero
questa
iscrizione,
perché
il
luogo dove
fu
crocifisso
Gesù
era
vicino
alla
città;
era
scritta
in ebraico,
in latino
e in
greco. 21 I sommi
sacerdoti dei
Giudei
dissero allora
a
Pilato:
“Non
scrivere:
il
re
dei
Giudei,
ma
che egli
ha detto:
Io
sono il re
dei Giudei”. 22 Rispose
Pilato: “Ciò
che
ho scritto, ho scritto”. •
Agonia e morte: MATTEO
- Capitolo
27 - La
morte di Gesù 45 Da mezzogiorno
fino
alle
tre
del pomeriggio
si fece buio su tutta la terra. 46 Verso
le
tre, Gesù
gridò
a gran
voce: “
Elì,
Elì, lemà
sabactàni?
”, che
significa:
“
Dio mio,
Dio mio,
perché
mi
hai
abbandonato?
”. 47 Udendo
questo, alcuni
dei presenti
dicevano:
“Costui
chiama
Elia”. 48 E
subito
uno
di
loro
corse
a
prendere una
spugna
e, imbevutala
di
aceto,
la
fissò
su
una canna
e
così
gli
dava
da bere. 49 Gli
altri dicevano: “Lascia, vediamo
se viene
Elia
a salvarlo! ”. 50 E Gesù, emesso
un alto
grido,
spirò. …..55 C’erano
anche
là
molte
donne
che
stavano
a osservare da lontano;
esse avevano
seguito
Gesù dalla
Galilea per
servirlo. 56 Tra costoro
Maria di Màgdala,
Maria
madre
di Giacomo
e
di Giuseppe,
e la
madre dei
figli
di Zebedèo.
MARCO -
Capitolo 15 - La morte
di Gesù 33 Venuto
mezzogiorno,
si fece
buio su tutta la terra, fino
alle
tre del pomeriggio. 34 Alle
tre
Gesù gridò
con
voce
forte:
Eloì,
Eloì,
lemà
sabactàni?
, che
significa:
Dio
mio,
Dio
mio,
perché
mi hai abbandonato? 35 Alcuni dei presenti,
udito
ciò,
dicevano:
“Ecco, chiama
Elia!
”. 36 Uno corse
a inzuppare di
aceto
una
spugna
e,
postala
su
una canna,
gli
dava
da
bere,
dicendo:
“Aspettate, vediamo
se viene
Elia
a
toglierlo dalla
croce”. 37 Ma Gesù,
dando
un forte
grido,
spirò. …..40
C’erano anche
alcune donne,
che
stavano
ad osservare da
lontano,
tra
le
quali
Maria
di Màgdala,
Maria
madre
di Giacomo
il minore
e di
Ioses,
e Salome, 41 che
lo seguivano
e servivano quando
era
ancora
in Galilea,
e molte
altre
che
erano
salite con lui a
Gerusalemme.
LUCA
- Capitolo 23 -
La
morte
di Gesù 44 Era
verso mezzogiorno,
quando il sole
si
eclissò
e si
fece
buio
su tutta
la terra
fino
alle tre
del
pomeriggio. 45
Il velo del tempio si squarciò
nel mezzo. 46 Gesù,
gridando
a gran voce,
disse: “Padre,
nelle
tue
mani
consegno il mio spirito”.
Detto questo
spirò.
GIOVANNI - Capitolo
19 -
Gesù
e sua
madre
e La
morte di Gesù 25 Stavano
presso
la croce
di Gesù sua madre,
la sorella di sua madre,
Maria di Clèofa e
Maria
di Màgdala. 26 Gesù allora,
vedendo
la
madre
e
lì
accanto
a
lei
il
discepolo
che
egli
amava,
disse
alla
madre:
“Donna,
ecco
il tuo
figlio! ”. 27 Poi
disse al
discepolo: “Ecco la
tua madre!
”. E
da quel
momento il discepolo
la prese
nella
sua casa. 28 Dopo
questo,
Gesù,
sapendo che ogni cosa era
stata
ormai
compiuta,
disse
per adempiere
la Scrittura:
“ Ho
sete ”. 29 Vi
era
lì un
vaso
pieno
d’aceto;
posero
perciò
una
spugna
imbevuta
di aceto
in
cima
a
una canna
e
gliela accostarono
alla
bocca. 30 E dopo aver
ricevuto l’aceto,
Gesù
disse:
“Tutto è
compiuto!
”. E, chinato
il capo,
spirò. •
Sepoltura: MATTEO
- Capitolo
27 - La sepoltura 57 Venuta la
sera
giunse
un
uomo ricco
di
Arimatèa,
chiamato Giuseppe, il quale
era
diventato
anche
lui
discepolo
di 58 Egli
andò
da Pilato
e gli
chiese il corpo
di Gesù. Allora
Pilato
ordinò
che gli
fosse
consegnato 59 Giuseppe,
preso
il corpo
di Gesù,
lo avvolse
in un
candido
lenzuolo 60 e lo
depose
nella
sua
tomba
nuova,
che si era fatta scavare
nella
roccia;
rotolata
poi
una
gran
pietra
sulla
porta del
sepolcro,
se ne andò. 61 Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria. MARCO
– Capitolo
15 -
La sepoltura 42 Sopraggiunta
ormai
la sera,
poiché
era
la
Parascève,
cioè
la vigilia del sabato, 43 Giuseppe
d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il
regno
di Dio, andò coraggiosamente
da Pilato
per chiedere
il corpo
di Gesù. 44 Pilato
si meravigliò che
fosse
già morto e, chiamato
il centurione, lo
interrogò
se fosse
morto
da tempo. 45 Informato
dal centurione,
concesse
la salma
a Giuseppe. 46 Egli
allora,
comprato
un lenzuolo,
lo
calò
giù
dalla
croce
e,
avvoltolo
nel
lenzuolo,
lo
depose
in
un
sepolcro
scavato
nella
roccia.
Poi fece
rotolare
un masso
contro
l’entrata del sepolcro. 47 Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.
LUCA – Capitolo 23
- La sepoltura 50 C’era
un uomo di
nome Giuseppe, membro
del sinedrio,
persona
buona
e giusta. 51 Non
aveva
aderito
alla
decisione e
all’operato
degli
altri.
Egli
era di
Arimatèa,
una città
dei
Giudei, e
aspettava
il
regno
di
Dio. 52 Si presentò
a Pilato e chiese
il corpo
di Gesù. 53 Lo
calò dalla croce,
lo
avvolse
in
un lenzuolo
e
lo
depose
in
una tomba scavata
nella
roccia,
nella
quale
nessuno
era stato
ancora deposto. 54 Era
il giorno
della parascève
e già
splendevano
le luci
del sabato. 55 Le donne
che erano
venute
con
Gesù
dalla
Galilea
seguivano
Giuseppe;
esse
osservarono
la
tomba e come
era
stato deposto
il corpo
di Gesù, 56 poi
tornarono
indietro
e prepararono
aromi e oli
profumati.
Il giorno
di
sabato
osservarono
il riposo
secondo
il comandamento. GIOVANNI
– Capitolo
19 - La sepoltura 38 Dopo
questi
fatti,
Giuseppe
d’Arimatèa, che era
discepolo
di Gesù,
ma
di nascosto
per timore
dei
Giudei,
chiese a Pilato
di prendere
il corpo
di
Gesù. Pilato lo
concesse.
Allora
egli andò
e prese
il corpo
di Gesù. 39 Vi
andò
anche
Nicodèmo,
quello
che
in
precedenza
era
andato
da
lui
di
notte,
e
portò
una
mistura di mirra
e di aloe
di circa
cento
libbre. 40 Essi
presero
allora
il
corpo
di
Gesù,
e
lo avvolsero
in
bende
insieme con oli aromatici,
com’è
usanza
seppellire
per
i 41 Ora, nel
luogo
dove era
stato
crocifisso,
vi
era
un
giardino e nel
giardino
un
sepolcro nuovo,
nel
quale
nessuno era stato
ancora
deposto. 42 Là dunque
deposero
Gesù,
a motivo
della
Preparazione
dei Giudei, poiché
quel
sepolcro
era
vicino. •
Risurrezione: MATTEO
- Capitolo
28 - La tomba
vuota.
Messaggio
dell’angelo 1
Passato il
sabato,
all’alba
del primo giorno
della
settimana,
Maria
di
Màgdala
e l’altra
Maria andarono
a visitare il
sepolcro. 2 Ed
ecco
che vi
fu
un gran terremoto:
un angelo
del
Signore,
sceso
dal
cielo,
si accostò,
rotolò la pietra e
si pose a sedere
su di essa. 3 Il suo
aspetto
era come la
folgore
e il suo
vestito
bianco
come
la neve. 4 Per
lo spavento
che ebbero di
lui le
guardie
tremarono
tramortite. 5 Ma l’angelo disse alle
donne: “Non
abbiate paura,
voi! So che cercate
Gesù il crocifisso. 6 Non
è qui.
È risorto,
come
aveva
detto; venite
a vedere
il luogo dove
era deposto. 7 Presto,
andate
a dire
ai suoi
discepoli:
È
risuscitato
dai
morti,
e ora
vi
precede
in
Galilea;
là
lo
vedrete.
Ecco, io ve
l’ho
detto”. 8 Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli.
MARCO
- Capitolo 16
- La
tomba
vuota. Messaggio
dell’angelo 1 Passato
il sabato,
Maria
di Màgdala,
Maria di Giacomo e Salome
comprarono
oli aromatici
per andare
a imbalsamare 2 Di
buon mattino,
il primo giorno
dopo
il sabato,
vennero
al sepolcro al
levar
del sole. 3 Esse
dicevano
tra loro: “Chi ci rotolerà
via
il masso dall’ingresso
del sepolcro? ”. 4 Ma,
guardando, videro
che
il masso era
già stato
rotolato
via,
benché fosse
molto grande. 5 Entrando
nel sepolcro,
videro
un giovane,
seduto
sulla
destra,
vestito
d’una
veste
bianca,
ed ebbero paura. 6 Ma egli
disse
loro:
“Non
abbiate
paura!
Voi
cercate
Gesù Nazareno,
il
crocifisso.
È risorto, non
è qui.
Ecco
il
luogo
dove l’avevano
deposto. 7 Ora
andate, dite
ai suoi
discepoli
e a Pietro
che
egli
vi precede
in Galilea.
Là lo vedrete,
come
vi ha detto”. 8 Ed esse,
uscite,
fuggirono
via
dal
sepolcro
perché
erano piene
di
timore
e di spavento.
E
non
dissero
niente
a nessuno,
perché
avevano
paura. LUCA
- Capitolo 24 - VII. DOPO LA RISURREZIONE
- La tomba vuota. Messaggio dell’angelo 1 Il primo
giorno
dopo
il
sabato,
di
buon
mattino,
si
recarono alla
tomba,
portando
con sé
gli
aromi
che
avevano
preparato. 2 Trovarono
la pietra
rotolata via
dal sepolcro; 3 ma, entrate,
non trovarono
il corpo del Signore
Gesù. 4 Mentre
erano ancora
incerte,
ecco due
uomini apparire
vicino a
loro
in vesti
sfolgoranti. 5 Essendosi
le donne
impaurite
e avendo
chinato
il volto
a terra,
essi dissero loro:
“Perché
cercate
tra
i morti colui
che
è vivo? 6 Non
è qui,
è risuscitato.
Ricordatevi
come
vi parlò
quando
era
ancora
in Galilea, 7 dicendo
che
bisognava
che
il
Figlio dell’uomo
fosse consegnato
in
mano
ai
peccatori,
che fosse crocifisso e risuscitasse
il terzo
giorno”. 8 Ed
esse si
ricordarono
delle
sue parole. 9 E, tornate
dal sepolcro,
annunziarono
tutto questo
agli Undici e a
tutti gli altri. 10 Erano
Maria
di Màgdala,
Giovanna
e Maria
di Giacomo. Anche
le altre
che
erano
insieme
lo
raccontarono
agli
apostoli. 11 Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.
GIOVANNI -
Capitolo
20 -
3. IL
GIORNO DELLA RISURREZIONE
- La
tomba
vuota 1 Nel
giorno dopo
il
sabato,
Maria
di
Màgdala
si
recò
al sepolcro
di
buon
mattino, quand’era
ancora buio,
e
vide
che la
pietra era
stata
ribaltata
dal sepolcro. 2
Corse
allora
e andò
da
Simon
Pietro
e
dall’altro
discepolo,
quello
che Gesù amava, e
disse
loro:
“Hanno
portato via il Signore
dal sepolcro
e non
sappiamo
dove l’hanno
posto!
”. 3 Uscì
allora
Simon Pietro
insieme
all’altro discepolo,
e si
recarono
al sepolcro. 4 Correvano
insieme
tutti
e due, ma
l’altro
discepolo
corse
più veloce
di Pietro
e giunse
per primo
al sepolcro. 5 Chinatosi,
vide
le bende per terra,
ma
non entrò. 6 Giunse
intanto
anche
Simon
Pietro che
lo seguiva
ed entrò
nel sepolcro
e vide
le bende per terra, 7 e il
sudario,
che gli era stato
posto
sul
capo,
non per terra
con le bende, ma piegato
in un
luogo
a parte. 8 Allora
entrò anche
l’altro
discepolo,
che
era
giunto
per primo al sepolcro,
e vide
e credette.
…… Da quanto
indicato,
dai testi
sacri ufficiali,
si rilevano: •
il ruolo
importante di Maria
Maddalena
nella
vita e nella
morte di
Gesù, •
la conferma
che Gesù era
esseno-nazoreo
e Maestro
di Giustizia
(Rabbi), • che ogni gruppo era formato da 12 fratelli (successivamente lo sarà per i Templari) e che giravano armati, • che Gesù
era
diventato un
personaggio
scomodo
per
i potenti
ed
i
corrotti
(potere religioso
e
potere
politico),
così come
successivamente
divennero
scomodi
i Templari
sia
per il potere
della
chiesa
che
per
la monarchia, • che
Gesù
fu
condannato
dall’allora
potere
religioso
del sinedrio
(congregazione
dei preti)
come
successivamente
i • che
l’esecuzione
di Gesù
fu
posta in atto dal potere
politico
(Roma e Pilato)
così
come quella di Jacques de Molay
dal potere politico
francese
(Filippo
il Bello), •
che
Gesù
resuscitò
(ma
non è una
verità templare)
come
resuscitò
l’Ordine del Tempio,
dopo
la sua
soppressione. Le analogie
fra
esseni-nazorei e templari
sono
molte,
come
molti
sono i
segreti
templari
che
si legano agli
esseni,
a Ritengo
che
la religione
templare
sia
molto
vicina
a quella
essena
e quindi
al
primo
cristianesimo
gnostico,
al
quale
i templari hanno apportato conoscenze
e
certezze
di
verità per
quanto
già da circa
un millennio
i
veri “gesuiti”
predicavano.
A tal proposito
si
deve
ricordare
che
la
chiesa
di
Roma,
agli inizi
del
XVI secolo, per impedire la
dilatazione,
specialmente
nell’Europa
del
Nord,
dei veri
“gesuiti”
quindi
gnostici,
si
appropriò
del
nome
stesso
dei “gesuiti” in modo tale da far credere alle popolazioni che i gesuiti erano fedeli alla chiesa di Roma. E
ci riuscirono.
Infatti,
dopo
la
dieta
di
Spira
del
1529,
quando
neotemplari
(gesuiti)
ed
alcune
confessioni
cristiane
(protestanti),
si
ribellarono
ai decreti
di Carlo
V
ed
alla
autorità
della
chiesa,
il
potere
religioso
capì
che
era
necessario
intervenire
al fine
di
arginare
il proselitismo
gnostico,
riportando
la
“credenza”
nelle
mani del papa.
Non passò molto
tempo
e nel 1534,
Ignazio di Loyola,
fondò
l’ordine
religioso
dei
“Gesuiti”
sotto
la
potestà
della
chiesa,
rendendo quindi
vane
le predicazioni di buona
parte
degli gnostici, circa
la verità
su Gesù. Maria
Maddalena
non
approdò
mai in
Francia,
se
non
in
rapporto,
dagli inizi
del
XII secolo,
di vicende
legate alle
sette sorelle,
di cui, probabilmente,
l’abate
Saunière
aveva
trovato
documentazione. La gnosi
cristiana
conosce nel
XIV
e
XV
secolo
uno
sviluppo
anche
all’interno
delle
file
della
chiesa
di
Roma,
dovuto
principalmente
al
fatto
che
il
potere,
a quel
tempo
molto
arrogante
e
corrotto,
aveva
mostrato
tutta
la
sua
spudoratezza
nel voler
far
propria
la
verità
delle
sacre
scritture,
utilizzandola
solamente per fini
personali
e di interesse,
come
del
resto aveva
fatto nei
secoli
precedenti,
ma
in
misura
molto
meno
impudente.
L’esempio
culminante
del pensiero deistico
senza
intermediazioni
e del
Supremo
all’interno
di ogni
uomo
è stato
Giordano
Bruno,
non
per
niente
messo al
rogo dalla
chiesa
di Roma. Per i Templari
è
vero
che
Giovanni
Battista
aveva una
certa
importanza,
ma ancor
più
importante
è
e
resta Yeshua
ben Joseph,
Maestro
di
Giustizia,
uomo
fra
gli uomini
e
figlio
di
Dio secondo
la religione ebraica
ed essena, che asseriva che
tutti siamo
figli
di Dio,
quindi
anche
lui lo era
né più né
meno
degli
altri esseri
umani. A questo punto c’è da sottolineare che i primi europei a difesa dei pellegrini in Terrasanta furono i Franchi Crociati che, in molti, dopo il 1118 confluirono nei ranghi “Templari”, ma non tutti fecero parte dei maggiorenti. Tutti furono “Crociati” in terrasanta, ma una parte di loro, i Cavalieri dell’Ordine del Tempio, erano iniziati e gli altri no. I dignitari appartenevano ad un rango ben definito che trova le sue origini in quello che da molti oggi viene chiamato “Priorato di Sion”. Le
leggende
sul
Priorato di
Sion
(anticamente
i Saggi di
Sion) sono
molteplici,
a
volte
tenebrose
e piene
di occultismo,
a
volte
epiche
e romanziere.
Tralascio
il “Priorato
di Sion”,
quello
per
intenderci
di Plantard
per
affermare
invece
che
“I
Saggi
di Sion” esistevano
fin
dal
I
secolo
d.C.
e
sono
strettamente
legati a
Maria
Maddalena
e
alle
sette
sorelle. Lo stesso
legame
che unisce
i Templari
a
Maria
Maddalena
ed alle
sette
sorelle.
Si
può dire
che l’Ordine
di
Sion Non
mi
soffermo
sul
“sangreal”
e sul
Graal,
poiché
ritengo
e
sostengo,
come già
in
precedenza
dichiarato
in
altri
miei scritti,
che il sacro Graal
riferito
ai Templari
è una vera e propria
baggianata.
Torno
invece
agli
scavi eseguiti
dai Templari
sotto
il
Tempio
di
Salomone.
E’ da
qui
che
inizia quello
che
viene indicato
come
“Il
grande
segreto
Templare”
che prende
la via
sulla
rotta di
Algol,
stella
raggiante
della
costellazione
di Ofiuco. Nel
1118
quando
Ugo di Payns
ed
altri
8 cavalieri
decidono
di
fondare
l’Ordine,
con
l’accordo
di
Bernardo
di
Chiaravalle,
le crociate
erano
in
atto
da
oltre
20
anni,
e
cioè
sin
da
quando
nel
1096,
Goffredo
di
Buglione,
con
le
sue
truppe,
partì per l’Oriente,
conquistando
Gerusalemme
nel
1099. Perché
la
costituzione dell’ordine
avviene
solamente
dopo
20
anni e con un
riconoscimento
ufficiale
altri
undici
anni dopo
?
Qual
è
stato
il
motivo
che
ha indotto
i Cavalieri,
con
l’intermediazione
di
Bernardo
e
la
Chiesa
Romana
a
darsi un regolamento? Perché anche
Baldovino II, re di Gerusalemme
premeva affinché l’Ordine
fosse ufficializzato? C’è da dire
che
Baldovino già
alcuni
anni
prima
del
1118,
aveva
messo
a
disposizione
di
alcuni
Cavalieri
francesi
della Il Tempio
nel
1110
d.C.
aveva già
una
lunga
storia,
poiché
era
stato
costruito
2.000
anni prima,
distrutto
più volte,
ricostruito
e trasformato. I cavalieri
francesi
scoprirono
che
i
sotterranei
del
palazzo
rappresentavano un altro palazzo
pieno
di cunicoli,
camere,
corridoi
e
labirinti
che
in
minima
parte,
fino
ad
allora,
erano
stati
esplorati,
anche
perché
molti
ingressi
erano
rimasti
celati
da
pareti.
Ottennero
il
permesso
di
Baldovino
per esplorare
i sotterranei ed
aprire
i cunicoli
che
fino
ad allora
erano rimasti
segreti. Dopo
circa
3-4
anni di “scavi”,
scoprirono,
sotto il
luogo
indicato
come
Sancta
Sanctorum,
un
qualcosa
che
indicava Ugo
di Payns,
alla
fine
del 1117,
rientra
in
Francia,
rende edotto
di
ciò
che è stato
ritrovato,
Bernardo
di Chiaravalle ed
assieme (solo
loro due),
in gran
segreto, incontrano
Papa Pasquale
II,
per
riferire della
loro
scoperta. Alcuni
hanno asserito, ma
io
sono
di
diverso
parere, che
Pasquale
II, dopo
aver appreso
l’informazione, abbia
subito uno
scossone tale, che il
21 gennaio
del
1118
lo ha
portato
alla
morte. Pochi giorni
dopo, il
24 gennaio
1118, è
eletto Papa,
Gelasio
II. Bernardo
ed
Ugo riferiscono
quindi a
papa Gelasio,
quanto
ritrovato.
Assieme
viene
deciso
di portare,
in
gran
segreto,
il
rinvenimento,
in
terra
europea,
per
non
farlo
cadere
nelle
mani degli
infedeli.
Nasce
così il “grande
segreto”
dei Templari. Dapprima
si
pensa
di
portarlo
a Roma,
ma
considerando
che
il papato
era
in
lotta
con
Enrico
V
e
la famiglia
Frangipani,
viene
deciso
di portare
il
ritrovamento
in
Francia, a Cluny
e per non dare
troppo
nell’occhio
si dispone
che
la
scorta
sia
formata da 4 cavalieri
e
7 dame
(le
sette
sorelle),
così
nessuno
avrebbe
fatto
caso
ad
un
convoglio
formato
per
lo
più da
donne.
Ugo
ed altri
cavalieri ripartono
quindi
per
la
Terra Santa
portando
con
loro
diverse
dame.
Altra
cosa
strana.
Il
Papa,
a Roma, viene
aggredito
da
alcuni
sicari
e
fugge
in
Francia,
proprio
a
Cluny.
Perché?
Il
17
gennaio
1118
arrivano sul territorio francese
i 4 Cavalieri
e
le 7
sorelle,
portando
quanto era
stato rinvenuto
nel Tempio di
Gerusalemme. Sarà
un
altro
caso,
ma anche Gelasio
II muore, nello
stesso
mese,
dopo aver verificato
quanto
gli era stato
mostrato.
Cinque giorni
dopo
viene eletto
nell’abbazia di
Cluny (e
non a Roma)
papa Callisto II,
ovvero il francese
Guido di Borgogna.
Si tratta
di
un
altro
caso,
cioè
che
venga
eletto
un francese
e
per
di
più
a
Cluny.
Per
ragioni
di
sicurezza
e
di segretezza,
viene
deciso,
dal
pontefice
di
nascondere
il
“tesoro”
a Rennes
le Château.
Ripartono
quindi
4
cavalieri
e 7
dame
alla
volta
di
Rennes
ed
il
segreto,
composto
da
più
reperti,
viene
posto
in un
incavo all’interno
di
una
vecchia
chiesuola
(abbattuta
e ricostruita
a metà del
1200)
e protetto
da una
lastra
di
marmo:
quella
che
poi
verrà
chiamata E’ papa Callisto che “inventa”
il modo per
tramandare
ai suoi
successori
ciò che era stato
trovato nel
Tempio
di
Gerusalemme.
Torniamo
a Rennes.
Furono
impartite
disposizioni
che
prevedevano
che almeno
un cavaliere
a turno
con
altri,
vigilasse,
in
preghiera,
all’interno
della
chiesuola,
durante
tutte
le
ore
di
luce
e che le 7 sorelle
restassero
sempre
disponibili,
presso
la loro
famiglia,
per
qualsiasi
evento. Per organizzare
queste
ultime
ed averne
un
ricambio,
sempre disponibile,
fu
fondato
nel
1224
l’Ordine
delle
sorelle
di Maria
Maddalena
ed
un
primo
luogo
monastico,
guarda
caso,
fu realizzato
nei pressi di Rennes
e le
prime
sorelle presero
il
nome
di tutte
le 7 dame
che nel
1118 contribuirono
al
trasporto del
“segreto”. Cosa molto strana che la regola di un ordine para-religioso maschile quale era quello Templare, prevedesse pure norme per le “sorores templi”. In questo modo nessuno avrebbe fatto caso alle sorelle, non solo a quelle che accudivano i monaci-guerrieri, ma che con loro facevano carovana e si spostavano dall’Europa all’Oriente e viceversa. Perché solo la regola templare prevedeva questo? I Templari detti i custodi del Tempio, in effetti custodivano più Templi. Fu fatto un giuramento fra Templari e Chiesa che prevedeva che mai alcun Templare avrebbe rivelato il segreto, e qualora ciò fosse stato fatto, spettava solo ed esclusivamente al papa. Quindi solo i Templari (o meglio i Gran Maestri) e la Chiesa sapevano di cosa si trattasse. Da questo si possono capire tante altre cose, quali: la potenza economica dei Templari, l’esenzione degli stessi dal pagamento delle decime ed il perché nei loro confronti, sebbene incriminati (ingiustamente) per eresia, non sia mai stata pronunciata alcuna scomunica. E’ solamente dal 1118 che i Templari e successivamente anche alcuni papi, scriveranno IИRI con la N rovesciata.
Il
“segreto”
resta
a
Rennes
fino
al
1241
e
viene
spostato,
in parte,
in alcune
grotte
di Foix
e di
Niaux,
per
poi
riprendere
(ancora
in parte)
la
via di Gerusalemme
nel 1243, accompagnato
da
6 Cavalieri
e
da 7 sorelle
di
quell’ordine
fondato
appositamente
nel
1224.
Fu
decisa
la
partenza
per
Gerusalemme,
perché
il
Sancta
Sanctorum
del
Tempio
della
Città
Santa
sarebbe
stato
il
luogo
finale
dove
il
“segreto”
doveva
restare
per l’eternità.
Il
convoglio
si
fermò
a san Giovanni
d’Acri, perchè
Gerusalemme
era
continuamente
assediata
dai musulmani,
che
poi
l’occuparono
(definitivamente)
nel 1244.
Visto
che
era difficile
poter
riprendere
Gerusalemme,
Luigi
IX
di
Francia
decise,
nell’Agosto
1248,
di
partire
per una nuova
crociata
(la
sesta),
cercando
l’appoggio
dei
Mongoli
per
poter
rioccupare
la
Città
Santa.
Non
riuscendo
nel
suo
intento,
Luigi
IX,
spinto
anche
dal Gran
Maestro dei
Templari,
Renaud
de
Vichiers,
decise,
nel
1251,
di
fortificare
San
Giovanni
d’Acri
per
poter
meglio
difendere
ciò
che li
era
stato
portato
e occultato
otto
anni
prima. Visto
che
San Giovanni
d’Acri
era
continuamente
presa d’assalto
da parte
musulmana
fu
stabilito, dopo il furioso
assalto
da parte
dei
mamelucchi
dell’aprile
1261,
di riportare
in
Europa
il cosiddetto
“tesoro”
in
quanto
in oriente
non
era
più sicuro. A quel
tempo,
Patriarca
di Gerusalemme
era
Jacques
Pantaleon
e
Gran
Maestro dei Templari
Thomas
Berault.
Il Ma cosa avevano
trovato
in realtà i
Templari nel 1117
nel Sancta Sanctorum
sotto il Tempio
di Gerusalemme? Che
cosa
trovò
successivamente
Saunière? Molti studiosi
affermano
che
"avrebbe
scoperto
un
segreto
di
tale
gravità
(io direi
novità)
da far
tremare
le
fondamenta
del
mondo
cristiano…".
In
effetti,
Saunière,
non
aveva
trovato
il
segreto, ma
qualcosa
che
documentava
detto segreto. Ritorno
per
un attimo al Patriarca
di
Gerusalemme
Jacques
Pantaleon
che
raggiunge
la Francia
nei
primi
giorni
d’Aprile
del 1261
con
la
cassa
contenente
la “scoperta”.
Nel
momento
del
suo
rientro
sono
in
corso
le
elezioni
per il
nuovo
Papa che dovrà
succedere
ad Alessandro
IV,
morto
a
Viterbo
il 25
maggio dello
stesso
anno.
I casi
della vita
e
le
coincidenze
possono
essere
molte
in un
lungo periodo,
ma in un
breve
no.
Che
cosa
successe? Per
eleggere
il successore d’Alessandro
IV,
i
cardinali
litigarono per
tre mesi, poi
il
28 agosto
1261
comparve
Jacques
Pantaleon
che,
non
era
candidato
al
trono
papale
ed
ebbe
un
incontro
con
i
maggiori
dignitari
della
Chiesa.
Il
giorno
dopo 29 agosto, fu
eletto
papa Jacques
Pantaleon
che prese
il
nome di Urbano
IV.
Perché
i
Cardinali
elessero
lui
Papa?
Quali
furono
i
termini
dell’incontro
avuto
il
giorno
prima?
Di cosa
si
parlò?
Sta
di
fatto che,
come
diciamo
oggi,
in quattro
e quattr’otto il
Patriarca
Pantaleon
divenne
Papa.
Ma
non
solo!
Con
lui
il
papato
si
orientò
verso
la
Francia
abbandonando
Roma.
Infatti,
Urbano
IV rimase
sempre fra Viterbo
e Perugina
e
mai
andò a Roma.
Ampliò
poi
il collegio
cardinalizio
nominando
sei francesi.
Ma la
cosa
più
importante
ed
interessante
per
il nostro argomento è
che nel
1264
introdusse
nella
liturgia
ecclesiastica
la
festa
del
“Corpus
Domini”.
Da
allora
il
Corpus
Domini
non
è
la festa del Signore Dio
onnipotente,
ma
del
Signore
Gesù
il cui
simbolo
risiede
nell’ostia
consacrata
come “corpo
di
Cristo”.
Il
grande segreto: Cosa
scoprirono i
futuri
Templari
nel
1117?
Stando
a diverse
opinioni
di studiosi
di
gnosi
cristiana
e
templarismo,
risulterebbe
che
i nove
cavalieri
comandati
da
Ugo di Payns,
scoprirono il
corpo
di Gesù
e Urbano
IV,
in
un
certo
qual
modo, lo
rese pubblico
nel 1264
con
la
festa
del
“Corpus
Domini”. Secondo questa
tesi,
che
in
gran
parte
pure
io
condivido,
cerco di riassumere
la
storia
o
come
alcuni
asseriscono,
la leggenda
templare
del
“grande
segreto”. Facendo
oggi
i calcoli
con
il nuovo
calendario,
ritorniamo
agli
anni
dal
35 al 37
d.C.
quando
Yeshua
ben
Joseph
viene
condannato
dal sinedrio
ed assassinato
per mano romana
(Ponzio
Pilato). La sua morte avvenne di Sabato e dato che la religione ebraica vietava, di sabato, qualsiasi attività, il rito funebre fu rinviato al giorno successivo. La tumulazione avviene quindi di sabato per poi fare il rito dell’unzione il giorno dopo. Questo è anche quanto dicono le scritture ufficiali della Chiesa. E come, anche citano le scritture, Maria di Magdala fu presente, nel giorno del Sabato, alla sepoltura del Maestro (chiamato Rabbi). E Rabbi era il termine per indicare il Maestro di Giustizia degli esseni-nazirei. Visto quanto ritrovato dai Templari, probabilmente avvenne che, Maria Maddalena unitamente ad altre sei pie donne, nella notte fra il sabato e la domenica, portarono via di nascosto il corpo di Gesù, forse per paura che (visto ciò che era successo) potesse essere, il giorno dopo, fatto oggetto di ulteriori violenze o addirittura sparizioni da parte di chi l’aveva condannato e non voleva quindi che la gente ne facesse “oggetto” di adorazione. Fino qui è una tesi probabile e possibile. Sulla persona di Yeshua ben Joseph nascono leggende, storie e lo si fa diventare, da parte di chi ha interesse, un riferimento, ma attenzione, non in senso divinatorio o di fede, ma per costruirci sopra un “potere”. Subito dopo la sua morte nacque un mito, quello dell’uomo giusto perché povero, perché del popolo, perché umile, perché contro le ingiustizie, perché combatteva le prevaricazioni, perché disprezzava le ricchezze ed apprezzava chi viveva senza pretese solo del proprio lavoro, perché appunto Esseno. Infatti, le repressioni verso i primi cristiani furono cruente e venivano considerati come banditi e sovversivi. Poi osservando che l’opinione pubblica sia romana sia mediorientale faceva di Gesù un punto di riferimento, per l’uomo onesto ed il buon padre di famiglia, un qualcuno pensò che sarebbe stato meglio “adeguarsi” creando un “potere” che avrebbe contato più proseliti di qualsiasi esercito o nazione. Probabilmente questo qualcuno fu Alessandro di Caput Tauri, eletto papa nel 105 d.C. in base ad una scelta fatta dai Vescovi e dal clero, quindi in un modo diverso dalle precedenti nomine, che avvenivano secondo un sistema che si tramandava da maestro a discepolo. Per questo fu malvisto dalla base che voleva un papa non nominato da alcun potere, poiché proprio il potere “sinedrio” aveva condannato Gesù e l’altro potere, Ponzio Pilato, l’aveva assassinato. Infatti, nel seicento viene scoperto un manoscritto, ritenuto apocrifo, in cui si cita Alesando I impegnato in scontri con gli eretici gnostici. Il seguito è conosciuto da tutti, basti pensare alla falsa donazione di Costantino ed al lusso in cui hanno vissuto e vivono gli alti prelati ed alle ricchezze che sono state costituite sul nome di Cristo. Possono questi rappresentare colui che scacciò i mercanti dal Tempio? La gnosi d’allora, che era a conoscenza del corpo di cristo e non della resurrezione (che faceva comodo agli altri) portò alla costituzione di un gruppo di saggi che furono chiamati i “Saggi di Sion”. Sion è il sinonimo di Gerusalemme essendo il monte sul quale sorgeva prima il tempio di Salomone poi il Tempio di Gerusalemme. Passano i secoli, restano i papi, che rafforzano sempre più il loro potere, ma restano altresì i Saggi di Sion. Arriviamo al 1110 quando Ugo di Payns ed altri otto Cavalieri si recano in Terrasanta in aiuto dei franchi crociati ed è in quel momento che vengono a conoscenza dell’esistenza dei Saggi di Sion con i quali prendono contatto. Era stato nominato a Gerusalemme un re di nome Baldovino II il quale aveva buoni rapporti con I Saggi di Sion e mise a disposizione di Ugo e degli altri cavalieri, un’ala del suo palazzo che in pratica era l’antico Tempio di Salomone. Su indicazione dei saggi, Ugo e gli altri iniziarono una serie di scavi (segreti) e trovarono, diversi metri sotto le fondamenta del Tempio, una lunga serie di cunicoli, in massima parte inesplorati che portavano al Sancta Sanctorum. Dopo circa otto anni di scavi, trovarono un’urna di granito, contenente ossa umane con la scritta, in aramaico, su di un lato: “Yehoshuah ben Joseph Maestro di Giustizia”, oltre ad altra documentazione in rame e su pelle di capra che appunto documentava che Gesù, Maestro di Giustizia dei Nazorei era stato condannato da Hanna e Caifa e ucciso dagli invasori Romani. Nei ritrovamenti dei rotoli del Mar Morto di Qumran, mancano due rotoli in rame, ma ci sono gli atti che descrivono la religione Esseno-nazirea. Questi rotoli ed altra documentazione, probabilmente è ciò che trovò l’Abate Saunière e che lo resero ricco, ma anche detestato ed avversato dalla chiesa ufficiale. Saunière però non trovò l’urna con i resti mortali di Yeshua ben Joseph, anche dopo aver scavato tutto il pavimento della chiesa di Rennes e l’adiacente cimitero. Saunière ha anche ritrovato una parte dei documenti scritti da Ugo de Payns e dagli altri cavalieri dove era descritta tutta la storia (dettata dai Saggi di Sion) di Maria Maddalena, della morte di Gesù,della sua inumazione, della sua esumazione e collocazione dei resti mortali nell’urna di granito. Veniva così messo in dubbio la resurrezione materiale di Gesù, ma non quella spirituale ritenendo ciò che lo stesso sia risorto con la rinascita del credo esseno da parte dei suoi seguaci. Per
dire
e
credere
quanto
da lui
scoperto,
Saunière
non ebbe mai
l’assoluzione,
anche in punto di morte. Dopo
il ritrovamento
dell’urna
sotto
il
Tempio
di
Salomone,
i
Saggi
di
Sion,
consigliarono
Ugo
e
gli altri di trasferire
il Il seguito lo trovate rileggendo dall’inizio questo mio scritto. Il potere personale di alcuni alti prelati della chiesa di Roma, che sono venuti a conoscenza delle vicende legate a questo argomento, è aumentato e molti sono diventati Papi, come già ho indicato in precedenza. Un’ultima
curiosità,
oppure
caso
o coincidenza
se
così
lo
vogliamo
chiamare.
Saunière
nel
1910
viene
sospeso
a divinis. Qualche
anno
dopo riceve la visita
del Monsignor
Angelo Giuseppe
Roncalli,
inviato
dal papa
per esaminare
il ricorso
presentato
contro la
sua sospensione.
Monsignor
Roncalli
ritorna a
Roma
e
successivamente
il provvedimento
di
sospensione
viene
revocato. Nel 1958 Angelo
Giuseppe
Roncalli viene
eletto
Papa con il nome di Giovanni XXIII. A
questo
punto
lascio
spazio
ai ricercatori
ed agli
storici,
ma
secondo
una narrazione
templare, solo
il primo
Papa franco che
sarà
eletto nel
terzo
millennio,
potrà svelare
questo
mistero.
Autore:
Ugo Cortesi
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