INIZIAZIONE AI
CULTI EGIZI
Divinità, simboli, rituali, magia, amuleti, invocazioni
L'ARGOMENTO:
Un libro che raccoglie
interessanti ricerche e curiosità sull'antico Egitto, in
particolar modo sulla religione e sulla magia all'epoca dei
faraoni.
Una esauriente parte introduttiva storico-culturale tratteggia
la nascita (circa nel 10.000 a.C.) della grande civiltà egizia,
attraverso le numerose dinastie, fino alla sua scomparsa con
l'annessione all'impero d'Oriente, avvenuta nel 595 d.C.
Segue un attento studio della teogonia egizia mediante documenti
e fonti iconografiche, analizzando il significato dei simboli
presenti in essa, i riti sacri, con un dettagliato excursus
sugli amuleti e sulle invocazioni magiche alle varie divinità
protettrici.
Ada Russo Pavan ha frequentato l'Accademia di Venezia e
quella di Brera. Ha fondato in Puglia un Centro di Ricerche
Storiche che si occupa di Archeologia, Speleologia e ricerca
sulla ceramica antica. Ha eseguito varie campagne di scavo in
Puglia e in Basilicata; ha collaborato con la Regione Puglia; ha
partecipato a Convegni sulla Magna Grecia; ha allestito Mostre,
come addetta alla tutela dei Beni Culturali, e ha partecipato
alla mostra allestita in Taranto "Sud e Magia". Scrittrice e
studiosa delle civiltà del Mediterraneo, nei suoi numerosi
viaggi ha dedicato particolare attenzione agli aspetti esoterici
e mistici della terra dei Faraoni. Collabora con varie riviste
specialistiche; ha scritto "I Tarocchi, Sigilli Magici di
Paracelso", "Le chiavi del Tempo", "Iside, promessa di
Immortalità". Attualmente, oltre a promuovere numerose attività
culturali, soprattutto nell'ambiente veneziano, insegna Miti e
Culti delle antiche civiltà del Mediterraneo. Tiene tuttora
conferenze sulle Tradizioni antiche, anche all'estero. Ha
collaborato con la Rai per alcune trasmissioni radiofoniche, e
attualmente cura una rubrica settimanale sui libri.
PREFAZIONE:
Magia: e la mente corre subito
all'antico Egitto.
Nell'immensa mole di opere letterarie e poetiche, storiche e
religiose incise sulla pietra, scritte sui papiri o su "ostraka"
che quella grande civiltà ci ha lasciato, l'elemento magico è
sempre presente, se non addirittura ad esse intrecciato in modo
quasi indissolubile.
Dal terribile sortilegio che Iside - la Grande Maga - attua
contro Ra per farsi svelare il suo nome supremo e segreto e
diventare una dea (Papiro di Torino), agli esorcismi cui ricorre
l'amato affinché la porta dell'amata si apra offrendo
dell'incenso, del latte o del miele, ambra e mirra affinché il
falegname faccia una porta di canna e un chiavistello di paglia
(!), l'esperienza magica pervade ogni momento della vita
spirituale e materiale di quel popolo.
Magia è anche sete di conoscenza: i maghi, in Egitto, sacerdoti
di questa o quella divinità, erano medici, architetti,
scienziati, il cui sapere fu attinto dai Greci costituendo le
basi di tutta la cultura occidentale.
Ma la peculiare magia dell'Egitto è la parola: la parola come
realtà concreta, totale, che commenta e determina il rito così
scrupolosamente descritto, così ossessivamente osservato sin nei
minimi particolari tanto da assurgere al livello di una vera e
propria mistica, che è il punto più alto nel quale lo spirito si
unisce con l'Assoluto, con la totalità del reale.
Questo libro, che riporta riti, preghiere, formule di una
civiltà a noi tanto lontana, diventerà per il lettore un utile
strumento per meglio comprenderla ed amarla, e per raccogliere
l'invito che Amenenope fa a suo figlio:
"Riempiti di loro, e mettili nel tuo cuore".
Giulio Brunner
INTRODUZIONE STORICA:
Nel periodo paleolitico la vallata
del Nilo appariva molto diversa da come la vediamo ai nostri
giorni. Quasi tutto il territorio era sommerso dalle acque del
fiume e poche erano le terre che emergevano. Solo alla fine di
tale periodo, grazie al cambiamento di clima, avverranno varie
trasformazioni che gli archeologi datano verso il 10.000 a.C.
Due razze, diverse e ben distinte, cominciarono a vivere lungo
le fertili rive del fiume, creando una civiltà al nord del
paese, sul Delta, chiamata Merinda, e una al sud con capoluogo
Tasa.
Sin dall'epoca remota abbiamo l'idea di una netta separazione
del popolo egizio: tali divisioni non saranno mai cancellate,
nonostante le successive unificazioni del paese. Tali divisioni
territoriali erano chiamate "hesep" dagli Egizi e più tardi i
Greci le chiameranno "nomoi" (plurale di "nomos", regione).
L'Alto Egitto ne aveva ventidue, il Basso Egitto ne aveva venti.
Inoltre, Una terza razza avrebbe raggiunto la valle del Nilo
passando per la Libia, proveniente dalla leggendaria Atlantide.
Dagli antichi "Testi delle Piramidi" (incisi sulle pareti delle
camere funerarie di cinque piramidi a Saqqara) apprendiamo che
quest'alba della civiltà egizia veniva chiamata i "Tempi del
Dio" in cui avrebbe regnato Osiride.
L'Antico Impero fu anche denominato Impero menfita perché la sua
capitale venne spostata da Abydos a Menfi; tale periodo sarà
estremamente importante non solo per le costruzioni, ma anche
per l'impronta magico-religiosa che gli conferirono i re della
III, IV, V e VI dinastia.
Zoser, verso il 2686 a.C., spostò la capitale nella zona della
futura Menti, ora Saqqara, e fu proprio in questa città che il
suo visir e architetto, Imhotep, iniziò la costruzione della
piramide a gradoni.
A Imhotep si attribuirono invenzioni meravigliose (tra le quali
il calendario di 365 giorni e 1/4) e gli scriba lo celebrarono i
onorandolo non solo attingendo qualche goccia di inchiostro dai
loro calamai, ma anche attribuendogli una genealogia celeste. Fu
chiamato dal greci "lmuthes" e identificato come Ascleplo, o
Esculapio, nume tutelare della medicina. Il suo culto era esteso
a tutto l'Egitto e a Saqqara sorgeva un tempietto, l'"Askepleion",
che svolgeva Il ruolo più o meno di un ospedale.
La dinastia successiva iniziò con Snepru che dette il via ad una
grandiosa politica architettonica venendo poi superato in questo
campo da Keope, suo figlio, e quindi da Kefren e Micerino.
La V dinastia è detta eliopolitana perché oriunda di Heliopolis;
i tre Faraoni di questo periodo sarebbero stati concepiti dalla
moglie di un sommo sacerdote di Ra, che li aveva avuti dal dio
stesso. Da questo momento tutti i Faraoni saranno chiamati figli
di Ra.
L'ultimo sovrano della VI dinastia sarà Pepi II; incoronato
all'età di sei anni, regnerà per oltre novant'anni.
La trasformazione della nobiltà da individuale a ereditaria, i
conflitti tra le diverse concezioni religiose - quella solare
aristocratica e quella osiriaca democratica - e le varie
infiltrazioni straniere creeranno dei gravissimi malcontenti,
tali da far scoppiare una rivoluzione che, oltre ai saccheggi e
alle distruzioni, porterà ad una vera e propria profanazione non
solo dei templi ma anche delle alte caste sacerdotali.
Il primo periodo intermedio sarà l'epoca delle invasioni delle
popolazioni asiatiche:
"Dovunque i beduini sostituiscono gli Egiziani..."; "...Piange
il Basso Egitto..."; "...Il vile Asiatico occupa tutte le
botteghe del Delta..."
In questo periodo la città di Abydos divenne il celeberrimo
centro del culto di Osiride e allo stesso periodo risale la
composizione della prima parte dei "Testi dei Sarcofagi".
L'XI dinastia inizierà, intorno al 2040 a.C., con il Faraone
Montu-Hotep I, inaugurando quello che verrà chiamato il Medio
Regno: egli ristabilirà il potere nel Basso Egitto servendosi
dell'appoggio della borghesia.
I suoi successori Montu-Hotep II e III intensificheranno i
commerci soprattutto attraverso il Mar Rosso e riprenderanno la
politica di espansione verso la Nubia. Con Amon-Emhat, XII
dinastia, nascerà a Tebe il culto di Amon elevato a divinità
principale; fu un grande stratega e sotto di lui ci sarà un
periodo di grande prosperità.
Gli succederà al trono il figlio Sesostri-Senusret I, "l'uomo
della Dea Usret", e tale nome sarà portato da altri tre Faraoni.
Egli associò al trono suo figlio e tutti i suoi successori
seguiranno il suo esempio. Essi stringeranno rapporti di
commercio con la Nubia, la Fenicia e bonificheranno tutta la
regione attorno al Fayum, costruendo una grandiosa residenza
talmente complessa che i Greci più tardi la denomineranno
"Labirinto".
Colonizzate la Nubia e la Palestina, create numerose fortezze
nel Sudan, Sesostri III (1877-1843 a.C.), sovrano molto
energico, fece una politica interna finalizzata
all'annientamento della antica aristocrazia legata ai nomoi che
avevano goduto fino ad allora di enormi privilegi.
L'epoca fu importante per lo sviluppo dell'arte, i gioielli
furono più ricchi di ispirazione e meglio cesellati: "età
d'oro", dunque, non solo per i gioielli ma anche per la
letteratura che vide la stesura del "Libro delle due vie" e "Gli
insegnamenti di Amon e Maat", tanto da essere paragonata al
periodo greco di Pericle.
Con la fine della XII dinastia, e fino alla XVII, l'Egitto
ripiomberà nell'oscurantismo; ci saranno colpi di stato, le
rivalità porteranno allo smembramento del paese che diventerà
preda di invasori stranieri che gli Egiziani chiameranno "Heqa
Kasut" (capi dei paesi stranieri), cioè gli Hyksos, come li
chiamerà Manetone.
Questo popolo si installò nel Delta orientale fondando, verso il
1730 a.C., la città di Avaris; rimase per circa un secolo in
Egitto finché alcuni eredi delle tradizionali dinastie tebane si
riuniranno riconquistando Avaris e liberando Ta-Meri nel 1622
a.C.
Fu Ahmose che guidò "la guerra di liberazione" respingendo gli
Hyksos in Siria, e fu ancora Ahmose a inaugurare la XVIII
dinastia conservando Tebe come capitale e restaurandone i
santuari. L'Egitto uscirà dal suo millenario isolamento
diventando uno stato imperialista e guerriero pur continuando a
conservare il suo carattere divino.
Il Faraone regnerà per il bene dello stato e della comunità; i
"monarchi" e gli alti funzionari non verranno scelti nell'ambito
dell'aristocrazia bensì verranno nominati secondo i loro meriti.
I vicini sovrani asiatici cercheranno alleanze e amicizie con il
Faraone, e Canan, la Fenicia e la Siria diventeranno
protettorati. Thutmosis I e II si dedicheranno soprattutto a
conquiste e spedizioni militari; alla morte di quest'ultimo
salirà sul trono Thutmosis III che, non potendo regnare in
quanto ancora bambino, verrà sostituito dalla reggente
Hatshepsut che comandò per vent'anni donando pace, abbondanza e
serenità al suo popolo.
La sovrana abbandonò la politica di conquista e si dedicò
interamente all'opera di organizzazione interna dello stato e di
potenziamento delle arti. Per la sua origine divina, in quanto
figlia diretta di Ra, fu sostenuta e protetta dal clero di
Karnak, dal primo "profeta di Amon" e suo visir Hapuseneb, da
Senrnut, suo architetto e intendente dei possedimenti di Amon,
da Thut, "Casa dell'oro e dell'argento" e da Neshi, direttore
del Sigillo del Tesoro. Regnò alla maniera di un uomo, arrivando
addirittura e farsi raffigurare come Osiride, fregiata con la
barba sacra.
Alla sua morte Thutmosis III, che per tutti quegli anni era
rimasto nell'ombra, riprenderà le campagne militari arrivando
sino a Creta, alle Cicladi e all'Eufrate.
Nel 1379 a.C. salirà sul trono Amenofi IV che prenderà il nome
di Akenaton, "Splendore di Aton"; sposterà la capitale da Tebe,
terra consacrata al Dio Amon, ad Amama ove costruirà la capitale
Akenaton, "L'orizzonte di Aton".
Questo Faraone privò il clero di Amon delle sue prerogative e
dei suoi beni e cancellò il nome di Amon. Ritiratosi, abbandonò
gli affari di stato per cui nutriva un gran disprezzo e si
dedicò a una nuova religione.
Scoppiarono rivolte, fomentate anche dal clero, e alla morte di
questo Faraone, detto "l'Eretico", salì al trono Tutankhamon che
ripristinò il clero a Karnak; morirà giovanissimo all'età di
diciannove anni.
Nel 1340 (?) a.C. salì al trono Horemheb, già generale sotto
Akenaton e capo dell'esercito di Tutankhamon. Egli opererà
sempre per rendere all'Egitto la sua potenza all'estero e la sua
ricchezza all'interno, dando il via a quella che sarà la
rinascita portata poi a termine dalla dinastia ramesside.
Al fianco del generale-Faraone ci sarà Ramsete I, nato da una
nobile famiglia di Tanis, "capo degli arcieri" che salirà al
trono associandovi suo figlio Sethi I, il quale inizierà la
costruzione del Tempio funerario ad Abydos.
Ramsete Il (generato da Ra), figlio di Sethi, eresse la sua
capitale a Tanis e il suo nome è legato ai più splendidi edifici
ancora esistenti (il Rammasseum di Tebe, Karnak, Abu Simbel,
ecc.). Tutta la sua politica fu rivolta alla conservazione
dell'Impero egiziano. Estremamente vitale, ebbe sei o sette
mogli, la più amata delle quali fu Nefertari, varie concubine e
più di duecento figli. Questo Faraone, detto "il Grande",
sottoscrisse un singolare trattato di pace con gli Hittiti in
pieno spirito di parità fra i due popoli. Egli regnò per
sessantasette anni, lasciando alla sua morte un grande vuoto che
determinò per l'Egitto un periodo di decadenza.
I restanti re della dinastia non si dimostrarono all'altezza del
loro compito, ad eccezione di Ramsete III (1182-1152), uomo di
stato abile e avveduto che sconfisse definitivamente gli
asiatici alleati con i "popoli del mare" (gli indoeuropei)
costringendoli a riparare parte in Siria e parte in quella terra
che poi fu chiamata Palestina.
Nei seguenti cinque secoli l'Egitto attraversò tempestose
vicende che minarono la sua millenaria unità. La divisione del
territorio e le lotte intestine permisero ai libici ed agli
etiopi di assumere il potere sino a che non giunsero gli Assiri
che saccheggiarono e distrussero Tebe (circa 650 a.C.).
Una breve stagione di rinascenza si ebbe durante la cosiddetta
dinastia "saita" (dalla città di Sais, già nota all'epoca
predinastica come centro cultuale della dea Neith) il cui
fondatore, Psamnetico I, promosse i commerci con i Greci e
facilitò i rapporti con gli immigrati. Nonostante le sue
carenze, questo periodo non mancò di grandezza né di
raffinatezza. Ultimo re di questa dinastia fu Psamnetico III
che, nel 525 a.C., si arrese al persiano Cambise. Sotto la
dominazione persiana si ebbero molti tentativi per riacquistare
la libertà, quasi tutti falliti, sino a che in soccorso
dell'Egitto arrivò Alessandro Magno.
Si racconta che durante un suo viaggio all'oasi di Siva, nel
Tempio di Amon consultò il famoso oracolo venendo riconosciuto
dal dio come proprio figlio, e, come tale, salutato e appoggiato
dai sacerdoti: questo gli faciliterà l'ascesa al trono nel
Tempio di Ptah a Menfi.
Alessandro il Grande incaricherà l'architetto greco Dinocrate di
innalzare tra il lago Meotide e l'isola di Faro una nuova città
che prenderà il suo nome, Alessandria, e che alla sua morte
verrà arricchita di splendidi monumenti, giardini, palazzi, il
Santuario di Iside, il mercato, teatri, il celebre faro, un
museo e la non meno famosa biblioteca che sarà poi distrutta da
un incendio.
Dal 332 al 30 a.C. si ebbe il periodo dei Tolomei e dei Lagidi
e, con la morte di Cleopatra VII, l'Egitto divenne una provincia
romana. Infine, nel 595 d.C., con la morte di Teodosio, l'Egitto
verrà a far parte dell'Impero d'Oriente.
DINASTIE DIVINE secondo il Papiro di Torino
Re dell'Alto e Basso Egitto, Ptah
Re dell'Alto e Basso Egitto, Ra
Re dell'Alto e Basso Egitto, Shu
Re dell'Alto e Basso Egitto, Geb
Re dell'Alto e Basso Egitto, Osiride
Re dell'Alto e Basso Egitto, Seth, 200 anni (di regno)
Re dell'Alto e Basso Egitto, Horo, 300 anni (di regno)
Re dell'Alto e Basso Egitto, Thoth, 3126 anni (di regno)
Regina dell'Alto e Basso Egitto, la dea Maat sposa del dio Thoth,
... anni (di regno)
INDICE:
Prefazione |
pag. 9 |
Introduzione storica |
pag. 11 |
I "nomoi" |
pag. 17 |
I "nomoi" dell'Alto Egitto |
pag. 17 |
I "nomoi" del Basso Egitto |
pag. 24 |
L'Egitto, simbolo perfetto del
legame tra Creatore e Creazione |
pag. 31 |
La Triade Divina: Iside,
Osiride, Horus |
pag. 35 |
Le divinità principali |
pag. 41 |
Le divinità secondarie |
pag. 77 |
Animali sacri |
pag. 79 |
La Casa di Vita |
pag. 83 |
Heka: la magia |
pag. 85 |
La morte |
pag. 89 |
Culto e preghiera |
pag. 95 |
Raffigurazioni magiche |
pag. 99 |
Amuleti, pietre e oggetti
magici |
pag. 103 |
Preghiere e invocazioni |
pag. 115 |
Della stessa autrice:
SUA MAESTA' IL GATTO e
IL GATTO: ANIMA DI ISIDE.
|