Note 2 (da 20 a 30)
Implicati anche nell’assolutismo di un’onda/livello. Infatti, la modernità assolutizza il meme arancione, la postmodernità il meme verde. |
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E, naturalmente, gli oloni pre-umani sono incisi in modo ancora più profondo – sono incisi nel Kosmo con una profondità non di pochi piedi, ma di centinaia e migliaia e milioni di piedi. Gli oloni più fondamentali – come stringhe, quark particelle subatomiche – risalgono praticamente fino al Big Bang, e quindi le loro impronte morfogenetiche sono state incise nel Kosmo quasi fin dal suo inizio. Gli oloni successivi – atomi, molecole, cellule, organismi fino al cervello trino – sono incisi sempre meno profondamente, e quindi sono meno fondamentali (ma sono più significativi, perché trascendono e includono i loro predecessori – vedi A Brief History of Everything), Quando arriviamo agli oloni umani, sebbene essi combinino e includano gli oloni precedenti, la loro impronta incisa nel Kosmo è molto sottile, quindi essi sono ancor meno fondamentali, ma molto più significativi, poiché trascendono e includono tutta la storia delle impronte del Kosmo, un’unificazione prensiva di cui i sotto-sentimenti risalgono all’indietro fino a sentire il Big Bang stesso. |
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Naturalmente, se aggiungiamo le diverse dimensioni del tempo – arriviamo ad averne almeno cinque in ciascuna di queste quattro dimensioni “spaziali” – quindi il totale delle dimensioni degli oloni arriva a 25 dimensioni o più. Vedi la nota 9 del Cap. 1 di A Theory of Everything, dove descrivo queste 25 dimensioni degli oloni avanzati. Ma le semplici quattro dimensioni/quadranti sono più che sufficienti per questa discussione. |
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Vedi Appendix A di “Do Critics Misrepresent My position” sul sito http://www.wilber.shambala.com/. |
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Quando diciamo che il soggetto di questo momento diventa l’oggetto del successivo, significa all’interno del flusso soggettivo stesso. Quindi, “l’oggetto interiore” del nuovo soggetto è abbastanza diverso dalle “dimensioni oggettive” (che sono i quadranti di Destra) del soggetto. Per mostrare che cosa significhi, usiamo le parole “interiore” e “esteriore” per riferirci ai flussi soggettivo e oggettivo (o le dimensioni di Sinistra e di Destra) e usiamo i termini “soggetto” e “oggetto” nel senso whitheadiano di colui che sente e ciò che è sentito. Quello che abbiamo, allora, è questo: il momento presente ha dimensioni interne ed esterne (Sinistra e Destra; per quest’esempio ci concentriamo sui quadranti individuali, quindi, l’Alto/Sinistra è “interiore” l’Alto/Destra è “esteriore”). L’intera matrice AQAL è trasmessa al momento successivo, così che il presente soggetto/interiore di questo momento diventa un oggetto/interiore del soggetto/interiore del momento successivo (cioè, il soggetto sentito in A/S diventa l’oggetto sentito in A/S del nuovo soggetto in A/S; detto in modo diverso, il soggetto sentito diventa l’oggetto sentito, sottocomponente o subolone del nuovo soggetto sentito). E contemporaneamente l’esteriore presente (o il correlato A/D) del soggetto/interiore (A/S) di questo momento diventa un esteriore ripiegato (o sottocomponente) del soggetto/interiore del momento successivo (cioè, la forma esteriore di questo momento diventa una forma che è un sottocomponente del nuovo esteriore del momento successivo, il cui interiore correlato è il nuovo soggetto che sente il vecchio soggetto in A/S. Il vecchio soggetto interiore in A/S è diventato oggetto interiore del nuovo soggetto in A/S, e il vecchio esteriore in A/D – inclusi i suoi campi morfici e di energia sottile – è diventato un sottocomponente del nuovo esteriore in A/D, di cui la somma totale, insieme ai quadranti inferiori, è la totalità dell’eredità AQAL). Vedi Excerpt B per altre riflessioni sul tema, in cui viene discusso perché “dentro” e “fuori” non sono la stessa cosa di “interiore” ed “esteriore”, e perché questo è importante in un pluralismo metodologico più integrale. Il punto è che, se ogni tanto scivoliamo nel linguaggio puramente whiteheadiano (dal momento che una visione più completa e quadratica richiede tempo per essere spiegata), per favore inserite questo nel suo corretto contesto interpretativo AQAL. Per esempio, quando diciamo che i fatti-e-interpretazioni di questo momento sono trasmessi come fatti al momento successivo, o che questo momento diventa un oggetto del soggetto del momento successivo, la realtà vera è: gli interiori di questo momento sono trasmessi agli interiori del momento successivo, mentre gli esteriori di questo momento sono trasmessi agli esteriori del successivo, non dualisticamente ma in una tetra-azione non duale. La matrice AQAL di questo momento non diventa un oggetto sentito del momento successivo, poiché soltanto la dimensione soggettiva nelle sue caratteristiche superficiali è, di fatto, sentita; tutti gli altri aspetti sono trasmessi come eredità attraverso la matrice AQAL, non attraverso l’unificazione prensiva (per esempio, i soggetti individuali non sentono mai i loro modelli profondi, né i loro stadi di sviluppo, né le loro onde di probabilità, né il loro retroterra intersoggettivo, ecc. – a meno che non siano intraprese specifiche indagine in seconda e terza-persona). Di nuovo, la prensione/sentimento di Whitehead è nella sua essenza un fenomeno Alto/Sinistra. |
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Sulla Natura dei Dati Involutivi Vi sono altri dati (diversi dalle eredità passate) che determinano la natura del venire in essere di questo momento? Detto differentemente, ci sono dati che sembrano essere esistiti prima del Big Bang? Tra i pochi teorici che hanno riflettuto in modo chiaro su questo tema, la risposta sembra essere: sì.
C’è un mito che talvolta può essere utile per il fatto che propone idee che non possono essere colte in nessun caso dualisticamente o concettualmente. Il mito è questo: quando lo Spirito si effonde all’esterno (questo è chiamato involuzione) per creare questo particolare universo con questo particolare Big Bang, lascia tracce o echi della sua esalazione kosmica. Queste tracce costituiscono poca cosa nel senso di contenuti, forme, entità o livelli concreti, ma compongono, invece, un vasto campo morfogenetico che esercita una dolce attrazione (o Agape) verso occasioni più elevate, più ampie e più profonde, un’attrazione che si mostra nelle occasioni manifeste o attuali come Eros nell’agency di tutti gli oloni. (Possiamo pensare a questa “attrazione” come a un’attrazione di tutte le cose a tornare allo Spirito, Whitehead la chiama “amore” che è “la dolce persuasione di Dio” verso l’unità; quest’amore che scende dal più alto al più basso è chiamato Agape, e quando sale dal più basso al più alto è chiamato Eros: due lati della stessa attrazione). Questa vasta attrazione morfogenetica collega le potenzialità degli oloni meno elevati (materialmente dormienti) con le potenzialità degli oloni più elevati (spiritualmente risvegliati). Il dato involutivo di questo campo morfogenetico è un gradiente di potenzialità, non di attualità, così che Agape lavora attraverso l’universo come amore che opera una dolce persuasione, tirando le forme manifeste meno elevate dello spirito verso forme manifeste più elevate dello spirito – un gradiente di potenziale che gli esseri umani, dopo essere emersi, avrebbero espresso concettualmente spesso come corpo, mente, anima e spirito. “Spirito” (con la S maiuscola), naturalmente, era (ed è) il fondamento sempre presente di tutte quelle onde manifeste, ugualmente e totalmente presente in ciascuna, ma “spirito” (con la s minuscola) è anche un’onda o uno stadio generale di evoluzione: spirito è lo/gli stadio/stadi transpersonale/i dove lo Spirito come fondamento può essere realizzato in modo permanente. Il residuo di questa effusione involutiva sono i vari dati involutivi (o elementi che sono consegnati o depositati dall’involuzione, elementi che, quindi, preesistono al Big Bang e, quindi, sono già operanti dal momento del Big Bang in avanti), il più generale dei quali è il grande campo morfico del potenziale evolutivo, un dolce gradiente di persuasione che attrae tutti gli oloni manifesti sulla via del ritorno verso il loro Fondamento sempre presente, lo Spirito – un campo kosmico di Agape, che attrae gentilmente l’evoluzione verso una coscienza, un abbraccio, un’inclusività sempre più vasti. L’universo è, per così dire, inclinato, e la totalità dei suoi contenuti scorre lentamente verso la Sorgente e Quiddità dell’intera manifestazione. Questa pendenza, questa inclinazione, questa Agape, questo vasto potenziale morfogenetico, esercita una dolce attrazione sull’evoluzione perché si dispieghi in onde di sempre crescente complessità, inclusività, profondità, finché l’intero Kosmo è abbracciato in un’unificazione prensiva che può ingoiare l’intero Oceano Pacifico in un sorso, tenere il Monte Everest sul palmo della mano, chiudere gli occhi e avvolgere nella notte l’intero universo, sorridere e far sorgere il sole perché splenda su tutte le creature grandi e piccole. I dati involutivi sono diversi dal grande campo morfogenetico kosmico di Agape (che appare in tutti gli oloni come Eros)? In altri termini, ci sono forme a priori, non solo nella sequenza evolutiva, ma anche nella sequenza involutiva? Abbiamo già visto che l’evoluzione eredita il suo momento precedente come un dato a priori. Ma queste non sono forme archetipiche preesistenti o eterne, sono semplicemente le forme creative passate del dispiegarsi evolutivo. Poniamo adesso la domanda: ci sono forme che sono state depositate come “memoria” nella sequenza involutiva e che quindi si mostrano come forme date, eterne, che sono presenti fin dall’inizio dell’evoluzione stessa e che sono operative in ogni momento del dispiegamento evolutivo? Abbiamo già postulato che Eros/Agape e l’inclinazione morfogenetica della manifestazione siano dati involutivi. Ce ne sono altri? (Cioè, ci sono forme a priori che sono a priori rispetto alle forme a priori dell’evoluzione?) Whitehead lo credeva: oggetti eterni, per esempio (queste sono cose che dovete avere prima di poter avere qualsiasi altra cosa, come la forma, il colore, ecc.). Sheldrake utilizza implicitamente una serie di dati involutivi. Per Sheldrake non ci sono costanti archetipiche o forme preesistenti, ma nei fatti introduce molte costanti universali preesistenti per spiegare la risonanza morfica e la sua causazione formativa. Sulla base della stessa teoria di Sheldrake, ci sono certe categorie che devono esserci da sempre perché questa teoria della risonanza morfica e della causazione formativa sia vera, e queste categorie a priori sono infatti eterne (o archetipiche). Per esempio, Sheldrake pensa il mondo come composto da forme ed energia; pensa che l’energia causi energia e la forma causi forma; pensa che lo sviluppo avvenga; e pensa che la creatività sia essenziale. Tutte queste cose – energia, forma, causazione, sviluppo, creatività – sono concepite come presenti dovunque, eternamente, fin dal principio – esse non si sviluppano e non si evolvono. Sono, quindi, archetipiche per i suoi stessi standard, per lo meno per quanto riguarda questo universo. La maggior parte dei fisici crede oggi che il Big Bang, quando si produsse, sembrò seguire certe leggi fisiche descritte dai matematici. Queste matrici matematiche, di conseguenza, dovevano essere presenti in quel momento o prima del Big Bang (cioè, come dati involutivi), non erano qualcosa che cominciò a esistere dopo il Big Bang e che fu poi ereditato dal futuro (qualcosa che sarebbe un a priori evolutivo per i momenti seguenti; ma queste forme matematiche sembrano essere un a priori involutivo – niente che fosse creato nel passato, ma qualcosa presente da sempre). Questi dati involutivi possono essere visti come gli schemi e i vincoli che sono il residuo di quel particolare ciclo della creazione involutiva: ciò che è rimasto dell’esalazione dello Spirito che risultò nel Big Bang, che, quindi, seguiva già questi schemi (o dati involutivi) quando arrivò sulla scena. Quindi appare evidente che ci sono almeno alcune forme di dati involutivi. Io li chiamerei “archetipi” ma questo termine è stato così abusato che non significa più niente. Chiamiamoli allori “prototipi” o semplicemente dati involutivi. D’altra parte, molti teorici, come Plotino, Hegel e Aurobindo, andarono un po’ troppo lontano nel cercare di specificare e definire la forma e talvolta il contenuto di questi dati involutivi. Tendevano a vederli come se consistessero di livelli attuali, a volte con contenuti attuati, per cui l'evoluzione non era altro che un riavvolgimento della cassetta video dell’involuzione. Credo che questa visione non possa più essere sostenuta alla luce delle conoscenze attuali. Infatti, tutti quei grandi pionieri presentavano concezioni metafisiche, premoderne (e certamente pre-postmoderne). Come tali, non coglievano adeguatamente la natura AQAL dello spaziotempo manifesto; in particolare non coglievano il potere formativo del quadrante Basso-Sinistra: il potere inesorabilmente costitutivo dei contesti e retroterra culturali in cui tutti i soggetti e gli oggetti sono indelebilmente immersi, ai quali inizialmente essi devono adattarsi, e all’interno dei quali necessariamente emergono alcune delle loro prensioni. Detto più chiaramente, persino il genio straordinario di questi grandi pionieri non poteva sfuggire al loro stesso contesto culturale in modo da accorgersi che gran parte di quelli che chiamavano “ livelli dell’essere universali preesistenti” erano di fatto caratteristiche superficiali particolari, socialmente costruite. Vale a dire, gran parte di ciò che essi attribuirono ai dati involutivi erano in realtà eredità evolutive. Non forme date eternamente dallo Spirito nel suo cammino verso la manifestazione materiale, ma forme ereditate della manifestazione passata nel suo percorso di ritorno allo Spirito. Questa è la ragione per cui cerchiamo di costruire una spiritualità post-metafisica, postmoderna che onori gli insegnamenti essenziale di questi maestri, pur inquadrandoli in un contesto più adeguato all’autocomprensione di oggi (cioè, la forma di auto-prensione dello Spirito che si trova a questo particolare livello del suo giocoso dispiegarsi). Tuttavia, questi brillanti filosofi, avatara di Eros, hanno visto qualcosa du sconvolgente e che genera un riverenziale timore: lo Spirito è il vostro Volto Originario. Non è qualcosa di socialmente costruito, o creato per la prima volta quando vi capita per caso di imbattervi in esso, o che spunta fuori alla fine di una sequenza temporale, o una specie di Omega che può essere realizzato solo alla fine dell’universo. Lo Spirito è la vostra realtà sempre presente, che abbraccia tutto, sempre-e-già esistente. Per questa ragione una qualche nozione di involuzione, o ritorno allo Spirito che non era mai stato smarrito, entra a far parte inevitabilmente della teoria di ogni filosofo/saggio, nessuno escluso. Vi è uno straordinario dato involutivo che è assolutamente innegabile: il Fondamento sempre presente di tutti i fondamenti, la Natura di tutte le nature, la Condizione di tutte le condizioni. Al di là di questo, i grandi filosofi/saggi (premoderni, moderni e postmoderni) sono spesso in disaccordo sulle caratteristiche degli altri dati involutivi. Si tratta di uomini e donne degni di rispetto. Io ho affermato quello che penso su questo punto (e lo riassumo sotto). Ma la nozione di dati involutivi è una cornice necessaria che la mente umana, essa stessa un prodotto dell’evoluzione, deve usare per costruire l’evoluzione in modo non contraddittorio. Come abbiamo visto, persino i postmoderni, che negano qualsiasi dato preesistente, di fatto presentano la loro serie di dati impliciti per spiegare perché non ce ne sono altri. Bene, tutti questi teorici, sembra, intuiscono quelle deboli tracce e residui profumati della calma esalazione dello Spirito – la vostra originale espirazione – che ha creato questo particolare mondo manifesto e che si mostra sotto forma di dati involutivi, che sono interpretati dalla matrice AQAL di questo e di ogni momento. Come ho detto, si tratta di un mito molto utile. *** Considerando quel mito, facciamo un sintesi. La lista dei dati involutivi postulati potrebbe includere:
(1) Eros. Eros deriva essenzialmente da un fatto: lo Spirito crea l’intero mondo manifesto e in esso ogni olone: infatti, ogni olone è Spirito-in se-stesso che gioca a essere Altro (cioè, il grande campo della potenzialità morfogenetica spesso sintetizzata come materia, corpo, mente, anima e spirito è in realtà Spirito-come-materia, Spirito-come-corpo, Spirito-come-mente, Spirito-come-anima e Spirito-come-spirito). Poiché la realtà, la quiddità ed è-ità di ogni olone è di fatto Spirito, ma poiché molti oloni non realizzano che sono spirito, allora ogni olone ha un desiderio inesauribile di infinito: ogni olone ha un impulso, un anelito, una spinta, un telos, una brama di e verso Dio – che significa un impulso a realizzare lo Spirito-stesso, un impulso che vuole in definitiva abbracciare l’intero Kosmo. E’ la spinta verso unioni più alte, identità più larghe, inclusioni più ampie – che culminano nella realizzazione di Dio, o la realizzazione da parte di ogni olone dello Spirito, attraverso lo Spirito, nello Spirito, come Spirito. La realizzazione definitiva, tuttavia, non è la somma alla fine della linea, o il culmine di aggregazioni temporali, o l’addizione finita di parti finite che si aggiungono una all’altra fino a formare Una Veramente Grande Cosa Finita; è, invece, la realizzazione della sempre presente, senza spazio e quindi infinita, senza tempo e quindi eterna, senza forma e quindi onnipresente Condizione di tutte le condizioni, Natura di tutte le nature e Fondamento radicalmente senza fondamento di tutti i fondamenti. Nondimeno, nella dimensione manifesta, il risultato paradossale è l’impulso verso una più grande unità tra le cose finite, che si struggono dal desiderio di essere Totalità Libere. Questa spinta verso una più grande unità e verso la totalità, nella dimensione finita si chiama Eros: l’impulso di tutte le cose finite a trovare l’infinito, il cui risultato è l’aumento dell’unificazione e della differenziazione-integrazione delle occasioni finite. Nella dimensione temporale, la sequenza delle unificazioni sempre crescenti è infinita, estendendosi dal sottile in milioni, miliardi, fantastiliardi di realtà manifeste nel futuro, poiché ogni momento trascende-e-include i precedenti, portando all’esistenza sempre nuove verità, nuove esperienze, nuove realtà, e nuove integrazioni, senza poter discernere alcun limite visibile verso l’alto (poiché lo Spirito non è il limite superiore delle cose finite ma è il loro Fondamento sempre presente, e quindi non c’è una destinazione finale verso l’alto). A un certo punto di questa spirale di sviluppo ed evoluzione, un olone diventa abbastanza complesso, abbastanza differenziato e integrato, abbastanza cosciente da iniziare a risvegliarsi al suo Fondamento sempre presente, anche se la manifestazione finita continua nel suo agitato ciclo di unificazioni. In quell’olone, lo Spirito continua il suo gioco di manifestazione, ma ora come una Presenza intensamente presente, cosciente, sentita, un raggio di infinito che si sporge da quell’olone sul mondo che ha creato. Quest’impulso – l’impulso di Eros – appare, dalla prospettiva in terza-persona degli esseri umani al livello giallo e oltre, come un impulso verso l’auto-organizzazione in tutti gli oloni complessi, un impulso a creare ordine dal caos, una serie di strutture dissipative che consumano energia e creano forme unificate: contro tutte le sensibilità scientifiche (che vedono soltanto oggetti, “ciò”, senza intenzionalità), e contro ogni legge fisica conosciuta (che immagina che gli oggetti, i “ciò”, possano andare soltanto verso il disordine), l’universo materiale sembra organizzare se stesso in sistemi sempre più elevati e complessi. Gli scienziati scuotono la testa. Come è possibile? L’universo si muove verso totalità sempre più inclusive. L’universo va alla ricerca di unità più profonde. L’universo ha un impulso verso l’auto-organizzazione. L’universo… bene, diciamo chiaramente che cosa la prospettiva in terza-persona non riesce a cogliere: l’universo arde internamente e ha una sete inestinguibile di Dio. Ma qualunque sia il modo in cui preferite concepire questo Eros, quest’impulso di ordine dal caos, questa sorprendente auotopoiesi nel cuore stesso della materia, è uno schema evolutivo incontestabile, uno schema che non può essere spiegato dall’evoluzione in quanto tale. Si postula, quindi, che Eros sia uno dei dati involutivi: cioè, uno dei fattori presenti fin dall’inizio dell’evoluzione, un deposito nella dimensione manifesta dell’involuzione dello Spirito in e come questa dimensione – deboli echi dell’esalazione dello spirito che mette in moto questo particolare ciclo del Gioco Kosmico.
(2) Se tutti gli oloni si protendono verso lo Spirito, lo Spirito si volge verso tutti gli oloni. Il primo è chiamato Eros, il secondo Agape. Due aspetti della stessa attrazione.
(3) Un gradiente morfogenetico nella dimensione manifesta. Questo si riferisce alla curvatura dello spaziotempo che riguarda tutte le possibili forme del manifesto o della matrice AQAL: Eros opera attraverso un gradiente di inclusività crescente. Questo gradiente (maldestramente espresso dalle tradizioni premoderne come una serie preesistente e fissa di livelli e piani che vanno dalla materia, al corpo, alla mente, all’anima e allo spirito – la cosiddetta “grande catena dell’essere”) rappresenta, di fatto, l’inclinazione dell’universo alla ricerca di Dio. L’involuzione non crea una serie di piani fissi e di livelli preesistenti (non c’è una grande catena preesistente), ma un vasto campo morfogenetico di potenzialità, definite non dai loro contenuti e forme fissi, ma dalla loro collocazione relativa in un campo mobile. (Vedi “Sulla Natura di una Spiritualità Post-Metafisica”, tradotto su questo sito.) (4) Certi modelli o Forme-Prototipo. Se l’involuzione non crea una serie di livelli preesistenti fissi, ma un campo morfogenetico fluido, rimane la domanda: c’è qualche forma fissa che sia un dato involutivo? Ne abbiamo viste molte: gli oggetti eterni di Whitehead, le leggi fondamentali matematiche e fisiche, gli archetipi impliciti postulati da Sheldrake, ecc. Una lista che propone 20 dati involutivi può essere trovata nel capitolo 2 di “Sex, Ecology, Spirituality”. Questi 20 principi sono semplicemente le forme residuali del Grande Sonno, echi del Grande Oblio che ha messo in moto questo ciclo, forme involutive che sono state tatuate sulla pelle traslucida del Kosmo radioso nel suo venire in essere. Ma a parte questi relativamente pochi dati involutivi, ricordate che quello che molti teorici postulano essere i dati involutivi o archetipi eterni (cioè, a priori involutivi, dati per sempre) sono in realtà a priori evolutivi, o forme create caoticamente nel dispiegarsi temporale e poi trasmesse al futuro, non come forme che erano predeterminate persino prima che si manifestassero, ma semplicemente come abitudini kosmiche che varie forme hanno assunto nel corso della loro evoluzione, forme che sono state poi trasmesse come a priori al momento successivo, un a priori determinato non da archetipi eterni ma dalla storia temporale. Tuttavia, il punto è che per lo meno alcuni schemi sembrano non essere puramente storici – e qui è dove è necessario postulare i dati involutivi. Naturalmente, i teorici che riconoscono i dati involutivi, come Whitehead, devono in seguito postulare che l’emergenza attuale di una occasione data è in qualche modo una miscela di dati involutivi, o a priori senza tempo, e a priori creati evoluzionisticamente o storici, che non sono determinati anteriormente alla loro emergenza. Per esempio, le particelle subatomiche all’inizio del Big Bang obbedivano a varie leggi della fisica, quindi la loro esistenza attuale era una misteriosa mescolanza di dati archetipici e contingenze storiche. Alcune versioni di questa miscela o concrescenza di oggetti eterni e occasioni attuali è postulata dalla maggior parte dei filosofi che hanno riflettuto approfonditamente sulla questione di involuzione ed evoluzione, e io accetto l’impostazione generale delle loro conclusioni. Due punti ancora da sottolineare: state il più attenti che potete a non fare confusione tra dati evolutivi – che non sono dati eternamente ma sono creati dalla storia temporale, caotica ed evoluzionistica e trasmessi al futuro come abitudini che sono poi preesistenti o a priori in senso temporale – e dati involutivi, che è ciò che dovete avere prima di avere qualsiasi altra cosa, e che, quindi, sembrano esistere al momento o prima del Big Bang. |
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Questi modi di indagini vengono alla luce con l’emergenza dell’onda di probabilità arancione (che è la prima onda non a possedere la terza-dimensionalità, ma a cogliere riflessivamente la posizione in terza-persona, e quindi il primo modo che si impegna riflessivamente nella consapevolezza ipotetico-deduttiva che attiva e illumina questa dimensione). |
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Infatti, fu l’assolutismo della corrente/linea di Piaget – o il fatto che Piaget credesse che la linea cognitiva fosse la sola linea profonda rispetto alla quale tutte le altre linee di sviluppo erano superficiali – che alla fine sviò gli studi sull’evoluzione psicologica per una decade o due. Piaget fece alla psicologia evolutiva quello che Hegel fece alla filosofia evolutiva – presentò un sistema brillante, così strettamente intrecciato che quando una parte di esso crollò, l’intero edificio andò in pezzi, portando con sé tutta la disciplina. Gran parte di quello che Piaget scoprì sula linea cognitiva è ancora esatto e valido, ma soltanto se la linea cognitiva è vista come una delle almeno altre due dozzine di linea evolutive relativamente indipendenti. E’ abbastanza corretto dire che la linea cognitiva è necessaria ma non sufficiente per la maggior parte delle altre linee, ma questo non significa che le altre linee si sviluppino all’interno della linea cognitiva – infatti, la maggior parte di esse si sviluppa dopo la linea cognitiva, generando uno psicografico molto disuguale (vedi Integral Psychology). Ma se la linea cognitiva è vista come una delle due dozzine di linee, moduli o intelligenze (vedi Howard Gardner) evolutive relativamente indipendenti, allora gran parte delle intuizioni pionieristiche di Piaget possono essere trascese e incluse. Oggi, l’assolutismo della linea più diffuso è probabilmente quello di Graves. Cioè, molte persone che utilizzano il sistema di Graves non vedono che la linea dei valori, di cui Graves è il pioniere, è soltanto una delle circa due dozzine di linee relativamente indipendenti. Invece, le strutture/livelli di Graves sono considerate come le uniche profonde rispetto alle quali le altre sono linee superficiali, un assolutismo di una linea nettamente contraddetto da importanti ricerche empiriche. Tuttavia, la linea dei valori di Graves è fondamentale (su di essa si basano i value meme o vMEME di Spiral Dynamics), come tale è un ingrediente importante, ma parziale, di qualsiasi psicologia integrale. |
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Questa è la ragione per cui la teoria dei sistemi e le scienza ecologiche sono ancora inserite ne paradigma fondamentale dell’Illuminismo (il paradigma della rappresentazione o della riflessione): quello che ora è rappresentato è il comportamento dei sistemi, e non il comportamento degli individui, ma lo “specchio della natura” è ancora al suo posto, anche se la natura è concepita come sistemica e non atomistica. Il paradigma dell’Illuminismo stesso era, di fatto, un paradigma riflessivo sistemico (quello rappresentato era “il grande sistema della natura”) al contrario delle storie raccontate dai teorici della rete-della-vita che insistono sul fatto che il paradigma dell’Illuminismo fosse atomistico nella sua essenza. Ma il punto è, sia l’atomismo che la teoria dei sistemi sono mappe del territorio o paradigmi riflessivi (riduzionismo grossolano l’uno, riduzionismo sottile l’altro, ma entrambi riduzionismi), perché nessuno dei due riesce a cogliere la natura costitutiva delle dimensioni in prima e seconda-persona. |
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Per i dati involutivi, incluso Eros, vedi nota 26.
Libera traduzione dall'inglese di Giovanna Visini FONTE: www.wilber.shambala.com
Dott.ssa Giovanna Visini A.R.A.T.- Associazione Rebirthing Transpersonale Cell. 338/2124389 E-mail: giovannavisini@tiscali.it http://www.rebirthing-milano.it/
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