Il pilastro che regge tutte le ricerche e le
teorie elaborate ed enunciate da Giuseppe Calligaris è
sintetizzabile in un’unica, semplice frase “L’essere umano è
costituito da corpo, mente ed anima. Questa triplice essenza è
riflessa sulla sua pelle”.
Il collegamento che unisce queste tre componenti è percorribile in
ogni direzione e le ripercussioni di un malessere fisico, di un
problema psico/emotivo o di uno squilibrio energetico si possono
rintracciare in ogni “piano” dell’essere umano. Fin qui,
probabilmente, non sto dicendo nulla di particolarmente nuovo,
almeno per gli studiosi o appassionati di esoterismo e di medicine
naturali. Ma la grande innovazione di Calligaris è che ha scoperto
un’altra corrispondenza, come dicevo prima, la pelle, o meglio,
una fitta rete di linee e placche che percorre la cute dell’uomo e
attraverso la quale è possibile “leggere”, con la corretta
interpretazione, le manifestazioni di corpo, mente e anima.
Possiamo rilevare gli squilibri, siano essi a livello emotivo o
psicologico, e operare in modo da riarmonizzare sentimenti e
pensieri. E non soltanto attraverso i nostri universalmente
riconosciuti cinque sensi…
Infatti, i collegamenti di cui ho parlato finora non costituiscono
un insieme chiuso: l’uomo è in continuo rapporto con il mondo che
lo circonda. I già citati cinque sensi, vista, udito, olfatto,
gusto e tatto, hanno il preciso scopo di metterci in relazione con
il mondo esterno, di consentirci di decifrarlo e di imparare a
vivere nel miglior modo possibile. Ma il nostro universo non si
esaurisce qui. Ci giungono costantemente percezioni e sensazioni
che il nostro cervello non è perfettamente in grado di
comprendere, interpretare e decodificare, come, invece, fa con le
informazioni che gli giungono dagli altri sensi. Eppure da sempre
si parla del “misterioso” sesto senso… L’essere umano, infatti,
“sarebbe” in grado di collegarsi con gli altri esseri viventi e
con l’energia che lo circonda. Dico “sarebbe” anche se, in realtà
il condizionale non è indicato. Questa è una facoltà propria
dell’uomo, “caduta”, purtroppo, in “disuso” e perciò sempre più
affievolita, da ciò deriva una maggior difficoltà d’uso e una meno
immediata comprensione dei suoi segnali.
Prendiamo ora, per esempio, un non vedente e cerchiamo di fargli
capire con belle e precise parole che cosa significa vedere,
descriviamogli un paesaggio, una casa, un tramonto, per quanti
sforzi faremo egli non potrà capire di che cosa stiamo parlando,
dimostrerà incredulità, rifiuto o, nella migliore delle ipotesi,
la reazione finale potrà essere un parto della fantasia
(un’interpretazione arbitraria di un senso che non fornisce le
informazioni che dovrebbe).
Sperare di far capire a chi non è avvezzo ad utilizzare i sensi
“sottili”, come la facoltà di trasmettere il pensiero, individuare
un oggetto al di fuori della portata del “senso-vista”, captare
l’energia cosmica o personale, riconoscere i propri malesseri e
cercare di autocurarli, è ancora più difficile.
L’esempio, in realtà, non calza a pennello, perché questi nostri
sensi “extrasensoriali”, non sono paragonabili alla vista del non
vedente… Questi sensi sono funzionanti, ma nessuno ce l’ha detto e
nessuno ci ha insegnato ad usarli e, ancora, quando qualcuno ne
parla o li sperimenta casualmente si tenta, di solito, di metterlo
a tacere ridicolizzandolo. Le stesse “istituzioni”, che si vada
dalla Chiesa, allo Stato, alle varie organizzazioni, pur sapendo
ben di più di ciò che lasciano trapelare, hanno sempre mistificato
tali capacità dell’essere umano. Ora, questa non è certo la sede
per polemizzare, ma dobbiamo immaginarci di imparare ad usare
questi sensi come se fossimo bambini che devono imparare a
camminare.
Ricordandoci sempre che le potenzialità dell’uomo sono
infinitamente superiori a quelle utilizzate nella vita di ogni
giorno!
Sotto questo punto di vista, le scoperte di Calligaris si rivelano
straordinarie. Infatti, stimolando adeguatamente alcuni punti
sensibili sulla superficie cutanea è possibile aiutare il
risveglio di tali facoltà e, in seguito, incrementarle e
ottimizzarle.
La ricerca in tal senso di Giuseppe Calligaris è durata tutta la
vita e non ha mai trovato la fine…
Facendo un passo indietro, tracciamo un breve ritratto della vita
dello studioso.
Nato a Forni di Sotto, in provincia di Udine, il 29 ottobre 1876,
Calligaris era figlio di un medico condotto operante nell’Alta
Valle del Tagliamento che, in quell’epoca, era “terra di
frontiera”, da non molti anni appartenente al Regno d’Italia. E
“di frontiera”, si rivelerà, in seguito, anche il pensiero dello
studioso.
Anche ammettendo la forte influenza della tradizione familiare
sulla scelta dell’indirizzo di studi del giovane Calligaris,
indubbiamente non si può escludere una fortissima vocazione per la
medicina, né si può negare che, già allora, la sua mente fosse
fortemente innovativa. Infatti, nel 1901, Calligaris si laureò a
Bologna discutendo una tesi estremamente insolita: “Il pensiero
che guarisce”.
Evidentemente, il nostro personaggio non aveva nessuna intenzione
di lasciarsi incatenare la mente dalle teorie più classiche e
consolidate. Infatti, leggendo il suo primo scritto, si comprende
come abbia fin da subito riconosciuto la fortissima influenza
degli stati di malessere psicologico sulle condizioni di salute
fisica. In altre parole il legame psico-cerebro-viscero-cutaneo
stava già prendendo forma senza, però, avere ancora il supporto
della sperimentazione.
Soltanto un anno più tardi, Calligaris si trasferì nella Capitale
per assumere l’incarico di assistente del professor Mingazzini,
direttore dell’Istituto di Neuropatologia dell’Università di Roma
ed ottenere, pochi anni più tardi, una propria cattedra come
docente.
Nel 1909, quindi a soli 32 anni, fu nominato segretario del primo
Congresso dei Neurologi italiani e, nello stesso anno, pubblicò il
primo libro dal titolo “Le mieliti sperimentali”.
Dopo questo brillante inizio, la sua carriera sembrò diventare
ancora più promettente quando, ritornato in Friuli, fondò con
l’aiuto del padre una clinica per malattie nervose.
Ma, per quanto brillante e dotato di intuizioni, l'uomo non può
sfuggire alle condizioni storiche e politiche della sua epoca e
Calligaris si trovò ben presto a vestire la divisa di Capitano
Medico per prestare la propria opera durante il lungo Primo
Conflitto Mondiale.
Abituato ad annotare tutte le sue esperienze, dalla sua vita
militare nacque l’unico libro non strettamente scientifico
partorito dalla sua penna “Un Medico e la guerra”. Il volume, che
fu pesantemente criticato per l’analisi “clinico-pacifista” degli
eventi bellici e per la crudezza del giudizio rivolto a chi
scaricava le proprie ansie e frustrazioni in una violenza
ingiustificata, segnò l’inizio dei suoi contrasti con la
collettività.
Ma il danno più pesante inflittogli dalla Guerra, oltre alla
“perdita” di cinque anni di ricerche, fu la distruzione della
clinica e di quasi tutto il materiale di studio in essa contenuto.
Durante l’invasione del Friuli da parte dell’esercito Austriaco,
infatti, la clinica era stata requisita e, poco prima della
ritirata, completamente devastata.
Tutt’altro che prostrato da tali vicissitudini, Calligaris,
riprese il proprio lavoro con immutato vigore e, nel 1927,
consegnò alla stampa il libro in due volumi “Il Sistema Motorio
Extrapiramidale” che fu adottato per lungo tempo come testo nelle
Facoltà di Medicina.
Da qui in poi, la successione delle sue opere fu rapidissima e,
nell’arco di sedici anni, sfornò numerose migliaia di pagine di
testo raccolte in oltre venti volumi.
Via, via che le sue teorie venivano divulgate in libreria, nei
convegni e tramite le riviste specializzate, cresceva, però,
l’ostracismo da parte dei vertici della medicina accademica fino a
portare ad una sorta di "processo inquisitorio” dello studioso ed
alla distruzione sistematica di quasi tutte le copie
rintracciabili dei suoi libri.
La sua scomparsa, nel 1944, non fu mai seguita, in Italia, dalla
meritata riabilitazione, neppure dal momento in cui l’influenza
della psiche sui disturbi fisici è diventata innegabile. In
compenso in Russia, in Germania, in Austria e in molti altri Paesi
le sue teorie sono state analizzate seriamente e hanno trovato il
loro spazio nell’universo medico.
Una frase estremamente illuminante a proposito di Calligaris è la
seguente, tratta dalla dedica del suo libro "Telepatia e
radio-onde cerebrali" (pubblicato postumo): “… il labirinto delle
Catene Lineari del corpo e dello spirito, nel quale mi aggiro da
tanti anni, rinchiuso prigioniero insieme con i miei critici, non
è altro che un circuito oscillante delle irradiazioni
dell'Universo…”.
Risulta, quindi, di estrema importanza il collegamento con quell'Energia
Universale di cui l'Uomo è utilizzatore superficiale e poco
cosciente.
Un’ultima considerazione è che, verso la fine della sua esistenza,
lo studioso aveva perfettamente preso coscienza di aver aperto una
strada che richiedeva qualcuno che, in futuro, proseguisse le
ricerche. Un'eredità che non sembra aver lasciato direttamente a
nessuno.
Sporadici e isolati personaggi hanno ripreso, di volta in volta,
in mano gli studi di questo straordinario medico e scienziato che
risulta però, in Italia, ancora poco conosciuto e appannaggio di
una ristretta nicchia di persone volenterose e dalle idee aperte e
innovative.
L’Associazione Culturale Vega sta cercando da anni di non lasciare
cadere questa eredità e, anzi, di portare avanti sperimentazioni,
ricerche e tutti i possibili sviluppi che queste scoperte hanno
avviato o reso possibile. Ma non soltanto, l’intento è anche
quello di divulgare le tecniche e rendere accessibile a molti una
conoscenza che fino ad oggi è stata di pochi. Proprio per questo
negli ultimi anni l’Associazione Vega, nelle persone di Flavio
Gandini e Samantha Fumagalli, sta tenendo conferenze e corsi.
Il risultato pratico ottenibile con la partecipazione al corso di
“Primo Livello” è che i partecipanti vengono messi in condizione
di operare autonomamente superando gli scogli derivanti dalla
complessità dell’approccio alla materia. Vengono date indicazioni
pratiche per le prime indagini e i primi trattamenti di
riequilibrio, con esercitazioni per imparare a “guidare” una
seduta di auto-indagine e auto-stimolazione delle catene lineari,
nonché per iniziare a sperimentare anche su altri soggetti.
Chi, poi, sarà interessato a proseguire potrà migliorare la
propria tecnica affrontando i livelli successivi di preparazione
che potranno portare, infine, gli interessati a scegliere la
propria specializzazione.
Quante e quali sono, infatti, le possibili strade aperte da
Calligaris con la sua precisa e scientifica mappatura del corpo
umano?
Moltissime. Riequilibrio psichico ed emotivo, autoindagini,
indagini dei disturbi di terzi, miglioramento delle facoltà
radiestesiche, contatto onirico con persone scomparse,
trasmissione del pensiero, eccetera. Il tutto senza misteri o
segreti e, tra l’altro, alla portata di chiunque. Gli unici
elementi indispensabili sono l’impegno e tanta, tanta pratica. Non
bisogna scoraggiarsi di fronte ai primi insuccessi, se si
supereranno i primi, inevitabili, ostacoli i risultati non
tarderanno a farsi vedere e a dare grandi soddisfazioni!
Un’ultima precisazione mi sembra doverosa: gli individui più
“dotati”, i più sensibili, coloro che hanno già familiarità con i
loro sensi più sottili saranno avvantaggiati, soprattutto
all’inizio, da una probabile risposta più pronta ed evidente e
potranno registrare una maggiore velocità di percorso, ma la
strada è aperta a tutti!
Per i più “impegnati” ci sarà la possibilità di entrare a far
parte di gruppi locali di ricerca e studio, per i più “pigri”
quella di sottoporsi a sessioni individuali.
di Samantha Fumagalli e Flavio Gandini
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