Autrice: Ada Russo Pavan

Edizioni Mediterranee

pagg. 120 - € 7,50

 

 
       
 

INIZIAZIONE AI CULTI EGIZI
Divinità, simboli, rituali, magia, amuleti, invocazioni


 

L'ARGOMENTO:

 
Un libro che raccoglie interessanti ricerche e curiosità sull'antico Egitto, in particolar modo sulla religione e sulla magia all'epoca dei faraoni.
Una esauriente parte introduttiva storico-culturale tratteggia la nascita (circa nel 10.000 a.C.) della grande civiltà egizia, attraverso le numerose dinastie, fino alla sua scomparsa con l'annessione all'impero d'Oriente, avvenuta nel 595 d.C.
Segue un attento studio della teogonia egizia mediante documenti e fonti iconografiche, analizzando il significato dei simboli presenti in essa, i riti sacri, con un dettagliato excursus sugli amuleti e sulle invocazioni magiche alle varie divinità protettrici.

Ada Russo Pavan ha frequentato l'Accademia di Venezia e quella di Brera. Ha fondato in Puglia un Centro di Ricerche Storiche che si occupa di Archeologia, Speleologia e ricerca sulla ceramica antica. Ha eseguito varie campagne di scavo in Puglia e in Basilicata; ha collaborato con la Regione Puglia; ha partecipato a Convegni sulla Magna Grecia; ha allestito Mostre, come addetta alla tutela dei Beni Culturali, e ha partecipato alla mostra allestita in Taranto "Sud e Magia". Scrittrice e studiosa delle civiltà del Mediterraneo, nei suoi numerosi viaggi ha dedicato particolare attenzione agli aspetti esoterici e mistici della terra dei Faraoni. Collabora con varie riviste specialistiche; ha scritto "I Tarocchi, Sigilli Magici di Paracelso", "Le chiavi del Tempo", "Iside, promessa di Immortalità". Attualmente, oltre a promuovere numerose attività culturali, soprattutto nell'ambiente veneziano, insegna Miti e Culti delle antiche civiltà del Mediterraneo. Tiene tuttora conferenze sulle Tradizioni antiche, anche all'estero. Ha collaborato con la Rai per alcune trasmissioni radiofoniche, e attualmente cura una rubrica settimanale sui libri.
 
PREFAZIONE:

 
Magia: e la mente corre subito all'antico Egitto.
Nell'immensa mole di opere letterarie e poetiche, storiche e religiose incise sulla pietra, scritte sui papiri o su "ostraka" che quella grande civiltà ci ha lasciato, l'elemento magico è sempre presente, se non addirittura ad esse intrecciato in modo quasi indissolubile.
Dal terribile sortilegio che Iside - la Grande Maga - attua contro Ra per farsi svelare il suo nome supremo e segreto e diventare una dea (Papiro di Torino), agli esorcismi cui ricorre l'amato affinché la porta dell'amata si apra offrendo dell'incenso, del latte o del miele, ambra e mirra affinché il falegname faccia una porta di canna e un chiavistello di paglia (!), l'esperienza magica pervade ogni momento della vita spirituale e materiale di quel popolo.
Magia è anche sete di conoscenza: i maghi, in Egitto, sacerdoti di questa o quella divinità, erano medici, architetti, scienziati, il cui sapere fu attinto dai Greci costituendo le basi di tutta la cultura occidentale.
Ma la peculiare magia dell'Egitto è la parola: la parola come realtà concreta, totale, che commenta e determina il rito così scrupolosamente descritto, così ossessivamente osservato sin nei minimi particolari tanto da assurgere al livello di una vera e propria mistica, che è il punto più alto nel quale lo spirito si unisce con l'Assoluto, con la totalità del reale.
Questo libro, che riporta riti, preghiere, formule di una civiltà a noi tanto lontana, diventerà per il lettore un utile strumento per meglio comprenderla ed amarla, e per raccogliere l'invito che Amenenope fa a suo figlio:
"Riempiti di loro, e mettili nel tuo cuore".

Giulio Brunner
 
INTRODUZIONE STORICA:

 
Nel periodo paleolitico la vallata del Nilo appariva molto diversa da come la vediamo ai nostri giorni. Quasi tutto il territorio era sommerso dalle acque del fiume e poche erano le terre che emergevano. Solo alla fine di tale periodo, grazie al cambiamento di clima, avverranno varie trasformazioni che gli archeologi datano verso il 10.000 a.C.
Due razze, diverse e ben distinte, cominciarono a vivere lungo le fertili rive del fiume, creando una civiltà al nord del paese, sul Delta, chiamata Merinda, e una al sud con capoluogo Tasa.
Sin dall'epoca remota abbiamo l'idea di una netta separazione del popolo egizio: tali divisioni non saranno mai cancellate, nonostante le successive unificazioni del paese. Tali divisioni territoriali erano chiamate "hesep" dagli Egizi e più tardi i Greci le chiameranno "nomoi" (plurale di "nomos", regione).
L'Alto Egitto ne aveva ventidue, il Basso Egitto ne aveva venti.
Inoltre, Una terza razza avrebbe raggiunto la valle del Nilo passando per la Libia, proveniente dalla leggendaria Atlantide. Dagli antichi "Testi delle Piramidi" (incisi sulle pareti delle camere funerarie di cinque piramidi a Saqqara) apprendiamo che quest'alba della civiltà egizia veniva chiamata i "Tempi del Dio" in cui avrebbe regnato Osiride.
L'Antico Impero fu anche denominato Impero menfita perché la sua capitale venne spostata da Abydos a Menfi; tale periodo sarà estremamente importante non solo per le costruzioni, ma anche per l'impronta magico-religiosa che gli conferirono i re della III, IV, V e VI dinastia.
Zoser, verso il 2686 a.C., spostò la capitale nella zona della futura Menti, ora Saqqara, e fu proprio in questa città che il suo visir e architetto, Imhotep, iniziò la costruzione della piramide a gradoni.
A Imhotep si attribuirono invenzioni meravigliose (tra le quali il calendario di 365 giorni e 1/4) e gli scriba lo celebrarono i onorandolo non solo attingendo qualche goccia di inchiostro dai loro calamai, ma anche attribuendogli una genealogia celeste. Fu chiamato dal greci "lmuthes" e identificato come Ascleplo, o Esculapio, nume tutelare della medicina. Il suo culto era esteso a tutto l'Egitto e a Saqqara sorgeva un tempietto, l'"Askepleion", che svolgeva Il ruolo più o meno di un ospedale.
La dinastia successiva iniziò con Snepru che dette il via ad una grandiosa politica architettonica venendo poi superato in questo campo da Keope, suo figlio, e quindi da Kefren e Micerino.
La V dinastia è detta eliopolitana perché oriunda di Heliopolis; i tre Faraoni di questo periodo sarebbero stati concepiti dalla moglie di un sommo sacerdote di Ra, che li aveva avuti dal dio stesso. Da questo momento tutti i Faraoni saranno chiamati figli di Ra.
L'ultimo sovrano della VI dinastia sarà Pepi II; incoronato all'età di sei anni, regnerà per oltre novant'anni.
La trasformazione della nobiltà da individuale a ereditaria, i conflitti tra le diverse concezioni religiose - quella solare aristocratica e quella osiriaca democratica - e le varie infiltrazioni straniere creeranno dei gravissimi malcontenti, tali da far scoppiare una rivoluzione che, oltre ai saccheggi e alle distruzioni, porterà ad una vera e propria profanazione non solo dei templi ma anche delle alte caste sacerdotali.
Il primo periodo intermedio sarà l'epoca delle invasioni delle popolazioni asiatiche:
"Dovunque i beduini sostituiscono gli Egiziani..."; "...Piange il Basso Egitto..."; "...Il vile Asiatico occupa tutte le botteghe del Delta..."
In questo periodo la città di Abydos divenne il celeberrimo centro del culto di Osiride e allo stesso periodo risale la composizione della prima parte dei "Testi dei Sarcofagi".
L'XI dinastia inizierà, intorno al 2040 a.C., con il Faraone Montu-Hotep I, inaugurando quello che verrà chiamato il Medio Regno: egli ristabilirà il potere nel Basso Egitto servendosi dell'appoggio della borghesia.
I suoi successori Montu-Hotep II e III intensificheranno i commerci soprattutto attraverso il Mar Rosso e riprenderanno la politica di espansione verso la Nubia. Con Amon-Emhat, XII dinastia, nascerà a Tebe il culto di Amon elevato a divinità principale; fu un grande stratega e sotto di lui ci sarà un periodo di grande prosperità.
Gli succederà al trono il figlio Sesostri-Senusret I, "l'uomo della Dea Usret", e tale nome sarà portato da altri tre Faraoni. Egli associò al trono suo figlio e tutti i suoi successori seguiranno il suo esempio. Essi stringeranno rapporti di commercio con la Nubia, la Fenicia e bonificheranno tutta la regione attorno al Fayum, costruendo una grandiosa residenza talmente complessa che i Greci più tardi la denomineranno "Labirinto".
Colonizzate la Nubia e la Palestina, create numerose fortezze nel Sudan, Sesostri III (1877-1843 a.C.), sovrano molto energico, fece una politica interna finalizzata all'annientamento della antica aristocrazia legata ai nomoi che avevano goduto fino ad allora di enormi privilegi.
L'epoca fu importante per lo sviluppo dell'arte, i gioielli furono più ricchi di ispirazione e meglio cesellati: "età d'oro", dunque, non solo per i gioielli ma anche per la letteratura che vide la stesura del "Libro delle due vie" e "Gli insegnamenti di Amon e Maat", tanto da essere paragonata al periodo greco di Pericle.
Con la fine della XII dinastia, e fino alla XVII, l'Egitto ripiomberà nell'oscurantismo; ci saranno colpi di stato, le rivalità porteranno allo smembramento del paese che diventerà preda di invasori stranieri che gli Egiziani chiameranno "Heqa Kasut" (capi dei paesi stranieri), cioè gli Hyksos, come li chiamerà Manetone.
Questo popolo si installò nel Delta orientale fondando, verso il 1730 a.C., la città di Avaris; rimase per circa un secolo in Egitto finché alcuni eredi delle tradizionali dinastie tebane si riuniranno riconquistando Avaris e liberando Ta-Meri nel 1622 a.C.
Fu Ahmose che guidò "la guerra di liberazione" respingendo gli Hyksos in Siria, e fu ancora Ahmose a inaugurare la XVIII dinastia conservando Tebe come capitale e restaurandone i santuari. L'Egitto uscirà dal suo millenario isolamento diventando uno stato imperialista e guerriero pur continuando a conservare il suo carattere divino.
Il Faraone regnerà per il bene dello stato e della comunità; i "monarchi" e gli alti funzionari non verranno scelti nell'ambito dell'aristocrazia bensì verranno nominati secondo i loro meriti.
I vicini sovrani asiatici cercheranno alleanze e amicizie con il Faraone, e Canan, la Fenicia e la Siria diventeranno protettorati. Thutmosis I e II si dedicheranno soprattutto a conquiste e spedizioni militari; alla morte di quest'ultimo salirà sul trono Thutmosis III che, non potendo regnare in quanto ancora bambino, verrà sostituito dalla reggente Hatshepsut che comandò per vent'anni donando pace, abbondanza e serenità al suo popolo.
La sovrana abbandonò la politica di conquista e si dedicò interamente all'opera di organizzazione interna dello stato e di potenziamento delle arti. Per la sua origine divina, in quanto figlia diretta di Ra, fu sostenuta e protetta dal clero di Karnak, dal primo "profeta di Amon" e suo visir Hapuseneb, da Senrnut, suo architetto e intendente dei possedimenti di Amon, da Thut, "Casa dell'oro e dell'argento" e da Neshi, direttore del Sigillo del Tesoro. Regnò alla maniera di un uomo, arrivando addirittura e farsi raffigurare come Osiride, fregiata con la barba sacra.
Alla sua morte Thutmosis III, che per tutti quegli anni era rimasto nell'ombra, riprenderà le campagne militari arrivando sino a Creta, alle Cicladi e all'Eufrate.
Nel 1379 a.C. salirà sul trono Amenofi IV che prenderà il nome di Akenaton, "Splendore di Aton"; sposterà la capitale da Tebe, terra consacrata al Dio Amon, ad Amama ove costruirà la capitale Akenaton, "L'orizzonte di Aton".
Questo Faraone privò il clero di Amon delle sue prerogative e dei suoi beni e cancellò il nome di Amon. Ritiratosi, abbandonò gli affari di stato per cui nutriva un gran disprezzo e si dedicò a una nuova religione.
Scoppiarono rivolte, fomentate anche dal clero, e alla morte di questo Faraone, detto "l'Eretico", salì al trono Tutankhamon che ripristinò il clero a Karnak; morirà giovanissimo all'età di diciannove anni.
Nel 1340 (?) a.C. salì al trono Horemheb, già generale sotto Akenaton e capo dell'esercito di Tutankhamon. Egli opererà sempre per rendere all'Egitto la sua potenza all'estero e la sua ricchezza all'interno, dando il via a quella che sarà la rinascita portata poi a termine dalla dinastia ramesside.
Al fianco del generale-Faraone ci sarà Ramsete I, nato da una nobile famiglia di Tanis, "capo degli arcieri" che salirà al trono associandovi suo figlio Sethi I, il quale inizierà la costruzione del Tempio funerario ad Abydos.
Ramsete Il (generato da Ra), figlio di Sethi, eresse la sua capitale a Tanis e il suo nome è legato ai più splendidi edifici ancora esistenti (il Rammasseum di Tebe, Karnak, Abu Simbel, ecc.). Tutta la sua politica fu rivolta alla conservazione dell'Impero egiziano. Estremamente vitale, ebbe sei o sette mogli, la più amata delle quali fu Nefertari, varie concubine e più di duecento figli. Questo Faraone, detto "il Grande", sottoscrisse un singolare trattato di pace con gli Hittiti in pieno spirito di parità fra i due popoli. Egli regnò per sessantasette anni, lasciando alla sua morte un grande vuoto che determinò per l'Egitto un periodo di decadenza.
I restanti re della dinastia non si dimostrarono all'altezza del loro compito, ad eccezione di Ramsete III (1182-1152), uomo di stato abile e avveduto che sconfisse definitivamente gli asiatici alleati con i "popoli del mare" (gli indoeuropei) costringendoli a riparare parte in Siria e parte in quella terra che poi fu chiamata Palestina.
Nei seguenti cinque secoli l'Egitto attraversò tempestose vicende che minarono la sua millenaria unità. La divisione del territorio e le lotte intestine permisero ai libici ed agli etiopi di assumere il potere sino a che non giunsero gli Assiri che saccheggiarono e distrussero Tebe (circa 650 a.C.).
Una breve stagione di rinascenza si ebbe durante la cosiddetta dinastia "saita" (dalla città di Sais, già nota all'epoca predinastica come centro cultuale della dea Neith) il cui fondatore, Psamnetico I, promosse i commerci con i Greci e facilitò i rapporti con gli immigrati. Nonostante le sue carenze, questo periodo non mancò di grandezza né di raffinatezza. Ultimo re di questa dinastia fu Psamnetico III che, nel 525 a.C., si arrese al persiano Cambise. Sotto la dominazione persiana si ebbero molti tentativi per riacquistare la libertà, quasi tutti falliti, sino a che in soccorso dell'Egitto arrivò Alessandro Magno.
Si racconta che durante un suo viaggio all'oasi di Siva, nel Tempio di Amon consultò il famoso oracolo venendo riconosciuto dal dio come proprio figlio, e, come tale, salutato e appoggiato dai sacerdoti: questo gli faciliterà l'ascesa al trono nel Tempio di Ptah a Menfi.
Alessandro il Grande incaricherà l'architetto greco Dinocrate di innalzare tra il lago Meotide e l'isola di Faro una nuova città che prenderà il suo nome, Alessandria, e che alla sua morte verrà arricchita di splendidi monumenti, giardini, palazzi, il Santuario di Iside, il mercato, teatri, il celebre faro, un museo e la non meno famosa biblioteca che sarà poi distrutta da un incendio.
Dal 332 al 30 a.C. si ebbe il periodo dei Tolomei e dei Lagidi e, con la morte di Cleopatra VII, l'Egitto divenne una provincia romana. Infine, nel 595 d.C., con la morte di Teodosio, l'Egitto verrà a far parte dell'Impero d'Oriente.

DINASTIE DIVINE secondo il Papiro di Torino
Re dell'Alto e Basso Egitto, Ptah
Re dell'Alto e Basso Egitto, Ra
Re dell'Alto e Basso Egitto, Shu
Re dell'Alto e Basso Egitto, Geb
Re dell'Alto e Basso Egitto, Osiride
Re dell'Alto e Basso Egitto, Seth, 200 anni (di regno)
Re dell'Alto e Basso Egitto, Horo, 300 anni (di regno)
Re dell'Alto e Basso Egitto, Thoth, 3126 anni (di regno)
Regina dell'Alto e Basso Egitto, la dea Maat sposa del dio Thoth, ... anni (di regno)
 

INDICE:

 
Prefazione pag. 9
Introduzione storica pag. 11
I "nomoi" pag. 17
  I "nomoi" dell'Alto Egitto pag. 17
  I "nomoi" del Basso Egitto pag. 24
L'Egitto, simbolo perfetto del legame tra Creatore e Creazione pag. 31
La Triade Divina: Iside, Osiride, Horus pag. 35
Le divinità principali pag. 41
Le divinità secondarie pag. 77
Animali sacri pag. 79
La Casa di Vita pag. 83
Heka: la magia pag. 85
La morte pag. 89
Culto e preghiera pag. 95
Raffigurazioni magiche pag. 99
Amuleti, pietre e oggetti magici pag. 103
Preghiere e invocazioni pag. 115


 

Bibliografia pag. 119

Della stessa autrice: SUA MAESTA' IL GATTO e IL GATTO: ANIMA DI ISIDE.

LIBRERIA DI MISTERIA

 
 

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