IL CULTO SOLARE - SOL INVICTUS

DUE SANTI PROTETTORI CON LO STESSO NOME: SAN GIOVANNI

 

Caratteristica universale delle antiche Confraternite dei Costruttori è il patronato dei due San Giovanni venerati dalla Chiesa il 24 giugno e il 27 dicembre (Battista, precursore del Cristo e battezzatore di uomini; o Evangelista, autore dell’Apocalisse. I Rosa-Croce lasciarono alla Massoneria Speculativa, da essi immaginata e costituita sulle teorie delle remote istituzioni iniziatiche, il patronato dei due San Giovanni, tuttora invocati all'apertura dei lavori massonici, in quasi tutte le Logge del mondo. 
I due patroni delle Logge massoniche si festeggiano al solstizio d’inverno e a quello d’estate, e pertanto tenevano vivo il Culto Solare, fondamento di tutte le vecchie teogonie (e forse, con nomi diversi, si nascondono ancora nelle religioni moderne). Data la particolarità di queste due ricorrenze, è scontato che la scelta dei due protettori non fu affatto casuale... Le vecchie confraternite avevano ereditato dalle istituzioni iniziatorie e dagli antichi collegi, specialmente Greci e Romani, l’uso di festeggiare i solstizi per festeggiare la natura che, in quelle epoche dell’anno, sente rinvigorirsi o indebolirsi la forza del Sole, che comincia proprio allora a rimanere di più o di meno sul nostro emisfero (comincia a nascere o comincia a morire). Le religioni, oltre alle feste solstiziali, si erano tramandate quelle degli equinozi, nelle quali si festeggiavano con esultanza - a primavera - il Sole che ascende al cielo, riscalda, feconda e infiamma d’amore tutto l’Universo; e si celebrava, in autunno, con pianti e gemiti di dolore, il sopraggiungere del buio, che vince la Luce. Johannes è forse derivazione del vecchio Janus bifronte, che ha in mano le chiavi, con le quali apre o chiude le porte dei cieli “ianua coeli” del vecchio Giano che ritorna, con il nome di Pietro, a cui (e ai suoi successori, i Papi), i cristiani hanno attribuito le chiavi per aprire o chiudere il Tempio della Grazia Divina e della Beatitudine Eterna; e i pensatori ritengono perciò entrambi i Giovanni simboli dei solstizi (le porte dei cieli): inoltre ritengono anche che la doppia fronte del dio che volge gli occhi sia al passato che al futuro (e da cui i due santi derivarono il nome) sia l’emblema del pensiero massonico che deve contemporaneamente guardare indietro e avanti, perché è indispensabile tener conto degli insegnamenti del passato e dell’esperienza, per preparare all’umanità le vie del progresso futuro.

Dunque i due San Giovanni, simboli dei solstizi e di conseguenza emblemi essi stessi del culto solare, furono eletti patroni della Massoneria, che si fonda sulle dottrine delle antiche istituzioni iniziatiche e ha come obiettivo fondamentale lo studio e il culto della natura e delle sue leggi. 
Nelle vecchie teogonie (talvolta leggende oscure, altre volte emblemi chiarissimi), tutta la credenza si riassume nei menomi naturali e più segnatamente nei corsi apparenti del sole. Platone diceva che i Greci, fin dalla più remota antichità, adoravano il Sole, la Luna e gli astri; né si accorgeva che anche ai suoi tempi conservavano i medesimi dèi sotto i nomi di Ercole, Bacco, Apollo, Diana, Esculapio: i Romani deridevano le divinità adorate sulle sponde del Nilo e veneravano molto meno Anubi, Iside e Se rapide; e nondimeno li adoravano sotto i nomi di Mercurio, Diana, Cerere e Pluto. Nel Cristianesimo si svolge questa leggenda: un dio nasce da una vergine al solstizio d’inverno, muore e resuscita all’equinozio di primavera, dopo esser disceso alle regioni infernali: ha un corteggio di dodici apostoli, che ricordano i 12 mesi dell’anno, o i 12 segno dello zodiaco, condotti da un capo che ha tutti gli attributi del vecchio Giano. Questo Dio si incarna in una vergine al solstizio di inverno, quando il sole comincia a rinascere; grandeggia nel sacrificio e vince le tenebre dell’inferno, all’equinozio di primavera, quando il Sole si solleva nei cieli, e la nascita, il sacrificio, la resurrezione e il trionfo sulla morte avvengono per redimere l’umanità dal Male. Il serpente, simbolo del Male (che nelle antiche credenze egiziane si chiamava Tifone ed era identificato con Seth), aveva indotto una donna a disobbedire al comando di Dio, introducendo così nel mondo il peccato. La donna era stata creata con l’uomo al sesto giorno (scegliendo l’allegoria della Genesi), alla fine del tempo nel quale la natura si era tutta ordinata, e dal suo fecondo seno erano usciti i più preziosi prodotti e la Terra appariva come un meraviglioso giardino che gli Ebrei chiamarono Eden (forse corrompendo il nome Eiren, col quale questo luogo di delizie, ricolmo di bellezze e di beni, era designato dai Magi). Così, trascorsi i primi sei giorni della creazione, giunti al principio degli altri sei, appare l’albero del bene e del male... a causa del quale inizio l’azione del principio malefico. Dopo che l'uomo fu indotto al peccato dal serpente, la natura comincia a disordinarsi, finché il Male trionfa; ecco allora che l’inverno, il freddo, la desolazione e il pianto invadono la natura; il Sole è breve e tiepido sul nostro emisfero, finché non torna a rinascere; nel solstizio d’inverno, non torni a rinascere dalle regioni infernali e a trionfare con l’Ariete (l’Agnello) all’equinozio di primavera. In quel momento si celebra tuttora la Pasqua (letteralmente: “passaggio”), cioè il punto in cui il Sole passa ai segni superiori dello zodiaco e torna a illuminare e fecondare il creato: “Ecce Agnus Dei qui tollit peccata mundi”.

Adottando il patronato dei due Santi "Giovanni Apostolo" e "Giovanni Battista", appare evidente che la scelta non fu solo di tipo religioso, ma anche pagano. Il motivo della scelta di due santi le cui ricorrenze religiose cadevano con i solstizi (estivo e invernale), fu sicuramente una scelta intelligente studiata dalla Loggia per coniugare la religione e la filosofia pagana (Giano bifronte o Janus, come spiegato sopra, si prestò all'associazione simbolica dei due San Giovanni, e al contempo con la filosofia iniziatica). Festeggiando San Giovanni (prima uno e poi l'altro), le Logge di S. Giovanni potevano celebrare il Sole, nei suoi due apogei, due volte all'anno, come negli antichi culti pagani. Celebrando i solstizi, queste Confraternite veneravano dunque Madre Natura e il Sole, come gli iniziati in ogni tempo. La ragione era simboleggiata dallo studio della geometria (rappresentata da squadra, riga e compasso).;

Anche la massima festività cristiana adottò il solstizio d'inverno (che cade "intorno" al 25 dicembre), per festeggiare la nascita di Gesù. Non si conosce, infatti, la data della nascita del Cristo (termine che significa incarnazione di Dio in forma umana), così come non si conosce esattamente l'anno. Secondo alcune fonti molto antiche, il Cristo nacque in estate verso la fine di giugno (solstizio d'estate)... Tuttavia, dicembre o giugno che sia, per festeggiare la Sua venuta al mondo è stata scelta una data di calendario che aveva già un significato mistico: il Sol Invictus. Il solstizio d’inverno è giorno di festa in tutte le culture antiche (Celti, Egizi e Maya ci hanno lasciato grandi opere dedicate a questo culto), e in India si chiamava il mattino degli dei...

 

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