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Iniziazione ai
CULTI CELTICI
Lungi dall’essere un libro di storia o un
ennesimo saggio sui Celti, questo testo intende investigare sugli
aspetti esoterici legati a una misteriosa cultura che ci ha lasciato
poco o nulla di scritto; aspetti che in genere, soprattutto dalla
scienza ortodossa, vengono considerati di secondaria importanza.
Il volume parla, quindi, brevemente della storia dei Celti per
dedicarsi, invece, al ruolo della loro conoscenza misterica che era
tramandata oralmente, essendone vietata la trascrizione.
Ampio spazio viene dato ai culti della Grande Madre e a quelli degli
alberi sacri, al calendario, alle quattro feste solenni (Samhain, Imbolc,
Beltane e Lughhnasadh), alla figura del druido.
Nei boschi sacri, dove querce e pietre fungevano da portali e da altari,
venivano celebrati i riti più occulti, richiamate le forze più arcane e
aperte le porte d’accesso agli altri mondi: di questo parla Iniziazione
ai culti celtici, un breve ma interessantissimo testo rivolto a tutte le
persone che credono nell’esistenza di quelle forze e di quei mondi.
PREFAZIONE
di Roberto Volterri
Di Daniela Bortoluzzi ho letto con estremo interesse il recente
volume Impronte di Gesù, pubblicato per i tipi della Eremon Edizioni, di
Aprilia. Conosco da tempo la sua apertura mentale, per avere “navigato”
in rete alla ricerca di spunti per miei articoli o libri. Ne ho trovati
non pochi, e mi sono reso conto di come lei sia ben lontana da tutto ciò
che appartiene al vastissimo mondo dei vari detrattori
dell’archeologia cosiddetta “di frontiera”; di come rifugga – un po’
come fa da sempre l’autore di queste poche righe, o forse ancor di più –
dalle “verità assolute” e di come, invece, anche l’instancabile Daniela
contribuisca a diffondere sani e costruttivi dubbi. Dubbi che possano
alimentare l’innata curiosità dei lettori, e di quanti non si
accontentano degli innumerevoli: “Ormai è bene accertato…”, né
dell’onnipresente “È impossibile che…”, frasi con cui troppo spesso si
getta il povero “bambino” insieme a tutta l’abbondante “acqua sporca” in
cui era immerso. Brava Daniela!
Conosco anche le indagini – sia sul campo che tra gli innumerevoli
polverosi volumi delle biblioteche in cui anche io “navigo” spesso –
dell’altra autorevole Autrice di questo bel libro sull’esoterismo e
sulla magia celtica, ovvero Ada Pavan Russo. Autrice anche del libro Il
Gatto. Magia e mistero di un disegno divino – per i tipi della Eremon
Edizioni – fondatrice, in terra di Puglia, di un Centro di Ricerche ove
indagini archeologiche, speleologiche e sulla ceramica antica
contribuiscono da tempo ad ampliare le conoscenze sul passato di questa
terra ricca di testimonianze, di significati esoterici, di storia nella
più
ampia accezione del termine, Ada ha partecipato a convegni sulla Magna
Grecia e – tra numerose altre sue attività – ha fattivamente collaborato
ad allestire la mostra ospitata al Palazzo Aragonese di
Taranto, intitolata Sud e Magia in ricordo delle fondamentali analisi
etno-antropologiche di quel grande studioso partenopeo che fu Ernesto de
Martino, il quale dedicò molti anni a indagini di carattere
etnografico relative alle società contadine del sud Italia. Studi da cui
poi emersero testi come Morte e pianto rituale, La terra del rimorso e,
appunto, Sud e Magia.
Questi brevissimi cenni sulle attività culturali e di ricerca delle due
Autrici di Iniziazione ai culti celtici mi sembrano più che opportuni
per consentire al lettore di avvicinarsi alla loro opera con la
necessaria apertura mentale che, a mio avviso, appare strumento
indispensabile per affacciarsi sul misterioso mondo dei Celti. In
special modo su quella parte dell’universo celtico che le due Autrici
del libro – evidentemente non indifferenti all’esoterica musicalità di
Franco Battiato – non a caso hanno definito “centro di gravità
permanente”: ovvero le conoscenze esoteriche di un popolo che le
tradizioni storiche “di stretta osservanza” definirebbero di origine
indoeuropea, forse giunto da un’area geografica compresa tra il Mar
Caspio e l’attuale Pakistan per sfuggire a catastrofiche mutazioni
climatiche che, verosimilmente, stavano mettendo in serio pericolo la
sopravvivenza di questa – per certi versi – misteriosa gente.
C’è però chi non esclude una matrice fondamentale degli Unni, e appare
spesso all’orizzonte anche qualche studioso “controcorrente” il quale –
spingendosi molto, ma molto più in là – ne fa risalire le origini
persino all’introvabile Atlantide! Forse ai mitici, divini Tuatha Dé
Danann del mondo celtico, che secondo alcuni sarebbero stati
compartecipi, per alcuni versi, dell’esodo ebraico, per poi – giunti
finalmente in Palestina – “vivere sulle navi” e scomparire
misteriosamente.
Alcuni, poi, li farebbero provenire dalla terra di Sardegna.
E se invece fossero veramente giunti dall’Isola di Smeraldo,
completamente “a nord del mondo”?
Forse le loro origini andrebbero ricercate nella mitica Hyperborea – di
cui ci parla anche il “padre della storia” Erodoto – “illuminata dal
Sole per sei mesi all’anno”…
I miti legati a quest’ultima regione ricondurrebbero però, ancora una
volta, all’immenso cataclisma che oltre dieci millenni or sono sembra
aver sommerso le coste occidentali dell’Irlanda, dell’Islanda
e della Groenlandia, producendo qualcosa di simile all’inabissamento di
Atlantide. Terre mitiche, in definitiva, nelle quali, per usare le
suggestive parole di Roger Marcel, scrittore francese vissuto a cavallo
tra il XIX e il XX secolo:
“… alberi titanici coprivano con le loro ampie fronde la Groenlandia e
le Spitzbergen. Sotto un Sole ardente la fitta vegetazione tropicale si
gonfiava d’umori, nei luoghi in cui ora vegetano miseri licheni.
Le felci arborescenti si mescolavano agli equiseti giganti, ai palmizi
del Terziario, alle liane della giungla artica. L’estate avvampava, le
nubi gravide di fecondità rovesciavano sul paese calde piogge. E
nell’immensità della foresta polare vivevano animali dalle proporzioni
corrispondenti: il mammut villoso, il rinoceronte con due corna, il
grande cervo le cui ramificazioni raggiungevano i quattro metri, il
leone delle caverne e sull’oceano verde delle cime degli alberi
passavano uccelli dalle dimensioni fantastiche...”.
Come si vede, innumerevoli sono i misteri che circondano le origini, la
storia, la cultura, la religione, la spiritualità dell’universo celtico
e non sarà con queste mie poche righe che toglierò al lettore–quasi
preso per mano e accompagnato dalle illuminanti parole delle due
preparatissime Autrici – il piacere, il gusto di indagare su ciò che
avveniva durante le “feste del fuoco”, oppure quando si celebrava la
“festa di Beltane”, all’inizio della stagione estiva.
Né oserò far cenno ai tenebrosi riti che sarebbero avvenuti nel corso di
Samhain: la “festa delle ombre”, delle anime morte, in cui cadeva ogni
barriera tra il mondo dei vivi e quello di chi “non c’è più”.
Per citare lo scrittore a me più caro, l’indimenticato Howard Phillips
Lovecraft e il suo “introvabile” Necronomicon:
“Le infime caverne non sono adatte alla percezione di occhi che vedono,
poiché strane e terrificanti sono le loro meraviglie… Felice è la tomba
dove nessun mago giacque, e felice la città di notte in cui i maghi sono
solo cenere…”.
Buon proseguimento!
ROBERTO VOLTERRI
Le Autrici
Daniela Bortoluzzi è una ricercatrice
veneziana che studia da oltre 40 anni il mistero dell'esistenza umana. Non
ha mai accettato i dogmi e, proprio per questo, ha sempre investigato per
capire chi siamo, da dove veniamo e dove andremo...
Le sue esperienze personali sono la prova che il caso
non esiste e che gli eventi non sono mai causali.
Ha già pubblicato
E' ospite a varie trasmissioni televisive e partecipa
a varie conferenze come relatrice.
Pubblica articoli su varie riviste prestigiose tra
cui Nexus, Hera, Fenix e
Archeomisteri.
Ada Pavan Russo
ha frequentato l'accademia di Venezia e quella di Brera. Ha fondato
in Puglia un Centro di Ricerche Storiche che si occupa di Archeologia,
Speleologia e ricerca sulla ceramica antica. Ha eseguito varie campagne
di scavo in Puglia e in Basilicata; ha collaborato con la Regione
Puglia; ha partecipato a convegni sulla Magna Grecia; ha allestito
mostre come addetta alla tutela dei Beni Culturali e ha partecipato alla
mostra allestita nel Palazzo Aragonese di Taranto "Sud e Magia" in
collaborazioni di Ernesto de Martino. Scrittrice e studiosa delle
civiltà del Mediterraneo, nei suoi numerosi viaggi ha dedicato
particolare attenzione agli aspetti esoterici e mistici della terra dei
faraoni. Collabora con varie riviste specialistiche; ha scritto
Iniziazione ai Culti Egizi, I Tarocchi, Sigilli Magici di Paracelso, Le
Chiavi del Tempo, Iside promessa di immortalità,
Sua Maestà il Gatto, Il
Gatto: Anima di Iside,
Il gatto, magia e mistero di un disegno divino, La via di Iside.
Attualmente, oltre a promuovere numerose attività culturali, soprattutto
nell'ambiente veneziano, insegna Miti e Culti delle antiche civiltà del
Mediterraneo. Tiene tuttora conferenze sulle tradizioni antiche, anche
all'estero. Ha collaborato con la RAI per alcune trasmissioni
radiofoniche, e attualmente cura una rubrica settimanale sui libri. E'
stata più volte ospite di Roberto Giacobbo alla trasmissione televisiva
Stargate Linea di Confine e collabora con Gabriele La Porta di RAI TRE.
Ha pubblicato articoli sulla rivista mensile
Hera Magazine e
sul mensile
Anima Mundi
(diretta da Gabriele la Porta),
Il Giornale
dei Misteri (diretto da Giulio Brunner) e
NeXus; alcuni suoi
libri sono
stati tradotti in varie lingue. Possiede a Venezia la libreria esoterica
"Il Tempio di Iside". Da anni si interessa attivamente della sorte degli
animali abbandonati.
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