Note (da 1 a 19)

 

1)

Alexander and Colomy, “Neostructuralism today”, in G. Ritzer (ed.), Frontiers of Social Theory

 

2)

Strettamente parlando, un olone plurale o collettivo (culturale o sociale, non possiede agency, volontà, coscienza al singolare, e quindi gli oloni collettivi non “afferrano”, o sentono, direttamente i loro antenati, gli oloni collettivi precedenti, nello stesso modo in cui lo fanno gli oloni individuali. E’ la soggettività che afferra la soggettività precedente, ma tutti i soggetti emergono con un contesto o un retroterra di intersoggettività – e interoggettività – che in parte modella e influenza la natura stessa della soggettività. Più precisamente, ogni olone ha una dimensione soggettiva che afferra direttamente il suo passato, ma ha anche una dimensione intersoggettiva in cui la soggettività è da sempre già tetra-integrata e che quindi vincola in una certa misura la forma dei sentimenti che quella soggettività può avere in ogni circostanza. Questo vincolo abituale è la memoria culturale. Similmente, le dimensioni oggettive di ogni olone sono tetra-integrate con le realtà interoggettive che vincolano la forma del comportamento oggettivo, vincolo che appare come la memoria dei sistemi sociali. 

I filosofi hanno dibattuto per secoli sulle somiglianza e sulle differenze tra individuale e sociale. Alcuni negano che vi siano differenze; altri negano le somiglianze. Hanno ragione entrambi: ci sono importanti somiglianze e differenze fondamentali tra gli oloni individuali e gli oloni collettivi – vedi “On Critics, Integral Institute, My Recent Writing, and Other Matters of Little Consequence” (sul sito http://www.wilber.shambala.com)/

(Qual è il modo più semplice per descrivere la differenza tra oloni individuali e collettivi? I primi hanno un confine fisico visibile. Una formica è un olone individuale, una colonia di formiche è un olone sociale; un organismo umano è un olone individuale, mentre una famiglia, un club, una nazione sono oloni umani sociali. Confonderli è un errore drammatico che, tra le altre cose, è la definizione stessa del fascismo, che si tratti di fascismo politico, di ecofascismo o di fascismo dei valori, poiché il collettivo è trattato come un individuo con una singola volontà, valore e intenzionalità, e questo assoggetta tutti gli individui reali a quel sistema e alla sua monade dominante; e questo avviene in tutto, dalle semplici teorie, come l’autopoiesi di Maturana e Varela, alla politica vera e propria, come la famosa affermazione di Luigi XIV: L’état c’est moi, “Lo stato sono io”, e quindi tutto il popolo nello Stato deve fare quello che io, loro monade dominante, comando. Herbert Spencer fu uno dei primi a mettere l’accento sulle distinzioni, sottolineando che il sociale e l’individuale sono opposti nei seguenti termini rispettivamente: asimmetrico versus simmetrico, astratto versus concreto, e sensibile in tutte le sue unità versus esistenza di un unico centro sensibile. Whitehead era d’accordo e chiamò questo centro sensibile – posseduto da un olone individuale e non da un olone sociale – “nesso predominante” o “monade dominante”, ed è questo centro di soggettività che è il soggetto di tutte le prensioni; questa la ragione per cui gli oloni sociali non afferrano/sentono il loro passato nello stesso modo degli oloni individuali. Questo tema è trattato più diffusamente in Excerpt B, in particolare per quanto riguarda la confusione di Maturana e Varela circa sociale e individuale, corretta poi dall’autorevole riformulazione di  Niklas Luhmann con la teoria dell’autopoiesi sociale, che tratteremo anch’essa nell’Excerpt B; vedi anche la Nota 3 sotto.) 

Per quanto riguarda la memoria collettiva  (e particolarmente in questo caso la memoria culturale): da notare che il fatto che il retroterra intersoggettivo plasmi la soggettività non significa, a voler essere precisi, che i modelli culturali intersoggettivi siano le strutture profonde all’interno delle quali emergono i modelli soggettivi – anche se noi talvolta utilizziamo questo linguaggio approssimativo – ma che ogni olone deve aggiustarsi/integrarsi con le occasioni preesistenti nei quattro quadranti o estinguersi; chiamiamo questo: tetra-integrarsi). Quindi, gli oloni soggettivi che non si tetra-integrano alle dimensioni intersoggettive non potranno manifestarsi. 

Più particolarmente, le onde, correnti, tipi (ecc.) generali in tutti i quadranti rappresentano le abitudini kosmiche che si sono evolute in quei quadranti fino al livello di avanguardia attuale del dispiegamento evolutivo. I modelli profondi degli oloni già consolidati in ogni quadrante contribuiscono a determinare le strutture di superficie trovate in ognuno di quegli oloni in ognuno dei quadranti. La relazione “profondità/superficie” sta per: relazione tra le caratteristiche profonde di ogni olone in ogni quadrante e i contenuti o azioni di quell’olone; non sta per: relazione tra un quadrante e un altro. Quindi, quando diciamo che “soggetto e oggetto emergono in uno spazio intersoggettivo”, è semplicemente un modo abbreviato per dire che tutti i quattro quadranti emergono insieme e devono previamente essere integrati (tetra-adattati) per potersi manifestare. Noi diamo talvolta una specie di priorità ontologica alle dimensioni intersoggettive e interoggettive perché il peso collettivo di quelle strutture è enorme; inoltre, le caratteristiche profonde delle onde ereditate nei quadranti soggettivo e oggettivo originariamente emersero sempre in interazione con altri soggetti e oggetti – cioè, emersero sempre in un tetra-adattamento intersoggettivo e interoggettivo – agency è sempre agency-in-communion – ma questo non significa che uno di quei quadranti esista precedentemente agli altri (come se uno potesse in realtà emergere “all’interno” di un altro), ma che essi emergono simultaneamente e tetra-evolvono adattandosi mutuamente. Quindi, la relazione “precedente/attuale” non si riferisce alla relazione tra quadranti individuali e quadranti collettivi, ma tra caratteristiche profonde e superficiali in tutti i quadranti. Alla Sheldrake: le caratteristiche profonde degli oloni già consolidati (inclusi onde, correnti/linee, tipi di olone) nei vari quadranti sono “ontologicamente precedenti” a ogni caratteristica di superficie di quegli oloni, cosa che significa semplicemente che quelle caratteristiche profonde sono abitudini kosmiche ereditate dal passato e che attuano come onde di probabilità per le occasioni attuali in quegli spazi. (La natura di quest’eredità è presentata nel testo con maggiori dettagli.) 

Vari modelli intersoggettivi o culturali, quindi, ereditati dal momento precedente, sono, di fatto, ontologicamente anteriori al soggetto di questo momento e, di conseguenza, vincolano in modo evidente la forma del soggetto di questo momento. Ma il soggetto di questo momento eredita anche il suo proprio passato individuale come prensione, e quindi ENTRAMBI i modelli precedenti, soggettivi e intersoggettivi, sono ontologicamente anteriori al soggetto di questo momento. Infatti, i quattro quadranti trasmettono al presente una matrice AQAL ereditata che è ontologicamente anteriore all’emergenza del momento presente (come passato anteriore o ereditato), un passato che deve essere abbracciato (come unificazione tetra-prensiva) se il momento presente vuole esistere armoniosamente e non affrontare patologie o estinzione. (E, naturalmente, ogni momento, in tutti i quadranti, ha, nondimeno, una scintilla di creatività che trascende ontologicamente ogni dato ereditato dal passato. Cioè, ogni soggettività può in una certa misura andare oltre il suo passato e la sua cultura e questa è un’altra ragione per cui ogni soggettività non si trova in realtà “all’interno” del campo intersoggettivo.) 

Conformemente a questo, quando diciamo che il campo intersoggettivo è anteriore al soggetto e all’oggetto” , utilizziamo un modo abbreviato per mettere l’accento sull’importanza dei quattro quadranti: il quadrante Basso/Sinistra, o intersoggettivo, è un quadrante che è quasi sempre ignorato o frainteso o distorto, e quindi spesso accentuiamo il fatto che soggetto e oggetto emergono sempre in congiunzione con la rete intersoggettiva. Ma, ripetiamo, accentuare l’importanza del quadrante Basso/Sinistra non significa negare l’uguale importanza degli altri quadranti. Come vedremo, privilegiare in modo estremo il quadrante Basso/Sinistra è la principale patologia del postmodernismo (un pluralismo partecipativo che impietosamente non rispetta e non onora gli altri quadranti). D’altra parte, la tetra-emergenza e la tetra-causalità simultanea dei quattro quadranti e la loro necessariamente mutua evoluzione spiega l’influenza della dimensione intersoggettiva passata sulla soggettività presente, ma spiega anche l’influenza delle dimensioni passate soggettive, oggettive e interoggettive sulla soggettività presente. Nessuna di queste dimensioni dovrebbe essere trascurata o assolutizzata. (Tutti questi punti sono elaborati nel testo con più dettagli; vedi anche la Nota 3.)

 

3)

Prensioni e memoria culturali e sociali. Come indicato nella nota 2, un olone  collettivo non ha agency individuale che possa afferrare direttamente i sentimenti del suo passato (perché gli oloni collettivi non hanno agency individuale), succede invece che un olone individuale diventa membro dell’olone collettivo quando il suo comportamento individuale segue le regole organizzative del collettivo e i suoi sentimenti individuali si adattano attraverso la comprensione reciproca. 

Più tecnicamente, questo significa che un olone individuale diventa membro di un olone collettivo quando 1) il suo comportamento organismico (A/D) si adatta alle regole del sistema sociale interoggettivo (B/D), e 2) le sue prensioni e sentimenti individuali (A/S) si adattano al retroterra culturale intersoggettivo (B/S) (Nell’Excerpt B, vedremo che il significato culturale (B/S) implica la semantica nel senso più lato, e le regole sociali (B/D) implicano la sintassi nel senso più lato, così che un olone individuale diventa membro di un olone collettivo quando si adatta alla sua semantica e alla sua sintassi collettive, o ai suoi modelli culturali e sociali.) 

L’olone collettivo non è qualcosa che esista come un superorganismo al di sopra e al di là degli organismi individuali, ma esiste, al contrario, come il modello che i membri individuali devono seguire in quanto appartenenti a quella collettività (o i modelli di agency-in-communion). I modelli comportamentali condivisi (e i loro artefatti) sono il “materiale” della memoria sociale (questi modelli comportamentali possono essere latenti o manifesti); e valori comuni, orizzonti condivisi, prensioni reciproche sono il materiale della memoria culturale (le prensioni mutue possono essere consce, inconsce, o preconsce). 

Quando un olone individuale condivide la sintassi (B/D) e la semantica (B/S) del gruppo, è membro del gruppo, e questa appartenenza come membro si trova nei modelli e sentimenti condivisi, non in qualche superorganismo con la sua agency che si imponga al di sopra e al di là dell’individuo. (Per sintassi e semantica, vedi Excerpt B.) 

Questo è un altro modo di dire che i quattro quadranti emergono insieme in tetra-evoluzione. Trattare l’olone sociale come un organismo individuale – cioè, come un superorganismo con una singola agency o un nesso predominante – è, come indicato nella nota 2, la filosofia centrale del fascismo, sia che appaia come Marxismo, ecoteorie, paradigma di Gaia, mitologia della Dea, o teoria dei sistemi. Questa confusione tra oloni individuali e sociali si trova in molti teorici, da Francisco Varela a David Bohm, ma è stata corretta in modo chiaro da teorici come Niklas Luhmann, Jòrgen Habermas, Erich Jantsch. Torneremo su questo tema fondamentale nell’Excerpt B.

 

4)

Sheldrake, The Presence of the Past.

 

5)

Cioè, i quadranti A/D e B/D hanno entrambi forme e campi morfici. I quadranti A/S (sentimenti soggettivi) e B/S (prensioni reciproche) non hanno campi morfici in se stessi, in quanto i “campi morfici” sono una descrizione in terza-persona di varie realtà, ma A/S e B/S sono realtà in prima e seconda-persona, conosciuti soltanto nel linguaggio dell’io o del tu/noi, e attraverso l’esperienza diretta. Ma quando le realtà A/S e B/S sono viste in termini oggettivi, in terza-persona, allora avrete i quadranti A/D e B/D, che appaiono come varie forme esteriori (forme individuali o unità morfiche, nell’A/D, e forme collettive o sistemi sociali, nel B/D) e campi correlati di quelle forme individuali e collettive (inclusi i campi morfogenetici individuali, A/D, e collettivi, B/D). Da notare che, nella mia visione, questi vari campi includono non solo campi morfici e morfogenetici, come descritti da Sheldrake, ma anche vari campi di energia (energia grossolana, energia sottile ed energia causale, come vedremo nello Stralcio D, “Energie Sottili” (tradotto su questo sito) – dove suggerisco, inoltre, che i vari campi morfici sono in realtà campi di energia sottile; ma qualunque cosa decidiamo su questo argomento, il punto è che i campi morfici e i campi di energia sono entrambi fenomeni dei quadranti di Destra, che appaiono sia in A/D che in B/D, o forme e campi esteriori di entrambi gli oloni individuali e sociali). 

Per quanto riguarda Sheldrake, il punto è che sia gli oloni individuali (A/D) che gli oloni collettivi (B/D) hanno campi morfici (o morfogenetici). Ogni unità morfica ha campi morfogenetici individuali che mettono in relazione il suo stato individuale presente con i suoi precedenti stati individuali. Le dimensioni collettive della causazione formativa o eredità strutturale sono i campi e sistemi morfogenetici che troviamo nel Basso/Destra, ma sia i campi morfici individuali che i campi morfici collettivi influenzano il dispiegarsi presente dell’unità morfica. 

Ancora una volta, quello che avviene è che l’individuo è plasmato non soltanto dai campi collettivi, ma anche dai campi passati di quell’individuo (che può, a sua volta, plasmare il collettivo) – un altro modo per dire, come sempre, che i quadranti tetra-evolvono. 

Quindi, non privilegiamo il campo morfogenetico interoggettivo, in quanto  ontologicamente anteriore all’oggetto presente, perché ci sono anche campi morfogenetici individuali che sono ugualmente anteriori all’oggetto presente: le dimensioni oggettive di ogni olone devono aggiustarsi sia con l’eredità oggettiva sia con l’eredità interoggettiva – di fatto, un’eredità AQAL. Ma proprio perché sono le dimensioni interoggettive di quest’eredità a essere quasi sempre trascurate – dalla scienza oggettiva, dal postmodernismo intersoggettivo, dal pluralismo B/S, e dalla fenomenologia A/S – noi mettiamo un forte accento sulla straordinariamente potente influenza di campi, strutture e sistemi interoggettivi sulle forme dello sviluppo individuale. Come vedremo nel corpo del testo, il grande contributo delle indagini che vanno dallo strutturalismo evoluzionistico, alle scienze ecologiche, alle teorie del caos e della complessità, consiste nel fatto che esse si concentrano su questa incredibilmente importante dimensione interoggettiva

Infine, come abbiamo già menzionato, il quadrante Alto/Destra è la casa non soltanto delle forme ed energie grossolane, ma anche delle forme ed energie sottili e delle forme ed energie causali. Vedi Excerpt D: “Energie Sottili”.

 

6)

Il fatto che molte caratteristiche profonde in tutti i quattro quadranti siano ereditate collettivamente confonde alcune persone, perché si suppone che i quadranti superiori siano soltanto individuali, non collettivi, quindi come fanno i quadranti superiori ad avere forme collettive? Detto in altri termini, quando trovo una forma ereditata collettivamente, non si tratta di un’entità che appartiene ai quadranti inferiori? 

Assolutamente no. I quadranti superiori rappresentano semplicemente quello che esiste in ogni olone individuale (per esempio, sentimenti prensivi nell’A/S e forme morfiche, massa ed energia nell’A/D); non esclude il fatto che le caratteristiche profonde di quelle occasioni individuali siano spesso ereditate collettivamente. 

Per esempio, prendiamo le Matrici Perinatali di Base (BPM) di Stan Grof. Secondo Grof, tutti gli esseri umani passano universalmente nel processo della nascita attraverso quattro stadi (i cui dettagli qui non ci interessano). Significa allora che le quattro BPM appartengono ai quadranti inferiori o collettivi, dal momento che tutti le hanno? No. Quando un bambino inizia il processo della nascita, molti di quegli eventi riguardano ciò che sta succedendo solo a un individuo specifico – il bambino ha varie sensazioni, percezioni, sentimenti e impulsi man mano che attraversa gli stadi organici del processo della nascita. Questi processi non implicano comprensione reciproca, valori condivisi, percezioni in seconda-persona, ecc. Al contrario, le quattro BPM sono descrizioni esteriori (o in terza-persona) di ciò che sta accadendo da un punto di vista comportamentistico a un bambino individuale (A/D) e dei suoi sentimenti, sensazioni, percezioni soggettivi, ecc. (A/S). Il fatto che le caratteristiche o stadi profondi di quei processi siano ereditati collettivamente non significa che stia accadendo un’esperienza collettiva (anche se a volte è così, nel qual caso vengono implicati gli altri quadranti: la madre e il neonato si scambiano sentimenti intimi, per esempio, un fenomeno questo B/S). Noi tutti ereditiamo collettivamente dieci dita dei piedi, ma quando tocco le mie dita, non significa necessariamente che ho un’esperienza collettiva o condivisa con voi (a meno che voi stiate toccando le vostre dita e per una qualche strana ragione ci mettiamo a parlare di come ci si senta a toccarsi i piedi). 

In breve, molte di queste caratteristiche profonde nei quattro quadranti sono ereditate collettivamente; quando queste forme sono esperite individualmente abbiamo i quadranti superiori; quando sono condivise, i quadranti inferiori. (Per un’ulteriore trattazione di questo tema, vedi note 9 e 10.

 

7)

Negli esseri umani, chiamiamo la somma totale di queste abitudini, ereditate come potenzialità pronte a emergere e a diventare attualità, inconscio originario (vedi Il Progetto Atman, CW 2, Le Trasformazioni della Coscienza, CW 4). L’inconscio originario include anche i dati involutivi (vedi nota 26, sotto). L’inconscio originario può essere spiegato senza ricorrere a dati platonici o archetipi preesistenti. Vedi in particolare le note di Integral Psychology che riguardano l’approccio post-metafisico a questi temi, note raccolte in “On the Nature of a Post-Metaphysical Spirituality” (tradotto su questo sito). 

Tra parentesi, una di quelle note, poi raccolte insieme, fu pubblicata per soddisfare necessità contestuali: un critico si era infuriato e pretendeva che io avessi alterato il significato originale di questa nota, una posizione che appare assurda se si considera il contesto originale in cui è inserita. Ah, i critici! (:-) 

Lo stesso critico sosteneva che, dal momento che avevo autorizzato la pubblicazione del saggio di Scott Warren e altri su “Wilber Watch” – e dal momento che questo saggio si mostrava d’accordo con la concezione della filosofia perenne per quanto riguarda i livelli di coscienza – allora anch’io appoggiavo la visione di una filosofia perenne universale. Ma il saggio di Warren concorda con la filosofia perenne soltanto per quanto riguarda i “livelli” grossolano, sottile, causale e non duale, che sono, di fatto, i quattro ampi stati/dimensioni universali. E io ho sempre affermato che la sola cosa di qualsiasi filosofia perenne che appoggio è l’esistenza di 3 o 4 stati di coscienza principali (cioè il grossolano, il sottile, il causale e il non duale, identificati con gli stati di veglia, sogno, sonno profondo, e il non duale sempre presente; tutti gli esseri umani possiedono universalmente questi quattro stati principali, ed è la ragione per cui questa parte di ogni “filosofia perenne” è perenne o universale per tutti gli esseri umani, non si va oltre a questo) – vedi, per esempio, la nota 16 al capitolo 4 di A Theory of Everything, dove ripeto di nuovo questo punto. Quindi, gli editori di “Wilber Watch” hanno accettato il saggio di Warren come un sommario molto generale di uno spettro della coscienza, senza necessariamente appoggiare una particolare versione della Grande Catena dell’Essere con livelli o strutture preesistenti, cosa che io rifiuto e ho rifiutato per vent’anni categoricamente. Ed è per questo che per vent’anni mi sono dissociato dalla filosofia perenne. 

Ma infine, è da tempo che ho rinunciato ad avere critici che riflettano accuratamente la mia posizione prima di criticarla; quello che importa nell’università postmoderna non è  la posizione a cui la critica si riferisce: nell’università il criticismo è diventato espressione soprattutto di ciò che è vero per i critici (non per la posizione che viene sottoposta a critica). Nel criticismo di oggi, il critico utilizza un libro o un saggio per esprimere quello che quel libro gli suscita; la risposta del critico è quindi in primo luogo una lista delle sue sensazioni, sentimenti e pensieri egoici mentre legge un dato libro – non ha quasi niente a che vedere con l’opera stessa o i suoi contenuti reali, che sono del tutto irrilevanti per l’espressione della risposta del critico. C’è voluto quasi un decennio perché capissi questo e smettessi di impegnarmi in un dialogo con i critici basato sui fatti e sull’evidenza, invece di rispondere ai loro sentimenti, con la sola risposta accettabile in questo caso che  è quella di ringraziarli per aver condiviso con noi i loro magnifici sentimenti (:-).       Se ’altra parte, riesci a correggere i loro travisamenti della posizione originale,   allora questo viene interpretato come se tu stessi biasimando i loro sentimenti, e quindi vieni considerato una persona terribilmente insensibile, che segue “la grande catena dell’essere violento”, il solo peccato riconosciuto dal “mean green meme” (il meme verde deviato). Per questo, la grande arena in cui opera oggi il criticismo è una specie di gioco interpretativo, in cui si riconoscono e onorano i sentimenti e i desideri egoici del critico, e questo richiede, diciamo pure, una certa abitudine a …

 

8)

Vedi, per esempio, Bausch, The Emerging Consensus in Social Systems Theory, e Introduzione a CW 3. Vi è, tuttavia, una confusione semantica che va corretta. Talvolta si opera una distinzione tra “organizzazione” e “struttura”, dove “organizzazione” significa “modello” e “struttura” è utilizzata nel significato più limitativo di componente materiale del modello organizzato. Quindi, Maturana e Varela, per esempio, dicono che una cellula ha “un’organizzazione chiusa e una struttura aperta”. L’organizzazione o il modello dinamico della cellula è chiuso perché è mantenuto autopoieticamente e resiste a ogni cambiamento; ma la struttura è aperta perché i componenti materiali effettivi della cellula cambiano continuamente. Questo è abbastanza corretto; ma molti teorici (e praticamente tutti gli strutturalisti) usano il termine “struttura” per significare “l’organizzazione” o il modello stesso, e non i componenti materiali. I seguo questo uso più comune. Quindi, “struttura” significa il modello dinamico organizzato che è mantenuto autopoieticamente e resiste al cambiamento, e “componenti” si riferiscono ai componenti materiali.

 

9)

Come abbiamo visto nella nota 6, molte onde di probabilità dello sviluppo sono ereditate collettivamente, ma se si riferiscano ai quadranti superiori o inferiori dipende dalle caratteristiche specifiche che si stanno considerando. “Il meme rosso”, per esempio, si riferisce all’insieme generale di valori che sono disponibili per un individuo all’interno dello spazio di probabilità di una particolare onda di coscienza (un’onda che, in questo caso, chiamiamo “rossa” o “egocentrica”). Quando un individuo fa esperienza di un valore soggettivo personale che ricade in quello spazio di probabilità, questo è un esempio del quadrante Alto/Sinistra (cioè, il meme rosso si riferisce ad aspetti della dimensione soggettiva del valore, così come esso vibra in un olone umano individuale in una particolare matrice AQAL). La mole delle prove empiriche raccolte da un’indagine ricostruttiva, mostra che le caratteristiche generali di quest’onda di probabilità sono ereditate dagli esseri umani ogni qual volta essi si evolvono oltre il meme porpora, da cui deriviamo l’indicazione che quest’onda è diventata un’abitudine kosmica abbastanza consolidata, “sentita” da praticamente qualsiasi olone che si muova attraverso quello spazio ormai stabilizzato. 

Quando queste prensioni rosse sono condivise mutuamente con altri oloni al livello rosso; quando vi è una risonanza intima e non mediata di sentimenti rossi con sentimenti rossi tra due o più oloni; quando i valori rossi (cioè, valori le cui caratteristiche hanno una probabilità molto alta di ricadere all’interno dello spazio di probabilità chiamato rosso) costituiscono il retroterra di comprensione reciproca; quando le onde dei valori rossi sono parte del tessuto dei sentimenti preriflessivi dei membri di un olone collettivo; quando gli orizzonti degli oloni individuali vibrano sul livello rosso in una prensione che sia reciproca in misura sufficiente: allora parliamo genericamente di “visione del mondo rossa” e qui rosso significa ovviamente il quadrante Basso/Sinistra, non solo l’aspetto individuale ma quello collettivo. 

Infine, quando un’onda di valori rossi si accende e vibra nel A/S o B/S, ci sono (necessariamente) vibrazioni corrispondenti nel A/D e B/D. Negli esseri umani un valore rosso sentito soggettivamente (A/S) va di pari passo con un’aumentata attività del sistema limbico (A/D). E quando gli oloni che vibrano al livello rosso si riuniscono in un gruppo, e si comportano come se il centro di gravità del gruppo fosse rosso (cioè, le caratteristiche generali del comportamento del gruppo ricadono in quelle che sarebbero generate dalle occasioni tipiche dell’onda di probabilità rossa), allora il gruppo ha una sintassi, o sistema sociale, che rappresenta la dimensione esteriore collettiva (B/D) dell’onda di probabilità rossa, e ha un insieme di prensioni reciproche, semantica, e retroterra preriflessivi (B/S) che rappresentano le sue dimensioni intersoggettive. 

Non è, quindi, che vi sia una cosa chiamata valore individuale rosso, e che poi molti oloni si riuniscano e si scambino questa cosa chiamata valore rosso (sebbene possa anche succedere), ma, ed è più fondamentale, vi è un’onda di probabilità generale o abitudine kosmica (che rappresenta la probabilità ripetitiva o karmica di trovare una particolare classe di eventi in un particolare punto dello spaziotempo) – e quell’onda di probabilità può essere vista ed esperita da per lo meno quattro importanti prospettive: soggettiva, oggettiva, intersoggettiva e interoggettiva. Queste dimensioni non sono quattro cose differenti ma quattro dimensioni differenti di ogni occasione attuale (verso il basso e verso l’alto). 

(In generale, il termine “rosso” è usato soltanto per le dimensioni soggettive e intersoggettive di questo spazio di probabilità, e questo va bene; ma il punto è che c’è semplicemente uno spazio generale di probabilità con almeno quattro dimensioni, e possiamo usare termini tratti da qualsiasi di queste quattro dimensioni per riferirci alle altre – è solo una questione di semantica. Possiamo anche usare “limbico” per riferirci ai correlati nei quattro quadranti o “tribale”, ecc. Ma in generale, molti termini sono specificamente utilizzati per riferirsi a un solo quadrante – termini come prensione, valori, molecole, ecosistema – e quei termini riflettono meglio le realtà di quel quadrante o dimensione, e noi, di conseguenza, seguiamo di solito questa consuetudine; ma il fatto che esse sono soltanto quattro dimensioni di una singola occasione dovrebbe essere sempre tenuto a mente.) 

Il retroterra intersoggettivo rosso, quindi, non arriva all’esistenza attraverso uno scambio individuale di valori rossi; e non succede neppure che il soggetto emerga in uno spazio intersoggettivo; invece, essi emergono simultanenamente e tetra-evolvono. Ogni soggetto che non si adatta inizialmente con lo spazio AQAL a priori o preesistente sarà eliminato dalla selezione (un fatto che appare alla comprensione pre-quadratica come una credenza che le relazioni, o il retroterra intersoggettivo, sia ontologicamente anteriore alla soggettività, una comprensione frammentate che è sostituita dalla simultaneità della tetra-evoluzione). Ogni quadrante deve ingranarsi con tutti gli altri quadranti o è eliminato dalla selezione. 

Il fatto che le dimensioni collettive abbiano spesso un peso maggiore (per la semplice forza dei numeri) non deve essere erroneamente interpretato nel senso che le dimensioni collettive siano in qualche modo ontologicamente anteriori. Un quadrante non è mai anteriore a un altro. Quello che, invece, è anteriore allo spazio AQAL di questo momento è lo spazio AQAL del momento precedente. Ci deve essere inizialmente un tetra-adattamento della matrice AQAL di questo momento con quella dei suoi predecessori, o l’unificazione prensiva si rompe, la causazione formativa fallisce, non vi è nessun momento di continuità tra adesso e allora, e conseguentemente il nuovo olone che sta emergendo è cancellato proprio nella sua emergenza. (Diciamo che deve tetra-adattarsi inizialmente perché, naturalmente, l’olone aggiunge anche il suo momento di novità creativa nelle quattro dimensioni, e quindi la matrice AQAL di questo momento trascenderà in una certa misura la matrice del momento precedente: quindi il Kosmo si evolve. 

Se l’intersoggettività (B/S) fosse ontologicamente anteriore alla soggettività (A/S), allora i retroterra culturali non potrebbero essere mai cambiati in modo fondamentale dai soggetti individuali (cioè, i soggetti, che arrivano dopo il fatto, dopo il retroterra ontologico profondamente anteriore, non potrebbero mai raggiungere quel retroterra per cambiarlo), mentre invece i soggetti individuali hanno sempre una certa influenza, talvolta notevole, sul retroterra culturale. Similmente, il retroterra culturale stesso deve integrarsi con altre dimensioni: se, per esempio, il retroterra intersoggettivo (B/S) non si adatta con la base tecno-economica (B/D), vi è un profondo conflitto e dissonanza interiore tra gli aspetti sociali e culturali dell’essere-nel-mondo dell’olone (la semantica e la sintassi si scontrano). (Per un’ampia discussione su questo tema, vedi la sezione “La Natura della Trasformazione Sociale Rivoluzionaria”, nel corpo del testo.) Il punto, come sempre, è che i quadranti emergono simultaneamente e tetra-evolvono.

 

10)

“Profondo” e “superficiale” sono termini il cui significato non è stabile, per questo è necessario fare riferimento al contesto per poter determinare il loro significato. Per esempio, le caratteristiche “profonde” di un olone sono definite come ciò che è comune a quella classe di oloni, e “superficiale” si riferisce soltanto ai membri individuali di quella classe. Ma “profodo” e “superficiale” sono termini relativi, perché cambiano significato a seconda del livello della classe stessa. Ci possono essere caratteristiche profonde comuni ai membri di una famiglia particolare, di una particolare sottocultura, di una particolare cultura, di un particolare blocco di civiltà, o a tutti gli esseri umani, o a tutti gli esseri senzienti, ecc. In questo caso, ciò che è “profondo” per uno è “superficiale” per la successiva classe più elevata e inclusiva: per esempio, le caratteristiche profonde di una famiglia particolare (cioè, le caratteristiche condivise da tutti i membri della famiglia) sono caratteristiche superficiali di una particolare cultura (cioè, non sono condivisi da tutti i membri della cultura). Similmente, le caratteristiche profonde di una cultura sono caratteristiche superficiali per un blocco di civiltà, e ciò che è profondo per questo blocco è superficiale per tutti gli esseri umani, ecc. Tutte queste utilizzazioni sono accettabili, purché siano basate su prove empiriche valide provenienti dalle indagini ricostruttive. 

Inoltre, a quanto sembra, tutti questi oloni collettivi (come gli individuali) generano campi morfici – che è la tesi fondamentale di Sheldrake. Quindi, queste classi non sono mere astrazioni – un altro punto essenziale. Cioè, questi campi morfici (di una famiglia, gruppo, sottocultura, cultura, tutti gli esseri umani) esercitano una causazione formativa sulla forma di tutti gli oloni in quella classe, che è parte della loro eredità profonda (o influenza del karma kosmico sugli oloni susseguenti). Sheldrake fornisce un esempio dopo l’altro su come classi differenti di oloni esercitino un’influenza morfica sugli altri membri in quella classe – che si tratti di famiglia, gruppo, nazione, umanità, l’insieme delle specie, ecc. Un blocco di civiltà, per esempio, è unito nel fatto che tutti i suoi membri parlano una lingua specifica, come l’inglese, e questo campo linguistico collettivo ha profondi effetti morfici su i suoi membri. Lo stesso avviene con l’influenza che una famiglia esercita su i suoi membri, un gruppo di pari, una nazione, ecc. Ognuna di queste classi, purché esista realmente, ha caratteristiche profonde e superficiali; e le caratteristiche profonde sono ereditate da tutti i membri di quella classe come parte del loro karma kosmico. 

Nel corpo del testo, quando affermo che “le caratteristiche profonde sono ereditate, mentre le caratteristiche superficiali non lo sono”, lo affermo a partire dalla classe degli universali (a meno che non sia specificato diversamente). Da questo punto di vista vantaggioso, le caratteristiche profonde ereditate universalmente, diciamo, del meme beige (come il bisogno di cibo, acqua, riparo che è ereditato universalmente da tutti gli esseri umani senza eccezione) non determinano, nondimeno, i modi specifici che una cultura particolare o gli individui utilizzano per procurarsi cibo, acqua e riparo, quindi diciamo che questa specifiche caratteristiche di superficie non sono ereditate universalmente – sono caratteristiche di superficie che differiscono da una cultura all’altra, e queste differenze devono essere riconosciute e onorate. 

Ma una cultura particolare svilupperà invariabilmente un insieme di pratiche (per esempio, una particolare struttura di linguaggio, varie norme etiche, un particolare modo di produzione tecno-economica, stili di abbigliamento e costumi accettati, ecc.) – pratiche che, sebbene siano la superficie delle strutture universali (cioè, quelle forme specifiche non sono ereditate da tutti gli esseri umani) sono comuni tuttavia a tutti i membri di quella cultura, e quindi sono le caratteristiche profonde di quella particolare cultura, ereditate come retroterra da tutti i membri normali di quella società (ma non dappertutto da tutti gli esseri umani). 

Il punto è: ciò che è “superficiale” per un livello può essere “profondo” per un altro livello (e, tra le altre cose, le caratteristiche profonde a qualsiasi livello esercitano risonanza morfica e causazione formativa sugli oloni della stessa classe-livello). Inoltre, per riconoscere le caratteristiche “profonde”, è necessario l’apparato cognitivo corrispondente. Per esempio, la teoria dei sistemi del meme giallo scopre schemi universali che non possono essere individuati dalla cognizione blu o verde. (Vedi Excerpt C, la sottosezione “A Brief History of Conceptions”.) Per questo il meme verde che non ha accesso cognitivo agli universali olarchici del secondo-ordine e alle loro caratteristiche profonde interculturali, immagina che essi siano dovunque soltanto caratteristiche superficiali – sono convinti che esistano soltanto caratteristiche relativistiche e pluralistiche. Ma se aggiungi le cognizioni integrali del secondo-ordine, le caratteristiche profonde che sottostanno alla relatività culturale vengono alla luce – così come gli schemi profondi dei quadranti, con le prospettive in prima, seconda e terza-persona, e tutta la spirale dello sviluppo. Con questo non si vuole negare la relatività di molte produzioni culturali – che sono infatti universalmente “superficiali” e non universalmente “profonde” – ma si vuole completare la relatività dilagante con le molte caratteristiche, scoperte dai meme giallo e turchese, che per gli esseri umani sono interculturali, includendo molte delle pretese avanzate dagli stessi postmoderni, come la componente interpretativa di tutta la conoscenza umana, che è, infatti, una componente universalmente profonda.  

L’affermazione generale che “le caratteristiche profonde sono ereditate, mentre le caratteristiche superficiali non lo sono” ha bisogno sempre di essere meglio definita, perché il significato profondo dipende da quale classe-livello è implicato. L’affermazione, in realtà, significa “ereditate da tutti i membri di quella classe”. 

In sintesi: generalmente, nel corpo del testo, mi riferisco alle caratteristiche interculturali o universali, e quando dico “le caratteristiche profonde sono ereditate, mentre le caratteristiche superficiali non lo sono”, intendo dire che quelle onde generali di probabilità sono ereditate come potenzialità/abitudini kosmiche da tutti gli esseri umani in modo interculturale. Niente di quello che è una caratteristica relativa e superficiale di quelle caratteristiche profonde è universalmente ereditato. Questo non impedisce a particolari culture, sottoculture e famiglie di avere le loro caratteristiche “profonde” che sono ereditate collettivamente dai loro membri (come determinato da una scienza ricostruttiva). A una particolare classe-livello – diciamo, quello delle culture – è vero ancora una volta che “le caratteristiche profonde sono ereditate, mentre le caratteristiche superficiali non lo sono” – e, in questo caso, significa che tutti i membri di quella cultura ereditano certe caratteristiche profonde, come il retroterra culturale intersoggettivo (che è generalmente profondo per tutti i membri normali), ma non tutti i membri ereditano le caratteristiche particolari di questo retroterra (che sono superficiali). Tuttavia, alcune caratteristiche che sono superficiali per quella cultura possono essere comuni a tutti i membri di una particolare famiglia, nel qual caso sono caratteristiche profonde di quella famiglia e sono ereditate da tutti i membri di quella famiglia (ciò è particolarmente vero, come quasi tutti capiscono intuitivamente, per i tratti patologici esistenti in una famiglia, dove i peccati dei padri e delle madri ricadono sui  figli fino alla settima generazione…) Qui abbiamo un modello profondo di karma familiare che, nondimeno, è un tratto superficiale della cultura in se stessa (e certamente superficiale per tutti gli esseri umani). 

In ogni caso, per favore, tenete presente la natura mutevole dei termini “profondo” e “superficiale” nel seguire la trattazione di temi come la causazione formativa, la risonanza morfica e il karma kosmico in generale. Come ho detto, nel testo, di solito parlo di caratteristiche interculturali e universali (profonde per tutte gli esseri umani normali), quindi tutto il resto è trattato come “superficiale”, che significa che tutto il resto è culturalmente relativo (e questo è corretto). Ma all’interno di quelle culture, vi sono molte caratteristiche profonde ereditate da quella cultura, da varie sottoculture, dalle famiglie e dagli individui (dove la risonanza morfica e la causazione formativa  presumibilmente contribuiscono ai meccanismi di quell’eredità, insieme ai fattori degli altri quadranti, come unificazione prensiva, genetica, autopoiesi, habitus, ecc.). 

Il punto importante, che sarà trattato nel corpo del testo, è che nessuna di queste caratteristiche profonde a nessun livello – inclusi gli universali – è predeterminata in nessun modo platonico, hegeliano, aurobindiano o archetipico preesistente. Esse emergono in parte come novità creativa durante l’evoluzione, e solo dopo essere state depositate come abitudini kosmiche diventano potenzialità che possono essere ereditate dagli oloni che seguiranno. Questo è un aspetto essenziale dello spostamento dalla metafisica alla post-metafisica.

 

11)

L’idea generale implica quello che è tecnicamente chiamato “stati e stadi”: sebbene gli stadi più elevati non si siano ancora cristallizzati collettivamente come abitudini cosmiche, gli stati più elevati – inclusi gli stati sottile, causale e non duale – sono di fatto disponibili a chiunque. La ragione è che i quattro grandi stati di coscienza naturali, a disposizione di tutti gli esseri umani – veglia, sogno, sonno profondo e non duale – danno un tipo di accesso alle quattro grandi potenzialità che occupano l’intero spettro morfogenetico – grossolano, sottile, causale e non duale. Ognuno, di fatto a qualsiasi stadio di sviluppo, può avere uno stato alterato di coscienza o un’esperienza di vetta di questi stati più elevati (semplicemente perché ognuno è sveglio, sogna e dorme profondamente). Questi stati più elevati sono reali, esistono, sono autentici e possono svelare realtà più elevate e più profonde che percorrono l’intero spettro e il grande campo morfogenetico (grossolano, sottile e causale), sebbene nessuno di questi stati più elevati si sia consolidato in stadi morfogenetici, concreti, specifici, ereditati che siano disponibili su vasta scala. (Come abbiamo visto, gli stadi che si stanno formando collettivamente all’avanguardia dell’evoluzione vanno più o meno dal turchese al corallo.) 

Quando un pioniere dell’avanguardia si spinge per primo in una delle potenzialità più elevate (che lo abbia fatto ieri, o lo faccia oggi o domani), può farlo soltanto in due modi: come una temporanea esperienza di vetta (o stato alterato), o come una acquisizione permanente (o tratto duraturo). Nel primo caso, fa esperienza semplicemente di alcune di queste potenzialità più elevate in quanto esperienza spirituale temporanea o stato alterato, che può avere un profondo impatto su di lui (e i suoi seguaci, se diventa un maestro). Tuttavia, queste potenzialità non diventano un tratto o un’acquisizione accessibili permanentemente nella coscienza. 

Perché ciò accada, cioè perché gli stati temporanei diventino tratti permanenti, il pioniere deve intraprendere qualche tipo di apprendimento, crescita e sviluppo permanente nell’ambito di quelle potenzialità più elevate. Come per ogni apprendimento – dall’imparare una lingua, all’imparare il karate o ad andare in bicicletta – ci sono degli stadi da superare, o una specie di dispiegamento progressivo di queste acquisizioni. Come per tutti i nuovi emergenti, molte di queste acquisizioni in sequenza emergono inizialmente come novità e libertà creativa all’estremo, caotico e appena definito margine dello sviluppo e dell’evoluzione. Ma se questi emergenti sono ripetuti da un numero crescente di oloni, cominciano a consolidarsi lentamente come abitudini kosmiche che sono in seguito disponibili per gli oloni seguenti che  ottemperino all’ingiunzione particolare che per prima generò e tetra-attivò quel particolare cammino e il suo stadio. A Gautama il Buddha, per esempio, viene attribuita la creazione di una nuova serie di ingiunzioni meditative (modelli, paradigmi, pratiche) che dovrebbero portare un praticante serio dagli stati grossolani (veglia) agli stati sottili (savikalpa) agli stati causali (nirvikalpa, nirodh, nirvana). Queste pratiche specifiche implicavano una serie di stadi meditativi che egli insegnava ai suoi seguaci (come tutti gli stadi, non erano passi lineari rigidi e distinti, ma onde di coscienza fluide, che si mescolavano e si sovrapponevano, ma che generalmente avevano una progressione che partendo da sila, o un radicamento strenuo nei precetti morali, e passando attraverso le pratiche meditative di assorbimento e intuizione,  arrivava fino al nirvikalpa, nirodh e nirvana; come tutti gli stadi, non è mai stato provato che essi si dispieghino nell’ordine inverso). Quanto maggiore è il numero dei praticanti che seguono questi stadi generali (in una maniera AQAL – cioè, in collettività o sangha inserite in istituzioni sociali), tanto più questi stadi diventano stabili come abitudini kosmiche che rendono quel particolare sentiero meditativo un’affidabile serie di stadi attraverso il grande campo morfogenetico di potenzialità più alte sottili, e causali. Oggi, gli stadi generali della meditazione vipassana sono disponibili come acquisizioni permanenti nella linea di sviluppo meditativa, sebbene, naturalmente, le varie caratteristiche superficiali cambino da cultura a cultura e spesso da individuo a individuo. Ma non c’è niente in quegli stadi che somigli a strutture, piani o livelli di realtà ontologici, preesistenti, fissati, assoluti, esistenti in modo indipendente. Si tratta, invece, di questo: quanto più numerosi erano coloro che si spingevano in quegli stati più elevati su una base sempre più permanente, tanto più quei pionieri all’avanguardia davano forma a quelle dimensioni; quelle forme, una volta adottate da un numero crescente di individui col tempo si consolidarono in abitudini kosmiche, come stadi disponibili di sviluppo che possono essere attivati da una serie specifica di paradigmi e ingiunzioni. (Ma anche allora, naturalmente, soltanto la loro forma profonda o modello morfico sarà ereditato; le loro forme e i loro contenuti superficiali varieranno da cultura a cultura e da persona a persona, proprio come avviene oggi per le forme superficiali del rosso, blu, arancione, ecc. E, va senza dire, che sono disponibili altri cammini differenti attraverso il grande spettro della coscienza.) 

Oggi, per esempio, Hameed  Almaas sta forgiando una nuova serie di onde e stadi attraverso il grande campo morfogenetico delle potenzialità più alte; quanto più cresce il numero di seguaci che percorre la specifica impronta morfogenetica di cui egli è il pioniere, tanto più le sue caratteristiche diventeranno consolidate come un’abitudine kosmica, attraverso quella particolare linea evolutiva nella matrice AQAL. In altri termini, si sta incidendo oggi nel corpo kosmico il cammino di un nuovo lignaggio, e, come per tutti i lignaggi, esso porterà il marchio del suo fondatore, nel bene e nel male. Questo è inevitabile per ogni tipo di nuovo cammino pionieristico verso dimensioni più elevate, ed è la ragione per cui si spera sempre che il fondatore o i fondatori di un sentiero particolare, in una linea evolutiva particolare, creino un sangha sufficientemente autocritico in modo che ogni modello troppo deviante possa essere individuato internamente e autocorretto. (L’umanità, inutile ricordarlo, ha alle spalle una storia molto controversa sotto quest’aspetto...) 

Per un’ulteriore discussione sui quattro grandi stati (veglia, sogno, sonno profondo, non duale) e le loro potenzialità corrispondenti (grossolana, sottile, causale e non duale) vedi Sidebar G “States e Stages” (sul sito www.wilber.shambala.com). Il punto è che in ogni epoca data, gli stati più elevati sono disponibili collettivamente anche se gli stadi non lo sono (sebbene gli stadi più elevati possano essere forgiati unicamente da individui o da sangha); ma quanto maggiore è il numero di individui che si spingono negli stati più elevati, tanto più questi ultimi diventano disponibili come stadi collettivi (o abitudini kosmiche), stadi che appaiono come a priori, ma sono in realtà a posteriori – questa è l’essenza di un approccio post-metafisico alle

potenzialità più elevate senza dati preesistenti platonici o aurobindiani.

 

12)

Una crisi di legittimazione può avvenire, naturalmente, indipendentemente dal livello della visione del mondo. Persino le altamente autentiche visioni del mondo devono cercare e trovare legittimazione. L’autenticità non è garanzia di legittimità, e neppure viceversa. Vedi A Sociable God, CW 3.

 

13)

Non si vuole qui trascurare le centinaia e le migliaia di micro-trasformazioni e micro-aumenti in profondità che possono avvenire e spesso avvengono negli affari individuali e sociali. Il fatto è semplicemente che le macro- trasformazioni profonde (per esempio, dai cacciatori/raccoglitori all’orticoltura, all’agrario) sono relativamente rare.

 

14)

Vedi Nota 17.

 

15)

Questo fa parte della ricostruzione AQAL di Marx e del suo contributo: l’importanza della componente del materialismo storico marxista consiste nel fatto che essa include la dimensione Basso/Destra dei sistemi sociali e del potere istituzionale che essi incorporano. Questo manca completamente nel nuovo paradigma e nelle versioni postmoderne della “trasformazione”, infatti essi si affidano ai fattori soggettivi e intersoggettivi, trascurando completamente le realtà oggettive e interoggettive. Inoltre, come vedremo nella nostra analisi storica del Basso/Sinistra  (Excerpt B), il Marxismo è una forma di strutturalismo evoluzionistico nel senso più ampio (forze interoggettive di produzione e relazioni di produzioni: cioè, relazioni di significanti e sistemi di sintassi). Questo può essere analizzato adeguatamente soltanto utilizzando IOS.

 

16)

Una delle più insormontabili difficoltà con la visione degli eco-primitivisti -  che vedono le tribù dei cacciatori/raccoglitori come un paradiso ecologico, sociale e politico – è che questa visione è in affanno quando deve spiegare come mai i cacciatori/raccoglitori abbandonarono di propria iniziativa quel modo di produzione e adottarono l’orticoltura praticamente ogni qual volta è stato loro possibile. Perché le culture avrebbero abbandonato in massa questo presunto paradiso? Per sbarazzarsi volontariamente del paradiso, le tribù dei cacciatori/raccoglitori dovevano essere o incredibilmente stupide, o non dovevano vivere in nessun vero paradiso (ma più probabilmente in un  relativo inferno che essi erano tutti davvero entusiasti di trascendere, e, infatti, lo hanno trasceso).

 

17)

I capitolo che concerne la natura della trasformazione sociale è un sommario sintetico di una delle maggiori sezioni dell’originale Volume 2 della Kosmos Trilogy (che sarà ora il Volume 3). Quella sezione è un’analisi approfondita della trasformazione individuale, culturale e sociale da una prospettiva AQAL. Arriva a quelle che io reputo siano molte nuove e interessanti conclusioni circa la trasformazione sociale, come il fatto che il più grande (ma non unico) determinante del modo di coscienza medio è la forma della base tecno-economica che fa funzionare il sistema di governo di una società. In quella sezione si trova anche un’ampia discussione dei fattori specifici che sono richiesti per iniziare una trasformazione in ogni quadrante, e le prove empiriche dei tipi di trasformazione che stanno - e non stanno – avvenendo nel mondo di oggi.

 

18)

Io userei il termine “prensione dei quattro-quadranti” o “prensione quadratica”, ma questa formulazione forza il termine di Whitehead in un modo che lo snatura. L’idea, tuttavia, è proprio che tutti i quattro quadranti “toccano” i loro predecessori, e questo toccarsi è parte dell’eredità quadratica. Ma la “prensione” di Whitehead copre in realtà soltanto il quadrante A/S, per le ragioni spiegate nel testo (per esempio, gran parte della causazione formativa non è afferrata soggettivamente, ma esercita, nondimeno, la sua influenza). Vedi sotto nel corpo del testo “Eredità Dialogica Parziale e Completa”. Se occasionalmente utilizzo il termine “prensione quadratica” (poiché è abbastanza semplice da capire), per favore ricordatevi cosa significa in realtà.

 

19)

Le interpretazioni di oggi diventano i fatti di domani come eredità kosmica – ma se, e soltanto se, esse sopravvivono alle pressioni della selezione nei quattro quadranti. Naturalmente, in senso più tecnico, è la totalità dello spazio AQAL di questo momento che è trasmesso allo spazio AQAL del momento successivo, così che i fatti (quadranti di Destra) e le interpretazioni (quadranti di Sinistra) di questo momento sono trasmessi ai fatti e interpretazioni del momento successivo: il punto è che i fatti e interpretazioni, o oggettività e soggettività, o materia e coscienza, sono dimensioni inseparabili degli oloni.

Tra parentesi, le caratteristiche superficiali (in ogni quadrante) hanno la loro propria storia individuale, che è ereditata soggettivamente come unificazione prensiva e oggettivamente come campi morfogenetici individuali. Per manifestarsi, devono aggiustarsi ai campi dati di intersoggettività e interoggettività – ancora una volta, i quadranti tetra-evolvono.

 

Libera traduzione dall'inglese di Giovanna Visini  

FONTE:  www.wilber.shambala.com

 

Dott.ssa Giovanna Visini

A.R.A.T.- Associazione Rebirthing Transpersonale

Cell. 338/2124389

E-mail: giovannavisini@tiscali.it   http://www.rebirthing-milano.it/

 

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