Lewis Carroll
incontrò la dodicenne Isabella ‘Isa’ Bowman all’età
di 55 anni e la scelse per interpretare Alice
sul palcoscenico.
Tra la giovanissima attrice e il
maturo professore, che le dedicò il suo ultimo capolavoro
“Sylvie e Bruno”, nacque una magica amicizia che durò quasi
sino alla morte di Carroll.
La storia di questa avventura viene
qui raccontata da Isa con l’ausilio di diari e lettere originali, ed
offre a piccoli e adulti lettori un ritratto inedito e incantato del
grande scrittore.
Con postfazione e note di
Edward Wakeling.
Isabella Bowman
(1874-1958), familiarmente chiamata Isa, era la maggiore delle
quattro figlie del pianista e organista Charles Andrew Bowman.
Iniziò prestissimo la carriera teatrale e interpretò per la prima
volta la parte di Alice nel Paese delle Meraviglie al Globe Theatre
il 28 dicembre 1888 con grande successo di pubblico e infinita
ammirazione da parte di Carroll.
Frequentò a lungo lo scrittore, l’ultima volta nel 1895, tre anni
prima della morte, quando si recò ad Oxford per presentargli il
fidanzato.
Isa continuò la sua carriera teatrale e cinematografica sino alla
metà del secolo scorso.
Quando morì, all’età di 84 anni, era però stata ormai dimenticata da
tutti.
Edward Wakeling è uno
dei principali studiosi della vita e dell’opera di Lewis Carroll di
cui ha curato l’edizione critica dei Diari.
(ANSA) - ROMA, 11
MAG - Non era Alice Liddell l'infantile grande amore di Lewis
Carroll, ma Isa Bowman, la giovanissima attrice che egli volle come
interprete di Alice sul palcoscenico. Lo racconta lei stessa in un
libro di ricordi (Lewis Carroll, nel paese delle Meraviglie: Tre
Editori, pp 170, 14,50 Euro) pubblicato ora per la prima volta
integralmente in Italia con note e postfazione di Edward Wakeling,
uno dei principali studiosi di Carroll di cui ha curato l'edizione
critica dei Diari. Se Alice Liddel fu certamente l'ispiratrice dei
capolavori carrolliani, è altrettanto vero infatti che fu Isa, che
egli chiamava la sua 'fanciullina', colei che più a lungo condivise
la vita intima del maturo professore, sino all'età adulta.
L'ultima volta, tre anni prima della morte di Carroll, gli presentò
persino il fidanzato. E fu ad Isa che il maturo
professore dedicò l'ultimo capolavoro, Sylvie e Bruno, un'avventura
fatata infarcita di invenzioni matematiche.
Il libro racconta le numerose visite compiute da Isa, su invito di
Carroll, a Oxford, nelle stanze che videro la nascita di Alice, e ad
Eastburne, residenza estiva dello scrittore, le romantiche
passeggiate, le conversazioni, le attenzioni, le lettere, i baci. E
Isa sembra ingenuamente suggerire immagini di un rapporto strano che
riflettono in realtà semplicemente il fatto che chi la legge oggi
non era colui al quale i ricordi erano originalmente destinati,
quasi in un'altra dimensione.
E spetta a Wakeling il compito di rimettere fatti e comportamenti
nell'ottica vittoriana cui appartennero.
Il libro, traduzione di La Storia di Lewis Carroll raccontata per
giovani lettori, pubblicata ai primi del Novecento, piacerà
certamente ai piccoli perché è una vera e propria favola, quasi una
nuova Avventura di Alice, ai confini tra realtà e fantasia ma dove
questa volta l'autore compare non travestito da Dodo, ma come se
stesso. Ed è sufficiente il suo passaggio per trasformare ogni cosa
nella meraviglia che potrebbe essere.
Il libro, dove per la prima volta l'anziano docente spiega il senso
della sua adorazione per i bambini, incanterà anche agli adulti in
quanto racconta da vicino la sua vita di tutti i giorni e le sue
piccole manie: le visite quasi ossessive dal dentista, la cerimonia
del the, la grande timidezza, le vite parallele come professore e
scrittore.
E il testo è arricchito con diari, lettere, giochi, disegni e
fotografie originali. Una dimensione cui Isa dà vita con grande
semplicità e meraviglia, toccata anche lei, sembra, dalla magia di
Carroll.
FONTE:
ANSA
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