Autore: Salvatore Brizzi Antipodi Edizioni Pag. 208 - prezzo € 9,00 |
Officina Alkemica l'Alchimia come via per la felicità incondizionata
Facendo uso dell’ironia che gli è
tipica, Salvatore Brizzi presenta per la prima volta in maniera chiara e
semplice, passo dopo passo, l’insegnamento alchemico, che si rivela essere
un efficace cammino di crescita spirituale alla portata di tutti. Cosa
cercavano in verità gli alchimisti? Come è possibile per l’uomo moderno
approdare alla gioia incondizionata percorrendo la via alchemica?
Assisteremo, in futuro, a una “restaurazione degli antichi Misteri” sul
pianeta Terra? Sempre di più, negli ultimi tempi, stiamo assistendo a un incremento della "sete di sacro", in quelle persone rimaste deluse dalla "grande abbuffata" di materialità cui l'umanità occidentale si è sottoposta negli ultimi secoli. Si respira nell'aria la voglia di una nuova sacralità e di principi morali forti a cui fare riferimento, che vadano a sostituire il "mors tua vita mea" di antica memoria. Il genere umano, proprio negli anni che stiamo vivendo, sta facendo il suo ingresso in un Nuovo Eone, o Nuova Era, dell'evoluzione della coscienza: l'Eone di Horus, o Era dell'Acquario...
Un breve estratto:
La Comunità e i Guerrieri dello Spirito Il discorso sul rapporto di coppia ci conduce direttamente all’argomento Comunità. La coppia, infatti, costituisce un ponte fra lo stato di coscienza precedente – l’individuo concentrato su se stesso – e quello successivo – la Comunità. Però, come abbiamo già visto per la coppia, anche questo argomento va spesso soggetto a fraintendimenti. Di norma intendiamo la comunità come un luogo fisico, all’interno del quale vivono stabilmente più persone che condividono gli stessi servizi igienici e mangiano intorno allo stesso tavolo. Questa concezione di comunità, diffusasi in occidente fra gli anni sessanta e settanta... è ormai vecchia! L’alchimista – maschio o femmina che sia – è un Guerriero dello Spirito, cioè un individuo che “combatte” affinché il dolore dell’umanità venga alleviato. Le sue armi sono l’arte, l’insegnamento e la guarigione. Le donne sono generalmente Guerriere più tenaci, impavide e compassionevoli. Inoltre manifestano una più spiccata ricettività ai messaggi provenienti dalla loro anima. Questa è una qualità fondamentale per un Guerriero. Devo comunque ammettere che, ogni tanto, anche qualche uomo si mostra all’altezza del compito! Nel momento in cui diveniamo Guerrieri, formiamo una Comunità interiore, fondata su un rapporto “da Cuore a Cuore”, dove sentimenti come complicità e fratellanza fungono da delicati e potenti collanti fra i vari elementi del gruppo. Dovunque siamo e qualunque cosa facciamo, siamo costantemente in contatto fra noi sul piano animico. È l’incrollabile adesione a un obiettivo comune a renderci uniti, non la vicinanza fisica. Questa Comunità è in verità un Movimento, che agisce in maniera capillare all’interno della società. Per quanto la situazione internazionale nei prossimi anni possa farsi difficile – l’amore, si sa, a qualcuno dà fastidio – il compito dei Guerrieri è di continuare a muoversi nel mondo, senza isolarsi da esso, e “bere l’amaro Calice fino in fondo”. A imitazione dei discepoli di Gesù, abbiamo la missione di diffondere un messaggio d’amore... e di farlo con gioia in qualunque condizione. Gli rispose Gesù: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Mt 8,20 Un’ottima alternativa alla vecchia comunità, intesa come edificio materiale, può essere l’utilizzo di Spazi Temporaneamente Comunitari. I Guerrieri dello Spirito – allo scopo di scambiarsi esperienze e decidere sui piani futuri – si riuniscono periodicamente in luoghi improvvisati e sempre differenti, che divengono Comunità fisica solo per lo spazio di qualche giorno, giusto il tempo di riconfermare e rafforzare il filo diretto con la Presenza Divina. In seguito, ognuno ritorna, singolarmente o in coppia, allo svolgimento della sua missione nel mondo. Nessuna associazione con la quale identificarsi o attraverso la quale venire identificati, nessun elenco di nomi, nessun centro operativo, nessuna pubblicazione ufficiale. La Comunità è solo interiore, impalpabile, evanescente come un fantasma; solidissima eppure inafferrabile; concreta e compatta, ma pronta a disperdersi velocemente nell’atmosfera nel momento in cui qualcuno volesse affondarvi la sua mano. Nessun elemento è indispensabile (o tutti lo sono) e nessuno occupa una posizione preminente o “nodale”; ciò implica che l’esistenza della Comunità non è legata alla presenza di uno o più membri in particolare. Questo è possibile in quanto ciascuno vive già in connessione diretta e costante con il Regno dei Cieli. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. ...” Mt 10,5–10 “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.” Mt 10,16 Tutto ciò, in attesa che le condizioni planetarie mutino e che la Comunità divenga la forma di aggregazione sociale più diffusa.
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Così come la nostra individualità non scompare quando formiamo una vera coppia orientata al «servizio», in quanto tutte le qualità del singolo vengono valorizzate e potenziate dalla coniunctio con un altro essere umano che persegue i nostri stessi obiettivi, allo stesso modo, nel passaggio successivo, la coppia non viene distrutta quando realizziamo la Comunità. Una comunità non può riuscire se non è costituita da persone che, innanzitutto, si sforzano di celebrare il «matrimonio» con un partner. Come già detto in precedenza, la coppia è il ponte indispensabile fra la coscienza individuale e quella comunitaria. Non è possibile saltare una tappa così importante del nostro percorso di crescita. Come possiamo portare l’amore incondizionato in Comunità, se non lo abbiamo già realizzato nella coppia? Come possiamo portare la capacità di collaborare a un fine nella Comunità, se non ci siamo riusciti nemmeno all’interno di una coppia? Rischiamo che si ripresentino gelosia, invidia, senso del possesso, competitività, scarsa attitudine a cooperare... e ogni altra manifestazione della personalità che non abbiamo ancora trasmutato all’interno di un rapporto a due e che ci trasciniamo dietro nella Comunità. Ognuno di noi può essere individuo, coppia e Comunità al contempo, senza dover rinunciare a nessuna di queste tre splendide esperienze. Sentirsi Comunità non significa dover negare l’intimità della vita condotta in due. Una coppia che manifesta l’amore incondizionato è il fondamento della Comunità, non un ostacolo alla sua realizzazione. Possiamo “servire” il Piano Divino in coppia oppure individualmente, ma, qualora decidiamo di farlo come singoli, e come tali ci apprestiamo a iniziare un’esperienza di Comunità, chiediamoci se non stiamo rifuggendo i problemi legati all’interazione di coppia.
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