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Premessa |
La mia infanziaha
forse seguito un’altra mia età,
morta
prima di essa? Forse
quella che ho vissuto
nel ventre
di mia madre?
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Per anni non avevo capito. Ero semplicemente affascinata
dall’Egitto,
come da un’ossessione. Nella mia mente “sentivo” che quello era il punto
di arrivo e di partenza di tutto. Studiavo, leggevo, scrivevo, disegnavo,
misuravo, per vedere se ero capace di pensare e ragionare come un antico
egizio. Avevo la sicurezza che solo in questo modo sarebbe stato possibile
capire chi erano veramente io. E chi ero stata. Sentivo fortemente il
richiamo alla mia consapevolezza, ma non ne ero ancora conscia.
Un giorno, decisi di fare un esperimento
di cui si parlava in una rivista che stavo leggendo… però bisognava prima
costruirsi una piramide
di cartoncino. Mi sembrava facile ed ero curiosa di sperimentare… Senza andare al Cairo, seguendo le istruzioni fornite, ottenni con
le mie mani una piramide
alta una quindicina di centimetri, fatta con le stesse proporzioni
geometriche di quella di Cheope.
Una volta incollati i lati con del nastro adesivo, mi serviva una bussola per orientarla
esattamente con i quattro punti cardinali; girai qualche giorno, finché ne
trovai una abbastanza economica in un negozio di cartoleria. Appena
tornata a casa, posizionai immediatamente i quattro lati della mia
piramide, e sistemai al suo interno una specie di piedistallo a circa 1/3
dell’altezza (nella Grande Piramide
la Camera del Re si trova a circa 1/3 dalla base!), proprio sotto il
vertice. L’autore dell’articolo indicava di prendere una lametta da barba
non più affilata, e sistemarla su di esso, in modo che i lati delle lame
fossero orientati ad est-ovest…perché
così si sarebbero affilate! Non avendo a disposizione niente che assomigliasse a una lametta,
ma volendo trovare lo stesso qualcosa da affilare, cominciai a rovistare
nei cassetti di casa, alla ricerca di un oggetto adatto e piccolo
abbastanza, vista la “taglia” della mia piramide:
trovai un vecchissima forbicina da ricamo, che tenevo nel comodino solo
per ricordo, essendo stata di mia nonna (che è morta a 93 anni nel 1984).
Era talmente vecchia, che il metallo aveva perduto la cromatura in vari
punti, e le due lame erano così scure, da sembrare ruggini. Inutile dire
che non tagliava. Delicatamente l’appoggiai sul piedistallo, dopo averla
completamente aperta per esporne le lame. Dopo una settimana, sollevai la piramide per controllare, e mi
trovai davanti ad una scena incredibile: la forbice appariva curiosamente
molto unta, e così con un fazzoletto di carta l’asciugai un po’, facendo
attenzione a non strofinare: la carta diventò tutta marrone d’unto, e la
forbicina appariva già molto diversa. La rimisi nella posizione di prima,
sotto la piramide. Ogni settimana controllavo, senza toccare, perché ero
troppo curiosa di vedere
l’evoluzione. Ci volle quasi un mese, perché l’esperimento si concludesse, dato
che avevo scelto un oggetto molto usurato (e pensare che era consigliato
di non usare una lametta ossidata, ma solo una non tagliente!).
Fui eccitatissima per il risultato ottenuto (la forbicina tornò
quasi lucida e tagliò subito e
benissimo alla “prova del fuoco”, davanti a mio marito, che non credeva ai
suoi occhi, essendo stato scettico fin dall’inizio). Decisi allora di fare anche il secondo esperimento (che avevo scartato
perché io stessa non lo credevo possibile): questa volta si trattava di
far mummificare un pezzo di carne cruda. Provai con una bistecca
(arrotolata stretta, per farcela stare). Dopo una settimana, volli curiosare, sicura di trovare i vermi,
essendo Luglio. Invece la bistecca
era sempre là, apparentemente uguale. Nessun odore diverso da quello che
aveva una settimana prima… sembrava appena messa. Dopo altri 15 giorni,
stessa cosa. Non capivo. Nel frattempo la piramide
era stata messa sopra un vecchio armadio, perché mi serviva la scrivania
libera, e così, alla fine, ce ne dimenticammo… Verso la fine di Settembre, mi capitò di leggere un libro di Herbie
Brennan, in cui si parlava di questo esperimento, in relazione ad alcune
teorie sulla Grande Piramide…corsi nella camera degli
ospiti con la scaletta e ritrovai la mia piramide un po’ impolverata: la
bistecca era simile a un sigaro
avana, nel senso che si era mummificata. Naturalmente nessun odore. Decisi che non potevo più aspettare. Dovevo andare in Egitto.
La Grande Piramide era
diventata la mia ossessione e, senza esagerare, me la sognavo anche di
notte! Vivevo, nei sogni, una vita talmente reale, che mi deprimeva il
risveglio. Sarei voluta restare “di là”. A casa mia, in Egitto. Poi, ai primi di Novembre, ci andai. Finalmente! E da quel momento
la mia vita non è più stata più la stessa. Sconvolta dalle sensazioni provate,
dai “dejà vu”, dai ricordi, dai sogni e sempre più attratta dal solito
richiamo, al ritorno dal primo viaggio, “casualmente” ho cominciato ad
avvicinarmi a varie filosofie, nella ricerca inconsapevole di risposte; e
così, finalmente, ho cominciato a trovare quello che cercavo… Nulla di quanto succede è mai casuale: lo capisco adesso che sto
cominciando a ricomporre i frammenti del mio lungo cammino di conoscenza
iniziato molti, molti, molti secoli fa. Il mio percorso è appena iniziato. Ogni giorno, ogni notte, molto
lentamente, ma ineluttabilmente, mi dirigo verso l’obiettivo. E
l’obiettivo è la Verità. L’obiettivo è Maat. L’assoluto Unico di cui
facciamo parte nel Cosmo. Dio, l’Assoluto, il Divino, il Creatore, il Tutto Cosmico di cui
siamo piccole particelle… nei millenni gli abbiamo dato molti nomi su
questo pianeta, ma si tratta sempre di Dio. E Dio è Dio in tutto il
Cosmo…. e noi siamo parte di Dio. Finalmente, le nebbie si stanno
dissolvendo e la Verità sta cominciando a rivelarsi nella mia mente. Questo libro è il risultato di anni di studi, di viaggi e di
ricerche “indipendenti” di vario genere, anche filosofiche e
introspettive, alla ricerca delle radici umane. Ma anche, e soprattutto,
delle mie radici. Il mio primo viaggio in Egitto è stato fondamentale,
perché ne sono ritornata completamente trasformata, avendo ricevuto una
serie di input che hanno poi determinato la ricerca della consapevolezza
del mio vero Essere, ovvero del mio Sé. Al mio ritorno “a casa” ho capito
che non mi sentivo più a casa: una sete insaziabile di “ritrovarmi” mi ha
portato ad interrompere tutte le cose alle quali mi stavo dedicando per
portare a termine questo libro, che avevo iniziato già da qualche tempo,
ma al quale mancava sempre un “qualcosa”…e decisi quindi di trovarlo, dopo
aver compreso che quello che cercavo si trovava dentro di me. La vita non è solo mera ricerca di successo o di denaro, o del
potere materiale. C’è un motivo preciso se stiamo vivendo: altrimenti non
saremmo mai venuti “al mondo”! Io l’ho scoperto dopo il mio primo viaggio
in Egitto. Avevo mille domande, da anni, ancora prima di partire. Ed è valsa
la pena averle, perché continuando a cercare, ho cominciato a trovare le
risposte, molte delle quali si trovavano già dentro di me: stanno
cominciando a rivelarsi. Spero che da questa lettura a molti venga voglia di approfondire la
loro conoscenza sulle verità nascoste dell’antico Egitto, recandovisi.
Forse qualcuno si potrà ritrovare, come è successo a me.
Risvegliare la propria Coscienza, riconoscere il proprio Sé divino,
è un diritto di tutti. Ma bisogna, prima, capire che non siamo qui di
passaggio! O per caso. Nulla è a caso. A tutti quelli che non sono ancora mai stati in Egitto, consiglio
quest’esperienza incredibile, ma anche a chi c’è stato frettolosamente,
perché probabilmente leggendo le prossime pagine potrà rivivere emozioni
dimenticate o provarne altre del tutto impensate, e magari sentirà un
forte desiderio di ritornarci. Spero, nelle prossime pagine, di essere riuscita ad incuriosire i
più “distratti”, e a scuotere i più “indifferenti”. Oltre a tutto ciò, per anni mi sono spremuta le meningi con
l’ausilio di un goniometro, un compasso ed una squadra, per creare disegni
geometrici, misure e calcoli a non finire sulla Piramide “cosiddetta” di
Cheope. Anche se lo avevano già fatto tanti altri.
Ognuno ragiona con la sua testa, raggiunge da solo le sue
conclusioni. Ed è per questo che non mi sono mai accontentata delle
supposizioni degli altri. Ho condiviso alcune teorie e altre No. Senza
l’esperienza onirica e infine quella meditativa, però, non avrei mai
potuto risvegliare la mia coscienza assopita, perché da esse è partita la
convinzione che certe mie opinioni personali sulle origini di questo
popolo così antico erano vere. E anche quelle sulla scomparsa di questa e
di molte altre antichissime grandi civiltà del nostro pianeta.
Durante la lettura di questo libro, scoprirete che alcuni monumenti
egizi sono stati costruiti per tramandare un antico retaggio di
conoscenza. E che in essi sono celate informazioni utili a far luce sulle
nostre origini e sul nostro futuro. Il teatro delle mie investigazioni è molto vasto: dalla Creazione
dell’Uomo all’Albero della Vita; dal Diluvio Universale al Pilastro Djed;
dalla nuvola di Ezechiele ai Vimana indù, da Mosè all’Arca dell’Alleanza;
da Abramo ad Akhenaton; da Atlantide al Triangolo delle Bermuda; da Orione
a Sirio … |